13/05/2016

CELIACHIA, IN CITTÀ BUONA L’OFFERTA DI ALIMENTI GLUTEN FREE

Il quadro modenese illustrato dall’assessore Rotella che giovedì 12 maggio ha risposto all’interrogazione di Marco Cugusi in vista del convegno regionale dell’Aic

Modena ha una buona offerta di alimenti e di cucina senza glutine sia come negozi di alimentari che nella somministrazione; nella ristorazione collettiva, come le mense scolastiche, ospedaliere e aziendali, la fornitura di pasti per celiaci è diventata un obbligo e anche durante i grandi eventi, dal Festival Filosofia a Stuzzicagente, è aumentata la proposta di menù senza glutine. È questo il quadro, tracciato in Consiglio comunale giovedì 12 maggio dall’assessore alle Attività produttive Tommaso Rotella in risposta a un’interrogazione di Marco Cugusi (Sel), che indica come nel territorio modenese “il miglioramento delle condizione di vita delle persone celiache e la diffusione di una corretta e ampia conoscenza di questa malattia, siano obiettivi sanitari e sociali molto importanti. Le Aziende Usl, insieme all’Associazione italiana celiaci (Aic) – ha proseguito Rotella – portano avanti azioni e progetti innovativi sia per diagnosticare tempestivamente nuovi casi, sia per garantire assistenza e supporto a chi ha già consapevolezza di essere celiaco. E l’Amministrazione comunale continuerà a farsi promotore di azioni di informazione e di sensibilizzazione sul tema e a mantenere vivo il dialogo e la collaborazione sia con l’Aic che con l’Ausl”.

Il consigliere Cugusi ha presentato l’interrogazione, in vista dell’assemblea regionale dell’Associazione italiana celiachia che si terrà a Modena sabato 14 maggio, per chiedere quali iniziative siano state messe in campo dopo l’approvazione, il 21 maggio 2015, da parte del Consiglio comunale, di un ordine del giorno che invitava appunto a incrementare le politiche a favore dei cittadini celiaci con attenzione particolare al progetto Etico e tipico, all’adozione nelle scuole d’infanzia e primarie del progetto In fuga dal glutine, ai grandi eventi. Nella premessa, il consigliere ha sottolineato che sono 2.700 nella provincia di Modena le persone affette da celiachia, “un numero in crescita costante con una netta prevalenza dei casi diagnosticati in età adulta e una non trascurabile incidenza nella fascia d’età 3-10 anni”.

Nella risposta l’assessore Rotella ha ricordato che “c’è un forte impegno per incrementare la commercializzazione di prodotti alimentari senza glutine. Sono sempre più numerosi infatti i negozi e supermercati convenzionati con il Servizio sanitario regionale dove è possibile rifornirsi senza costi a carico dei cittadini”. A Modena città sono 21 i negozi convenzionati e 23, tra ristoranti e bar, gli esercizi commerciali che propongono anche alimenti senza glutine (gli elenchi sono disponibili sul sito http://salute.regione.emilia-romagna.it/farmaci/celiachia). “È importante - ha sottolineato Rotella – che la pubblicazione e l’aggiornamento di questi elenchi rimanga in capo all’Ausl, per garantire una maggior tutela ai consumatori celiaci”. Anche la grande distribuzione si è dotata di un’ampia varietà di prodotti alimentari gluten free e il mercato Albinelli ha aperto un punto vendita dedicato, “non imposto ma previsto volontariamente” ha sottolineato l’assessore.

Il progetto Etico e tipico, avviato dall’Amministrazione nel 2013 e che prevedeva come requisito per ottenere il marchio da parte degli esercenti la partecipazione a un corso di formazione nel quale era compreso un modulo sulla celiachia, è stato proposto in due edizioni ma poi, in accordo con i partner, si è deciso di non riproporlo a causa del basso numero di partecipanti ai corsi.

Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Chiara Susanna Pacchioni (Pd) ha richiamato il regolamento dell’Unione europea che declassa la celiachia da malattia, quale è, a intolleranza alimentare, “probabilmente conseguente ad alterazioni del mercato dovute all’uso indiscriminato di prodotti gluten free da parte di persone che non ne hanno bisogno”, affermando che “il declassamento comporta una mancanza di tutela inaccettabile nei confronti dei malati arginata solo dal mantenimento in Italia del registro che permette ai malati di avere gratuitamente gli alimenti adeguati”. 

Anche Marco Cugusi, nella replica, ha ribadito che “la celiachia non è una dieta ma una malattia molto seria che può avere conseguenze gravi”, ricordando “l’importanza dell’aspetto educativo e dell’adozione nelle scuole di progetti come In fuga dal glutine”.

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