19/01/2017

FLUNCH / 1 - IL CASO SOLLEVA LA DISCUSSIONE SUI VOUCHER

In Consiglio l’assessore Bosi risponde alle interrogazioni di Pd e di Fas-Si, Sel e Per me Modena. “L’uso dei buoni lavoro, tema che desta allarme e su cui vigilare”

“Il caso del ristorante Flunch del Grandemilia ha riportato in primo piano la questione dell’uso e dell’abuso dei voucher, sollevata anche dal sindaco Muzzarelli che al Tavolo per la crescita l’ha posta come tema che desta allarme e sul quale vigilare”. Lo ha affermato l’assessore al Lavoro Andrea Bosi nel Consiglio comunale di oggi, giovedì 19 gennaio, rispondendo a due interrogazioni presentate da Antonio Carpentieri per il Pd e da Francesco Rocco di Fas-SI in rappresentanza anche di Sel e Per me Modena. Entrambe le interrogazioni chiedevano se fosse vera la notizia che la proprietà avrebbe sostituito le dipendenti aderenti allo sciopero del 22 dicembre scorso con lavoratori pagati con i buoni lavoro e che, il giorno dopo, le stesse dipendenti sarebbero state offese con cartelli intimidatori affissi al marcatempo.

L’assessore ha ricordato che l’Amministrazione “ha incontrato più volte i dipendenti che purtroppo sono rimasti senza lavoro e sta tuttora seguendo le trattative, che voglio ricordare si stanno svolgendo tra soggetti privati, per sollecitare, con chi eventualmente subentrerà, il recupero di almeno una parte dei lavoratori licenziati”.

Nella risposta Bosi ha poi sottolineato che l’eccessiva diffusione dei voucher è un problema ormai cogente, testimoniato anche dai dati dei primi dieci mesi del 2016 nei quali ne sono stati venduti oltre 121 milioni, “tanto che lo stesso ministro del lavoro ha dichiarato che il governo metterà in campo degli interventi per regolamentarne meglio l’utilizzo e rimetterli sui binari per i quali sono nati”, e ha ricordato che la Corte costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum sull’abrogazione del lavoro accessorio.

Entrando nel merito della situazione del Flunch, l’assessore ha riferito che il 22 dicembre 2016, i dipendenti dell’azienda, già in stato di agitazione dichiarato formalmente da settimane, hanno deciso di astenersi dal lavoro improvvisamente, cioè senza comunicarlo all’azienda. Non si sono quindi presentati otto dipendenti per i quali era previsto un turno. Altri quindici lavoratori, tra i quali due tirocinanti, hanno invece prestato regolare servizio. A questi – ha detto l’assessore – secondo l’azienda, che ho contattato nei giorni immediatamente dopo Natale, vanno aggiunti due turni di lavoro già previsti con personale pagato a voucher”. L’azienda, avendo saputo in via informale la sera precedente dell’astensione dal lavoro, si è organizzata per coprire le assenze facendo venire alcuni dipendenti dai punti vendita di Novate e Rescaldina; anticipando o posticipando turni di alcuni voucher già dichiarati per la giornata e aggiungendo un voucher non previsto in turno quel giorno ma già operativo nella settimana.

Dopo la denuncia, da parte delle organizzazioni sindacali, di atteggiamento anti-sindacale, l’azienda ha precisato che lo sciopero non era stato annunciato e quindi non si tratterebbe di condotta lesiva del diritto di sciopero. L’azienda ha inoltre precisato che tre dei voucher che stavano lavorando sono ex tirocinanti che non potevano essere assunti proprio a causa della chiusura e per i quali il buono lavoro significava la possibilità di continuare a lavorare.

Sulla seconda domanda contenuta nelle interrogazioni, l’assessore ha confermato che il 23 dicembre, le lavoratrici e i lavoratori che si erano astenuti il giorno prima hanno trovato un cartello posto vicino al marca-cartellino con delle scritte “assolutamente inaccettabili delle quali l’autore, che fa parte dei dipendenti licenziati, si è scusato”.

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