17/10/2014

NOMINE DEI CONSIGLIERI DI QUARTIERE, IL DIBATTITO IN AULA

Per la maggioranza degli intervenuti i nuovi organismi rappresentano un’opportunità ma molto dipenderà dall’impegno con cui anche Consiglio e Giunta li sosterranno

 

Un lungo dibattito ha preceduto la votazione della delibera sulla nomina dei componenti dei quattro Consigli di Quartiere, approvata dal Consiglio comunale giovedì 16 ottobre (a favore si sono espressi tutti i gruppi ad eccezione di Sel).

Per il Movimento 5 stelle, il capogruppo Marco Bortolotti ha detto di “non condividere il percorso fatto, ma di ritenere il ruolo dei quartieri importante per capire la macchina comunale”. E riguardo ai Consigli ha detto: “Abbiamo bisogno di persone che si vogliono impegnare e si mettano in gioco per far valere le esigenze della città. Dobbiamo trovare un metodo affinché i quartieri rappresentino veramente chi ci vive, da cui è invece lontana la formula partitica”. E Mario Bussetti ha aggiunto: “Siamo favorevoli a tutte le istituzioni che vanno verso il territorio, compresi i Quartieri. Prendendo atto che l’abolizione delle Circoscrizioni è stata decisa dal Governo e che questo regolamento è provvisorio, facciamo nostra la scommessa che avvicinando i cittadini al territorio si riaccenderà la parte più buona della politica, perché è vero che si è persa la spinta alla partecipazione”.

Per il Partito democratico, Fabio Poggi ha osservato che “con il regolamento di prima attuazione per la partecipazione territoriale abbiamo dato continuità alla quarantennale storia della partecipazione a Modena e costruito gli strumenti per darle un futuro. La nuova proposta diventa oggi operativa e nel giro di circa un mese i Consigli dovranno insediarsi; ogni quartiere si organizzerà in zone e ognuna di queste in assemblee che devono diventare elemento di traino dei cittadini. I Consigli di quartiere possono rappresentare la cerniera tra la partecipazione dei cittadini e gli organi istituzionali, una porta d’accesso alla democrazia rappresentativa, ma funzioneranno nella misura in cui noi saremo al loro fianco e li sosterremo”. Vincenzo Walter Stella, dopo aver ricordato la positiva esperienza di consigliere di Circoscrizione ha affermato che “oggi ogni forza politica, anche chi aveva votato contro, ha nominato i propri consiglieri che spero siano stati individuati con la logica del servizio ai cittadini, perché il rischio che più temo è che non si arrivi ad avere il giusto impegno per far decollare questa istituzione”. Per Simona Arletti “le Circoscrizioni hanno rappresentato per 40 anni una palestra di democrazia e ora abbiamo fatto una scommessa, ma il fatto di aver scelto noi i consiglieri dà un’ulteriore responsabilità, non solo al Consiglio ma anche al sindaco e ai singoli assessorati che dovranno cedere un pezzetto delle loro risorse in modo da poter rispondere a qualcuna delle istanze raccolte nei quartieri”. Secondo Antonio Carpentieri “non avere niente sarebbe stato molto peggio per le centinaia di associazioni del territorio e se non possiamo andare contro la legge, possiamo però cercare una mediazione che sia anche un’opportunità. Inoltre, i partiti sono ancora oggi lo strumento che la Costituzione prevede per la politica, l’importante è travasare la nostra responsabilità sui consiglieri di Quartiere affinché questa sperimentazione sia la sintesi tra democrazia rappresentativa e partecipativa”. In dichiarazione di voto, Chiara Susanna Pacchioni ha evidenziato che “i Quartieri si sono evoluti nel tempo, hanno cambiato pelle adattandosi a diverse condizioni storiche ed è probabilmente quanto avviene anche oggi. Apprezziamo gli sforzi fatti dalla precedente consigliatura per arrivare alla delibera a cui siamo favorevoli”.

Per Domenico Salvo Campana di Per me Modena essendo “i quartieri nati per controbilanciare il potere dei partiti, potrebbero in futuro essere qualcosa di diverso da un’emanazione dei partiti, anche se ora non è realistico e mi adopererò perché i Quartieri possono sviluppare un’idea di autogoverno dei cittadini fondata sulla discussione e sulla parola collettiva”. Per a capogruppo Adriana Querzè “la scelta nazionale di abolire le Circoscrizioni, al pari di altre che ugualmente creano una concentrazione di potere e privano dell’elezione diretta, rappresenta un restringimento degli spazi della democrazia e i rimedi possono essere solo culturali e di lungo periodo. Confido nel percorso relativo alla modifica dei regolamenti e all’introduzione di strumenti di partecipazione veri”.

Marco Cugusi di Sel ha criticato la delibera: “sbagliato individuare quattro quartieri e non di più. Il quartiere è una comunità prima che un’area, quindi il Consiglio deve avere funzione di rappresentanza del territorio, mentre questa è solo una rappresentanza dei partiti e non è vero che non si poteva fare altro. Vogliamo che si parli al più presto di democrazia deliberativa, referendum e di consultazioni”.

Per Forza Italia Andrea Galli ha annunciato voto favorevole “con molte perplessità, perché contano le persone indicate, pochissimo lo strumento. Le Circoscrizioni sono state una delusione e oggi vengono riproposte. In realtà tutto quanto è stato fatto lo si è fatto per togliere voce ai cittadini”.

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