28/01/2013

GIACOBAZZI IN CONSIGLIO: PIANO EX FONDERIE NEL NUOVO PSC

L’assessore alla Programmazione ha risposto alle interrogazioni consiliari dei consiglieri Sandro Bellei (Pdl) e Sandra Poppi (Modenacinquestelle.it-beppegrillo)

Sono venuti a meno i presupposti economici per poter realizzare il progetto partecipativo di riqualificazione delle ex Fonderie di via Ciro Menotti; non resta che sperare che il progetto sia ammesso alla seconda fase dei finanziamenti del Piano nazionale per le città, da cui è stato escluso in prima battuta. Nel frattempo, l’assessore alla Programmazione e gestione del territorio del Comune di Modena Gabriele Giacobazzi ha annunciato che si impegnerà a inserire all’interno della discussione sul nuovo Psc un piano particolareggiato per l’ex Fonderie, oltre che per l’ex Amcm, che assieme all’area del consorzio agrario, costituiscono i punti dolenti della città. Anche a nome della Giunta, l’assessore, si è inoltre impegnato a verificare la possibilità di riprendere nell’edificio almeno gli usi temporanei e di verificare le proposte emerse in Consiglio comunale. Lo ha fatto nella seduta di oggi, lunedì 28 gennaio, rispondendo a due interrogazioni illustrate dai consiglieri Sandra Poppi (Modena5stelle-beppegrillo.it) e Sandro Bellei (Pdl).

La consigliera Poppi ha chiesto informazioni in merito alla realizzazione del parcheggio nell’area antistante le ex Fonderie e sui costi del progetto partecipativo; ha infine domandato “quali speranze reali esistono di recuperare il fabbricato e l’area, quali strade si pensa di percorrere e cosa resta da bonificare”. Anche il Bellei, sottolineando “il vistoso cartello, che annuncia il progetto partecipato, che ancora campeggia sulla facciata” ha chiesto notizie sul futuro del progetto e “come mai il fatiscente rudere, nemmeno più recintato, sia diventato ricettacolo di tossicodipendenti, barboni in cerca di riparo e animali”.

Il progetto partecipato è costato 94mila euro, il bando 66mila, la redazione del piano di recupero 80mila; i 258mila euro spesi per la realizzazione del parcheggio su via Santa Caterina rientrano in un piano più ampio per la messa in sicurezza dell’intera area finanziato dalla Regione e il piano esecutivo del parcheggio era dell’Ausl di Modena; altri 5 mila sono andati per l’indagine ambientale. Oltre 249mila euro sono stati spesi per l’azione di bonifica e smaltimento dell’amianto e “la relazione di Arpa conferma il rispetto delle percentuali di inquinanti ammissibili in rapporto alla destinazione d’uso diversa dal residenziale, quindi nell’area non c’è nulla di non ammissibile rispetto alla normativa ambientale”, ha sottolineato Giacobazzi. “Il cancello di ingresso dell’edificio, più volte manomesso, è stato nuovamente sistemato – ha continuato - ma il problema crescente di chi occupa lo stabile per trovarvi rifugio è un problema di disagio sociale, confermato dalla Polizia municipale che controlla l’area anche attraverso la telesorveglianza”. Per il futuro, l’assessore ha ribadito come per ora il Piano nazionale abbia premiato i progetti in procedura avanzata, ecco “perché riteniamo siano maggiori le possibilità di rientrare nella seconda tranche di finanziamenti”.

Nicola Rossi di Modena futura, dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, ha ricordato che “nell’ex Fonderie doveva trasferirsi l’Azienda Ausl e in passato è stata usata anche come discoteca”. Ha definito l’area “appetibile per le rilevanti dimensioni” e ha sollecitato l’Amministrazione “a pensare seriamente a quali siano le concrete possibilità d’intervento” suggerendo anche l’ipotesi di farne “un’area a disposizione dei senza tetto”.

Per Enrico Artioli del Pd “non è facile prevedere una destinazione d’uso per un immobile così particolare, tanto che anche il bando, che aveva portato a un progetto molto interessante, chiedeva di salvaguardare il nucleo storico”. Il consigliere ha quindi ipotizzato se “in attesa di tempi migliori, non sia possibile pensare a una destinazione temporanea, considerata anche la posizione vicino al centro”. E ha ricordato che, tre anni fa, l’associazione Amici delle fonderie vi ha organizzato un’iniziativa che coinvolgeva il mondo cooperativo.

Gian Carlo Pellacani dell’Udc ha avanzato il sospetto che tutta l’operazione del progetto partecipato non fosse altro che “una grande messa in scena, perché già si sapeva che soldi non ci sarebbero stati. Oggi – ha aggiunto - l’Amministrazione dovrebbe fare autocritica; il progetto era ambizioso e forse coinvolgendo la Fcrmo si sarebbe riusciti a far nascere un laboratorio della creatività modenese. Il ritiro dell’Università non può essere l’alibi per non andare avanti”.

Bellei in sede di replica ha raccomandato “di affrontare l’argomento in modo concreto e ha avanzato l’ipotesi di ricavare nell’area un piccolo museo, poiché la zona è stata sede di grandi opifici che diedero lavoro e fecero la ricchezza della città”. La Poppi si è dichiarata insoddisfatta della risposta, “non solo perché non è stata data soluzione a quell’area, ma anche perché non la soddisfa nemmeno la riqualificazione della zona dall’altra parte della ferrovia. La città – ha detto - non ha trovato quel respiro di cui aveva bisogna. L’area non è adatta a residenze quindi il progetto era importante anche per togliere degrado e riqualificare la zona”.

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