02/12/2017

ROTATORIA PROVVISORIA MODENA EST, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Diversi consiglieri sono intervenuti sull’interrogazione di Marco Rabboni (M5s)

Sono diversi i consiglieri intervenuti nel dibattito sulla rotatoria provvisoria di via Emilia est scaturito dall’interrogazione del consigliere Marco Rabboni (M5s), trasformata in interpellanza, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 30 novembre.

Il capogruppo di FI Andrea Galli, annunciando di aver presentato una interrogazione e un ordine del giorno sul tema, ha precisato: “Non voglio dare colpe all’Amministrazione per quanto successo, ma la risposta dell'assessore è debole. L’area non può essere in sicurezza - ha aggiunto - sono state depositate sotto la rotatoria dismessa circa 17 mila tonnellate di materiale ofiolitico e immagino che materiali analoghi siano stati impiegati anche per la rotatoria realizzata”.

Marco Chincarini di Art.1 - Mdp - Per me Modena ha chiesto perché, “se abbiamo pagato i 12 milioni all’impresa, non sono state fatte le opere di rimozione che erano comprese?”. Il consigliere ha inoltre domandato: “Andando ad acquistare quella parte di terreno, oggi, chi lo fa vi può costruire oppure no? E quale iter ne nasce di conseguenza?”.

Per Carmelo De Lillo del Pd rispetto ai tempi “non si può derubricare tutto dicendo che ci si è dormito sopra. Basta un minimo incidente o qualcosa di non previsto per bloccare tutto per tempi indefiniti”. Il consigliere ha ricordato che “Arpa viene citata due volte rispetto a messaggi diversi e bisogna dargli fiducia sempre: quando dice che c'è materiale inquinante e quando dice che non è pericoloso”, e ha chiarito che “la bonifica costa sicuramente più di quanto previsto”. Antonio Carpentieri ha chiarito che “nel 2008 l’appaltatore chiede al Comune di riconoscere un aumento di risorse perché quantifica più di 3 milioni di maggiori spese per i lavori, chiede inoltre una quota per lo smaltimento della rotatoria. L’aumento andava ben oltre il 10 per cento di quello che la legge prevede - ha precisato - e il Comune chiarisce che le pretese sono generiche e non fondate. Arriva a chiudere un accordo che prevede un versamento di 880 mila euro aggiuntivi, non legati allo smaltimento, ma ai maggiori costi sostenuti dall’azienda”.

Nella replica, il consigliere Rabboni ha ribadito che “l’area deve essere ripristinata alla funzione originaria di terreno agricolo. E’ indubbio che la situazione sia stata gestita malissimo - ha aggiunto - ed è assurdo che, per far luce sulla questione, si debba fare gli investigatori e presentare un’interrogazione in Consiglio dopo aver guardato tutte le carte dal 2004 a oggi. Una Amministrazione - ha concluso -dovrebbe far luce ed essere trasparente su queste cose e la risposta è assolutamente insufficiente”.

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