21/10/2016

INTERVENTI ECONOMICI SOCIALI / 3 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Durante la discussione gli interventi di Pd, M5s, Sel, Per me Modena, Fas-Si

Il nuovo “Regolamento di solidarietà civica per la concessione di interventi economici di assistenza sociale”, che ridefinisce le regole per rispondere al disagio economico e sociale dei cittadini modenesi attraverso l’erogazione di contributi nell’ambito di un patto sociale di corresponsabilità, presentato dall’assessora al Welfare Giuliana Urbelli, è stato approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 20 ottobre.

Aprendo il dibattito per il Pd, Simona Arletti ha affermato che il Regolamento “è coerente con l’impegno preso dal sindaco per il cantiere del nuovo welfare. Un atto dal forte contenuto politico che supera il concetto di assistenzialismo con un’idea di attivazione sociale che stimola sia le capacità residue delle persone che una maggior responsabilizzazione della struttura comunale dedicata”. Per Giulia Morini, il Regolamento è un “esempio di trasformazione culturale: si parte da uno strumento consolidato come il contributo economico ma si coglie una sfida per il futuro cercando di raggiungere uno degli obiettivi cardine di questa amministrazione che è la lotta alla marginalità. E i Comuni hanno capito che sono loro in trincea, davanti a un problema come quello della povertà che richiederebbe risposte nazionali se non europee”. Dopo aver messo in evidenza che, secondo i dati riportati dall’Istat, la povertà colpisce anche le nuove generazioni (“e questo è un elemento nuovo e drammatico”), Federica Di Padova ha affermato che la delibera è buona “perché rivoluziona il sistema degli aiuti economici alle persone in difficoltà ed è importante la previsione di un regolamento unico che integri tutte le misure che il Comune può mettere in campo per combattere la povertà”.

Chiara Susanna Pacchioni ha evidenziato diversi aspetti positivi del Regolamento, dalla valorizzazione del ruolo degli assistenti sociali all’applicazione di un nuovo software per integrare i ruoli dei diversi attori ed evitare sovrapposizioni, anche dei contributi, alla “la scelta politica di prevedere un limite massimo di erogazioni”. Federica Venturelli ha rilevato che la delibera “mette al centro la persona, in una logica di diritti e doveri e nel quadro del patto sociale di corresponsabilità. Lo scopo è intervenire sostenendo le persone che si trovano in situazione di povertà in un’ottica di recupero dell’autonomia dando loro la possibilità di riprendere in mano il proprio progetto di vita”. E Tommaso Fasano ha sottolineato che la scarsità delle risorse “ci costringe ad applicare il cosiddetto universalismo selettivo, cioè a riconoscere a una platea selezionata diritti che tendenzialmente sarebbero universali. In questo quadro, è fondamentale avviare un’indagine sui redditi e sulla condizione sociale dei modenesi per capire con chiarezza quale fetta della popolazione ha bisogno di un sostegno economico”.

“La forza di un’amministrazione si basa sul fatto di avere servizi sociali che danno la possibilità ai cittadini di essere accolti in ogni momento” ha affermato Marco Bortolotti (Movimento 5 stelle) che ha proseguito definendo il nuovo regolamento “un passo per fare altri passi: il contatto con l’assistente sociale dovrebbe essere anticipato nel tempo e per questo bisogna lavorare sulla conoscenza del territorio magari utilizzando punti di aggregazione già esistenti come le polisportive. Inoltre sarebbe importante che gli assistenti sociali potessero svincolarsi dalle pratiche amministrative per dedicarsi all’ascolto, anche sul territorio, e a nuovi progetti”.  

Domenico Campana (Per me Modena) ha richiamato l’attenzione sul fatto che si richiede un atteggiamento attivo da parte di chi riceve l’aiuto: “Non sono contrario – ha detto il consigliere – ma quando l’amministrazione pubblica decide di valutare il comportamento di un cittadino per erogargli un sostegno, c’è il rischio che si scivoli in forme ingiuste di giudizi di valore”. Campana ha osservato inoltre che la mancanza di lavoro, “che noi siamo abituati a considerare transitoria”, si prolunga sempre di più nel tempo e “questa condizione ci costringerà a immaginare forme di reddito sganciate da una prestazione lavorativa perché ci sono situazioni in cui l’universalismo dei diritti prevale sulla considerazione delle risorse disponibili”.

Per Marco Cugusi, Sel, “un’Amministrazione efficiente deve darsi gli strumenti per rispondere a bisogni che cambiano, e il Regolamento risponde a cambiamenti strutturali avvenuti negli ultimi anni con un’impennata di accessi ai servizi sociali, dovuti a una crisi come non si vedeva da tempo. Il Regolamento è un punto di partenza e bisognerà monitorarne il funzionamento”. Il consigliere ha poi aggiunto che i Comuni “dovrebbero alzare la voce con i Governi in carica perchè non è possibile che siano lasciati in trincea a rispondere ai bisogni dei cittadini mentre lo Stato taglia le risorse finanziarie e il personale”.  

Dichiarando il proprio voto a favore, Francesco Rocco (Fas-Sinistra italiana) si è detto “convinto del Regolamento, sul quale tutte le mie osservazioni hanno avuto risposta”.

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