29/04/2016

BILANCIO CONSUNTIVO 2015, GLI INTERVENTI IN CONSIGLIO

Nel dibattito che ha portato all’approvazione del consuntivo, della prima variazione per il 2016 e di un odg di Pd e Fas, sono intervenuti M5s, Forza Italia, Pd e Fas

L’aumento degli investimenti è uno dei principali risultati del bilancio consuntivo 2015 (218,3 milioni di euro la spesa corrente, Tari compresa, con un calo di 1,5 milioni rispetto all’anno precedente e di 6,8 milioni sul 2013) approvato dal Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 28 aprile, con il voto di Pd e Fas (contrari Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Idea-Popolari liberali; astenuta Per me Modena) insieme alla prima variazione di bilancio del 2016 (approvata con voto a favore di Pd, Fas, Per me Modena. Contrari FI, Idea-Popolari liberali e M5s).

Nella stessa seduta è stato approvato anche un ordine del giorno proposto da Pd e Fas, e illustrato da Paolo Trande (voto a favore dei proponenti; contrari M5s, FI, Idea-Popolari liberali; astenuta Per me Modena). Il documento, rilevando che il Comune di Modena nel 2015 ha applicato a regime i nuovi principi del bilancio armonizzato e ha rispettato l’obiettivo previsto rispetto al patto di stabilità, ha messo in evidenza i “significativi risultati raggiunti, rispetto agli impegni assunti a preventivo, per rispondere ai bisogni della popolazione e mitigare gli effetti della crisi economica”, mantenendo elevato, nonostante il calo dei trasferimenti statali, “il livello della spesa per il welfare che raggiunge i 93 milioni di euro, pari a oltre il 42 per cento della spesa corrente”. I proponenti hanno inoltre sottolineato i risparmi significativi sulle spese correnti e sui costi delle locazioni passive e valutato positivamente la politica degli investimenti arrivata a un totale complessivo di 35 milioni di euro per concludere che, considerato il permanere delle difficoltà economiche e la strutturale carenza di risorse provenienti dallo Stato, è opportuno che il Comune “mantenga al centro del dibattito i temi dello sviluppo sociale, della difesa del welfare e dello sviluppo economico e occupazionale” e prosegua nella rimodulazione dell’offerta dei servizi ai cittadini al fine di garantire i servizi condivisi e fondamentali.

Aprendo il dibattito per il M5s, Mario Bussetti dopo aver osservato che la regolarità contabile e il rispetto dei vincoli “sono un dato positivo ma non l’unico elemento di valutazione di un bilancio”, ha esaminato diversi aspetti del consuntivo definendo “preoccupante l’aumento del Fondo crediti dubbia esigibilità: c’è sicuramente qualcuno che fa il furbo ma la povertà è in crescita e dobbiamo chiederci se non stiamo stressando troppo il sistema con il risultato di inaridirlo”. Sugli investimenti ha affermato che “non è corretto contrapporli alle tasse, che arrivano subito, mentre sugli investimenti c’è uno sfasamento temporale importante non trascurabile nella quotidianità di famiglie e imprese”, specificando ancora che “è riduttivo valutare un investimento solo in base all’importo: va valutato sulla base degli obiettivi che si volevano ottenere”. E, a questo proposito, “nel consuntivo non ci sono dati che confermino la congruenza tra gli indirizzi e i risultati e quindi non si capisce come sia possibile parlare di riscontri positivi”. Elisabetta Scardozzi si è soffermata invece sui temi della cultura e dell’istruzione: “Il 2015 – ha detto – sarà ricordato come l’anno dell’inaugurazione del Mata e della mostra del Manichino. Entrambe operazioni realizzate senza programmazione e in assenza del direttore della Galleria civica, tuttora non sostituito. Una scelta, quella del Mata, che abbiamo contestato perché si sono utilizzati soldi pubblici per pagare un affitto a privati e senza procedure di evidenza pubblica”. Sui servizi 0-6 la consigliera ha sottolineato che “chi va in pensione viene sostituito con personale a tempo determinato, a scapito della continuità educativa e delle competenze” e che sul bando asili “l’Amministrazione si è comportata in modo poco trasparente nei confronti delle famiglie”.

Adolfo Morandi (FI) ha puntato invece sull’analisi dei numeri, “dalla quale si capisce che negli il Comune di Modena ha ridotto le spese ma contemporaneamente ha aumentato le tasse a carico dei cittadini. Se facciamo un confronto a partire dal 2009 – ha proseguito – vediamo che a fronte di una riduzione di spesa, di 32 milioni di euro, le tasse sono cresciute di 39 milioni. Si dice che è a causa della riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato che però sono diminuiti meno di quanto non siano aumentate le tasse”. Il consigliere ha affermato che “sicuramente il bilancio rispetta tutte le indicazioni, ma a pagare sono i cittadini. Ci stiamo dimenticando che l’Italia è tuttora in forte crisi e anche a Modena questa crisi si sente: crescono cassa integrazione e disoccupazione ma questo Comune continua ad aumentare le tasse invece di ridurle e di liberalizzare, che sono le uniche cose che portano posti di lavoro. Rimane – ha concluso – una critica di fondo: si potrebbe fare molto di più per ridurre la spesa se si affidasse questo compito a una società esterna. Non dobbiamo dimenticare che le risorse che gestiamo sono dei cittadini e abbiamo l’obbligo di gestirle con efficienza e senza lasciar correre la spesa”.

Secondo Paolo Trande, per il Pd, i dati del consuntivo ci dicono che “abbiamo centrato gran parte degli obiettivi che ci eravamo dati all’inizio del 2015: abbiamo aumentato gli investimenti, salvaguardato la quantità e la qualità del welfare allargato, continuiamo a lavorare sul fronte dell’innovazione e dell’efficientamento. Abbiamo abbattuto il debito, provando a compensare quello che ci veniva a mancare attraverso la diminuzione della spesa per interessi. Siamo stati onesti: non abbiamo raccontato panzane ai modenesi. L’anno scorso abbiamo detto che chiedevamo loro un sacrificio per consolidare i servizi e la coesione sociale ma che quest’anno, il 2016, non avremmo chiesto ulteriori tasse. E così abbiamo fatto. Poi sul raggiungimento nel dettaglio di tutti gli obiettivi possiamo discutere. Si poteva fare sicuramente meglio, ma siamo sulla strada giusta per mantenere i costi in equilibrio senza dimenticare crescita e investimenti”.

Intervenendo in dichiarazione di voto, Francesco Rocco (Fas-Sinistra italiana) ha sostenuto che “dal 2009 gli enti locali lavorano con grandi difficoltà a causa dei tagli voluti dallo Stato ma nessun governo pare avere intenzione di cambiare. Il fatto è che quando sono in difficoltà i cittadini vanno dal sindaco, o dal parroco, non dal primo ministro e noi faremo sempre più fatica a dare risposte”.

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