20/05/2016

IL DIBATTITO SU BRICOMAN E ROTATORIA IN VIA EMILIA OVEST

Diversi i consiglieri intervenuti prima dell’approvazione del permesso di costruire convenzionato in deroga agli strumenti urbanistici comunali nell’area ex Arbe

“L’Amministrazione sta operando sulla base di un disegno della città, rispetto alla viabilità e alla strategia e riorganizzazione funzionale di Modena ovest. L’intervento all’ex Arbe porterà attrattività nella zona e circa 80 posti di lavoro: il buon senso dice che dobbiamo andare avanti e creare anche altre situazioni di questo genere”.

Lo ha detto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli intervenendo nel dibattito che si è svolto giovedì 19 maggio in Consiglio comunale prima dell’approvazione del permesso di costruire convenzionato in deroga agli strumenti urbanistici comunali per la realizzazione di un Bricoman nell’area dell’ex Arbe Grafiche e di una nuova rotatoria in via Emilia ovest all’altezza di via Rosmini (a favore Pd e Fas – Sinistra Italiana, astenuti M5s, Per me Modena e FI).

Per il M5s, Luca Fantoni ha evidenziato che “il progetto contiene aspetti positivi, come una nuova rotatoria, nuovi parcheggi e l’aumento dell’occupazione. Dal punto di vista politico però – ha precisato – il progetto evidenzia lacune: le procedure di autorizzazione molto accorciate riducono anche la possibilità di valutazione. Ci chiediamo se l’Amministrazione ha in mente un piano di sviluppo economico della città perché introdurre grandi realtà commerciali comporta il rischio di chiusura di piccoli e grandi negozi esistenti”. Per Marco Bortolotti “l’errore non è nella delibera ma nello Sblocca Modena, che consente di lavorare completamente alla cieca, senza un corretto orientamento dettato dal Psc. Noi non siamo il Psc infuso – ha proseguito – e non parliamo di situazioni nelle quali facilitiamo Modena ma di un saldo finale su cui non abbiamo la bacchetta magica e forse nemmeno la soluzione auspicabile”.

Secondo Marco Chincarini di Per me Modena “non si può votare contro queste opere, sarebbe sbagliato. È giusto però che passi il messaggio che i capannoni vuoti siano destinati a essere sostituiti da centri commerciali? Grandi strutture di questo tipo – ha detto – fanno investimenti a perdere nel breve periodo sapendo di incidere sul mercato per poi conquistare una più vantaggiosa posizione. Dobbiamo valutare quali effetti produrrà sulle strutture vicine, quali ricadute ci saranno in futuro sui posti di lavoro e sulla città”.

Adolfo Morandi di FI ha parlato di aspetti positivi e negativi, ma ha sottolineato che “è eccessivo dire che la zona è in degrado e quell’edificio mi pare in ottimo stato. Semplicemente – ha proseguito – non era stato trovato un investitore in ambito produttivo e ora si è trovato in ambito commerciale”. Anche Morandi ha espresso dubbi sul fatto che “una struttura di questo tipo nel tempo possa mettere in difficoltà tante piccole attività. Si sceglie di autorizzare un intervento – ha aggiunto – che offre vantaggi nel breve periodo e che viene monetizzato in termini economici”.

Per il Pd, Carmelo De Lillo ha parlato di “occasione irripetibile e puntualmente colta per migliorare la viabilità della zona”, di un indotto da reinvestire e di un’opportunità di riqualificazione dell’area “che consentirà di aumentare il valore di quelle circostanti. Non si può non vedere il buono”, ha aggiunto evidenziando che “si tratta di una azienda seria che fornirà opportunità di lavoro”. Fabio Poggi ha espresso il “pieno sostegno” del gruppo Pd alla delibera. “Noi non abbiamo strumenti per sindacare sugli effetti futuri o altro – ha affermato – ma dobbiamo fare valutazioni urbanistiche. Stiamo al fatto: si tratta di una opportunità di rilancio economico, di riqualificazione di un pezzo della città e del sistema di viabilità. Andiamo avanti e, in futuro, cercheremo di fare il nostro dovere stando attenti agli effetti”.

In chiusura di dibattito, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha ricordato che “sul commercio non ci sono più alibi: la liberalizzazione del mercato è una regola cui dobbiamo attenerci. O troviamo elementi di carattere urbanistico che impediscono l’insediamento di una attività – ha detto – oppure non possiamo respingerla”. L’assessora ha infine ricordato che “non è così scontato che gli interventi commerciali vadano verso il riuso di fabbricati esistenti: in altre realtà – ha concluso – vanno verso il consumo di nuovo territorio”.

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