20/05/2016

CENTRO DOCUMENTAZIONE DONNA, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Gli interventi dei consiglieri prima dell’approvazione che ha portato al rinnovo

Il Consiglio comunale di Modena ha approvato, nella seduta di giovedì 19 maggio, la nuova Convenzione con il Centro documentazione donna, presentata dall’assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza, che prevede l’ampliamento delle aree di intervento, con una maggiore apertura al territorio provinciale e una progettualità più articolata e su più temi, in stretto raccordo di rete con altri soggetti associativi e istituzionali. La convenzione, rinnovata per tre anni a partire dal 2016 e che prevede un contributo annuo di 25 mila 300 euro, ha ottenuto il voto favorevole di Pd, Sel, Fas-Sinistra italiana e Per me Modena. Hanno votato contro Idea-Popolari liberali ed Elisabetta Scardozzi del Movimento 5 stelle. Astenuti gli altri consiglieri del gruppo M5s e Forza Italia.

Aprendo il dibattito per il Pd, Chiara Susanna Pacchioni ha ricordato che il Centro compie vent’anni affermando che “nel tempo, ha dimostrato la capacità di aggiornarsi, confermandosi sia come punto di riferimento culturale che come autore di un serio progetto sociale, con ricadute concrete sul territorio. Si giustifica quindi – ha proseguito la consigliera – il contributo richiesto al Comune, invariato rispetto alla precedente Convenzione, quando già era stato notevolmente ridotto, oltre che parziale rispetto a un bilancio che deriva in gran parte da progettualità propria”. Simona Arletti ha messo in evidenza le attività che “credo siano le più necessarie per la nostra città e cioè il laboratorio di ricerca sociale e la formazione. Lavorando nelle scuole sulla differenza di genere, contro gli stereotipi e sulla relazione positiva tra i sessi, il Centro fa una grande opera di prevenzione della violenza. Con la formazione per docenti, educatori e genitori l’intervento si completa”. Per Paolo Trande in Italia esiste ancora un drammatico problema di disuguaglianza tra uomo e donna e c’è quindi “un grande bisogno di sviluppare politiche di genere. In questo quadro è importante il lavoro di ricerca storica, sociale ed economica, svolta in luoghi come il Centro documentazione donna dove si elaborano progetti con ricadute culturali e sociali che vanno nella direzione di colmare questa differenza”.

Elisabetta Scardozzi (M5s) ha espresso invece dubbi “sull’opportunità di rinnovare la convenzione per un triennio invece di finanziare singoli progetti proposti dal Centro. In questi anni – ha detto la consigliera – il Centro ha svolto un grande lavoro di raccolta e archiviazione di testi e documenti e garantisce l’apertura della biblioteca. Ma il patrimonio librario è consultato pochissimo e il Comune contribuisce già concedendo una sede per la quale il Centro paga solo una bassa percentuale dell’affitto. Ci è dunque difficile – ha concluso – approvare un contributo importante che non si riflette su un servizio altrettanto essenziale”.

Marco Chincarini di Per me Modena ha ribattuto che “le attività del Centro invece sono conosciute, le conosco anch’io che sono un uomo. La delibera mi sembra giusta e corretta”.

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