27/01/2017

BILANCIO / 5 – GLI INTERVENTI DELL’OPPOSIZIONE

Per i consiglieri di minoranza l’approvazione è una ratifica senza possibilità di intervento ed è sbagliato l’approccio della Giunta alle politiche di welfare

Sono diversi i consiglieri dell’opposizione intervenuti nel dibattito sul Bilancio di previsione 2017-2019 nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 26 gennaio.

Per il M5s, Marco Rabboni ha evidenziato come gli investimenti nuovi programmati e finanziati nel triennio dal 2014 a ora “sono stati pari a una media di circa 12-13 milioni di euro all’anno e gli altri numeri sono contabilizzazioni o investimenti partiti negli anni passati o solo pianificati. Siamo lontani dalle cifre proclamate dall’Amministrazione per il primo triennio – ha proseguito – ed è fuori luogo la politica degli annunci e il fatto di dare come fatte le cose prima di averle messe in campo”. Sulle tasse il consigliere ha sottolineato che “si proclama un calo dello scorso anno, mantenuto per quest’anno, ma la realtà è che il primo anno di legislatura erano state aumentate e dopo sono rimaste immutate”. Marco Bortolotti ha ribadito che “Modena non ha bisogno di un nuovo data center, che rappresenta un’imposizione politica, non una richiesta dei tecnici: quelle risorse vanno investite nella protezione dell’ambiente e soprattutto per i nostri ragazzi. Abbiamo un problema sociale enorme – ha aggiunto – e molte polisportive, che sono vuote e non ben valorizzate, potrebbero diventare un punto di riferimento per persone che non lavorano e hanno bisogno di luoghi e di progetti di aggregazione. In questo modo, inoltre, si potrebbero intercettare situazioni problematiche che spesso arrivano troppo tardi ai servizi sociali”. Mario Bussetti ha evidenziato una questione di metodo: “La necessità di approvare entro gennaio il Bilancio non può portare a non avere tempo per una analisi approfondita: così facendo il Bilancio è un atto della Giunta solo ratificato dal Consiglio”. Nel merito, il consigliere ha sottolineato che il M5s “non condivide i toni trionfalistici ed è preoccupato per calo di risorse. Abbiamo forti dubbi sull’effettiva capacità di riattivare le persone e non abbiamo visto sufficiente attenzione dell’Amministrazione sul tema. Condanniamo l’assenza di una visione di insieme di tipo culturale e gli investimenti sui giovani sono così radi che ci chiediamo se non li abbiano dimenticati. In questo bilancio rimangono inesplorati temi come il lavoro, lo sviluppo economico, le infiltrazioni mafiose e la prevenzione, oltre alla costante crescita del fondo crediti di dubbia esigibilità”.

Secondo Adolfo Morandi (Forza Italia) la politica di sinistra “è sempre incentrata sull’assistenzialismo ma il problema è che per fare politiche di welfare e andare incontro alle esigenze sociali occorrono risorse, risorse che questo Comune per la gran parte attinge da incrementi di tasse e tributi a carico di famiglie e imprese. Per poter continuare a finanziare il welfare bisogna invece incentivare il lavoro e le imprese, permettere ai giovani, ben formati nella nostra città, di portare avanti nel territorio iniziative che oggi invece non sono agevolate. Bisogna cambiare verso – ha concluso il consigliere – ma, nonostante gli annunci, le politiche portate avanti sono le stesse della scorsa amministrazione: pane e mattone. Gli investimenti ci sono ma non sufficienti a far uscire la città dal torpore nel quale sta cadendo”. Giuseppe Pellacani ha commentato che riguardo al bilancio si ripete sempre “il solito rito della narrazione: da una parte il buono e il bello e dall’altra una critica sempre simile a se stessa. Ma nella narrazione qualcosa stride perché, a fronte di annunci fatti oltre due anni fa, Modena è ancora nelle secche di situazioni difficili per le quali i cittadini si aspettano investimenti più incisivi. Le politiche di welfare vanno bene ma sono passive, mentre a noi servono politiche attive. L’auspicio è che in Consiglio arrivino meno scelte meno preconfezionate e un po’ di più un prodotto sul quale svolgere un ragionamento costruttivo”.

Per Domenico Campana (Per me Modena) “la città non si riduce ai suoi aspetti urbanistici pur se impregnati di cultura e di civiltà. La civiltà della città si riassume nell’affermazione: non uno di meno. L’unico vero problema infatti sono gli esclusi, gli emarginati, i senza futuro e coloro che temono di scivolare in questa condizione”. Campana ha sottolineato il tema dei richiedenti asilo, dei profughi, dei migranti affermando che “il diritto di cittadinanza è il primo fattore di sicurezza” e che se lo ius soli non diventerà legge nazionale i danni saranno tanti e soprattutto locali. Abbiamo chiesto all’Amministrazione – ha proseguito – di mettere in agenda le politiche sociali e questo bilancio ne contiene più di una traccia. Ma non basta: serve capacità realizzatrice che ci riserviamo di valutare con il rigore necessario”.

Anche Antonio Montanini (CambiaModena) ha affermato che il bilancio, l’atto di governo più importante del Comune, si traduce in realtà “in una ratifica, alla quale è tenuta anche la maggioranza. In particolare, quest’anno mi colpisce la scarsità di dibattito che si traduce in scarsità di emendamenti: è una resa. La resa di una parte di città che decide di non proporre più perché non c’è ascolto. Sulle nostre proposte abbiamo sempre trovato dei muri e oggi abbiamo deciso di esprimere protesta e non proposta non presentando emendamenti. Dovremmo probabilmente ripensare il metodo se vogliamo dare legittimità al consiglio”. Sul welfare il consigliere ha poi sostenuto che “non bastano gli ammortizzatori”, ci si dovrebbe preoccupare di far sì “che sempre meno persone siano in condizione di essere assistite e per questo dobbiamo assumerci la responsabilità di creare opportunità: è più difficile che dare assistenza ma è il nostro ruolo”.

Sul concetto della ratifica del Consiglio al bilancio è tornata anche Luigia Santoro di Idea Popolo e libertà per la quale “mancano informazioni alle minoranze, di cui sarebbe bene raccogliere i suggerimenti prima di definire la manovra”. Rispetto ai contenuti, la consigliera ha sottolineato che “emerge una contrazione dei servizi, e dove sono mantenuti subiscono aumenti di tariffe. Pesa la mancanza di politiche coraggiose e innovative a fronte di proseguire in vecchie e rovinose scelte politiche, come ad esempio l’allungamento del contratto con Modena Parcheggi o l’affitto pazzesco per il Mata. Siamo di fronte a soldi pubblici spesi male – ha aggiunto – senza una visione innovativa di razionalizzazione della spesa. Bisognerebbe cambiare rotta e invitiamo l’Amministrazione a farlo con una reale apertura al confronto sui problemi della città”.

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