29/09/2016

SERVIZI CIMITERIALI, IN NOVE GIÀ ASSUNTI DAL NUOVO GESTORE

L’assessore Rotella ha risposto all’interrogazione proposta dal Pd: “Auspichiamo che la volontà costruttiva manifestata conduca a una soluzione positiva per tutti”

Dopo il primo gruppo di sei lavoratori che ha accettato la proposta del nuovo gestore dei servizi cimiteriali cittadini, la Dugoni facility management di Mantova, a oggi sono nove in tutto, sui 19 dipendenti impiegati in precedenza, gli operatori in servizio con il nuovo concessionario. Lo ha comunicato l’assessore alle Attività economiche del Comune di Modena Tommaso Rotella, rispondendo in Consiglio comunale, oggi, giovedì 29 settembre, all’interrogazione presentata dal consigliere Pd Marco Malferrari che chiedeva chiarimenti sui rischi per l’occupazione e il peggioramento delle condizioni contrattuali dei lavoratori conseguenti al subentro del nuovo gestore.

Come ha spiegato l’assessore, fin dai primi momenti successivi all’aggiudicazione provvisoria della gara per la concessione dei servizi cimiteriali alla ditta E. Dugoni facility management di Mantova, avvenuta la scorsa primavera, si sono avviati incontri, anche in sede sindacale per il passaggio al nuovo concessionario dei lavoratori impegnati nella gestione precedente. Incontri che sono proseguiti nei mesi estivi anche dopo l’aggiudicazione definitiva e l’avvio, il 18 luglio, del nuovo contratto. La Lega delle cooperative, associazione alla quale aderiscono entrambe le aziende, si è impegnata a facilitare il transito del personale promuovendo un confronto teso alla salvaguardia di tutti i lavoratori impegnati nei servizi cimiteriali cittadini. “Auspichiamo – ha detto Rotella – che la volontà costruttiva manifestata dalle parti in causa conduca a una positiva soluzione della questione con il raggiungimento del maggior numero possibile di ricollocazione dei lavoratori nella nuova compagine aziendale”.

Rispondendo alla domanda, posta nell’interrogazione, sul motivo per il quale l’azienda “avrebbe previsto condizioni contrattuali penalizzanti per gli operatori assunti in servizio, con pesanti tagli di orario e di stipendio e l’introduzione di più gravosi elementi di flessibilità”, l’assessore ha spiegato che subito dopo l’aggiudicazione provvisoria dell’appalto, le parti sono state convocate alla Direzione territoriale del lavoro di Modena dove la Dugoni ha presentato un piano di riassorbimento del personale compatibile con la propria proposta di riorganizzazione dei servizi, caratterizzata da una maggior automatizzazione (in particolare nelle attività di custodia e vigilanza sugli accessi ai cimiteri) e compatibile con gli effetti della diminuzione del numero giornaliero di funerali registrata negli ultimi anni a causa del ricorso crescente alla pratica della cremazione. Sulla base di questi elementi, l’ipotesi di organizzazione del lavoro presentata da Dugoni prevede una riduzione del numero complessivo di ore di servizio. La ditta afferma di aver presentato, nel rispetto del Contratto nazionale delle imprese di pulizie industriali e multiservizi, a tutti i precedenti dipendenti un’offerta di lavoro che però, per la diversa organizzazione e con l’obiettivo di mantenere invariato il numero di operatori, comprendeva  riduzioni individuali di orario e modifiche nei livelli di inquadramento. Un primo gruppo di sei lavoratori ha aderito alla proposta ed è stato assorbito nella nuova azienda. All’inizio di agosto una seconda proposta è stata inviata ai 13 lavoratori rimasti inizialmente esclusi: quattro hanno aderito, una parte non ha risposto e alcuni hanno annunciato l’intenzione di agire legalmente contro l’azienda. A oggi, sono nove i lavoratori impiegati dal nuovo concessionario sul totale di 19 dipendenti impiegati in precedenza.

L’assessore ha infine ricordato che il contratto collettivo nazionale prevede due diverse casistiche di subentro in un precedente appalto alle quali corrispondono diversi livelli di tutela del personale a seconda che sia previsto o meno un cambio nell’organizzazione delle attività. Come hanno sottolineato la giurisprudenza italiana e quella europea, in caso di subentro non è applicabile una regola generalizzata che imponga l’assunzione di tutto il personale precedente con il medesimo inquadramento poiché questo limiterebbe eccessivamente la libera organizzazione dell’impresa, che la legge invece garantisce, e non consentirebbe l’adozione di soluzioni innovative più vantaggiose per il committente.

Nella replica il consigliere Malferrari ha apprezzato il fatto che “il Comune abbia seguito la questione. Purtroppo però l’ente locale può fare poco per migliorare la situazione dei dipendenti, alcuni in servizio da molto tempo. Questo dimostra che la privatizzazione dei servizi non sempre risponde al bene della collettività”.

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