24/11/2015

RICORDO CORASSORI / 2 – IL PRIMO SINDACO DOPO LA LIBERAZIONE

Guidò Modena per 17 anni. Brevi cenni biografici su Alfeo Corassori, ricordato giovedì 26 novembre in Consiglio comunale con letture, video e una mostra di foto e documenti

Viene ricordato il 26 novembre, nel 50° della morte, dal Consiglio comunale con gli interventi del sindaco Muzzarelli e della presidente Maletti che introducono una relazione di Giovanni Taurasi con letture di Michele Dell’Utri, con la proiezione di un video sulla sua vita e su Modena, e con una mostra di foto e documenti.

Alfeo Corassori nasce a Campagnola di Reggio Emilia il 3 novembre 1903. Figlio di contadini, presto si trasferisce a Carpi, dove lavora nei campi come bracciante e contemporaneamente svolge attività politica sin da giovanissimo. Sedicenne si iscrive alla federazione giovanile socialista, ma già nel 1921 aderisce al neonato Partito comunista d’Italia, fondando la Federazione modenese insieme a uno sparuto gruppo di militanti (appena una trentina di aderenti in provincia). Perseguitato e condannato più volte al carcere e al confino dal Tribunale Speciale, dopo l’8 settembre 1943 è tra gli organizzatori del movimento partigiano modenese e fa parte del triumvirato insurrezionale emiliano. Finita la guerra viene nominato sindaco di Modena dal Comitato di Liberazione Nazionale e confermato alla guida del Comune con le prime elezioni democratiche del 1946. Eletto in Assemblea Costituente il 2 giugno 1946, rinuncia all’incarico per dedicarsi pienamente all’attività di sindaco sino alle sue dimissioni nel 1962. Muore il 27 novembre 1965. Durante i diciassette anni nei quali Corassori è sindaco di Modena la città si lascia alle spalle le ferite e i segni della guerra e cambia il suo volto urbanistico e sociale. Il primo mandato amministrativo dal 1946 al 1951 è caratterizzato dalla fase dell’uscita dalla guerra con il Piano della ricostruzione della città elaborato nel 1947. Il comune guidato da giunte di socialisti e comunisti affronta i problemi più urgenti in una città segnata dai bombardamenti e dalla riconversione postbellica: la carenza di alloggi (con circa 10mila senzatetto) e quella di lavoro (oltre 50mila i disoccupati sono rilevati a Modena tra 1948 e 1949). Viene istituito l’Ente comunale di assistenza per sostenere gli indigenti. Lo spirito di solidarietà è diffuso e non ha confini locali o regionali. Tra il secondo e il terzo mandato, 1951/56 e 1956/60, grazie all’opera delle giunte guidate da Corassori, la città, che vede crescere la sua popolazione di 30mila unità arrivando a circa 140mila abitanti, vive una significativa trasformazione economica, sociale ed urbanistica: viene inaugurato il nuovo Mercato Bestiame nel 1951 e avviata la costruzione del nuovo policlinico a metà del decennio, realizzate opere di edilizia scolastica e civile, ristrutturati i trasporti pubblici da tranviari a filoviari, sviluppati servizi pubblici e realizzati investimenti in infrastrutture e fonti energetiche, con la costituzione di due consorzi provinciali (uno per la viabilità e uno per la distribuzione del gas metano), ampliata la viabilità della città e realizzate aree attrezzate, con la nascita dei primi villaggi artigiani, costruita una nuova scuola provinciale destinata a fornire quadri e figure tecniche alle imprese locali, progettate le prime politiche sociali ed educative, promosse politiche per la casa e delineato il primo Piano Regolatore Generale (modificato e approvato poi definitivamente nel 1965).

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