28/08/2014

SAN PAOLO / 3 – LA STORIA: DALLE MONACHE ALL’EDUCATORIO

Convento nel Cinquecento, diventa una caserma nel 1799 per trasformarsi alla fine dell’Ottocento in luogo di servizi all’infanzia, ai giovani e alla famiglia

Le mura e i chiostri del San Paolo conservano le tracce di storie lontane: fanciulle devote, giovani soldati, pie orfanelle, bambini piccoli e grandi. Nella seconda metà del ‘900 l’antico complesso conventuale diventa per i cittadini modenesi un luogo di servizi all’infanzia, ai giovani e alla famiglia.

Nel 1486 le Monache agostiniane di Santa Maria della Misericordia prendono possesso della Chiesa di San Paolo e nell’arco di qualche decennio realizzano il convento. Nel 1603 affidano a Raffaele Rinaldi, detto il Menia, la progettazione della nuova chiesa esterna. Sempre ai primi del Seicento risalgono anche la costruzione del campanile e della chiesa interna, affidati anch’essi al Menia.  Nel 1653 la chiesa viene rifatta sotto la direzione di Cristoforo Malagola detto il Galaverna. A quest’epoca risale anche la realizzazione della Cappella della Madonna della Scala. La cappella presenta decorazioni in stucchi dorati completate da affreschi, di varie epoche, sulle superfici parietali e nella calotta della cupola.

Nel 1774 la Parrocchia di San Paolo viene soppressa ma la chiesa resta affidata alle monache che la riaprono nel 1776 per i festeggiamenti della Madonna della Scala. Nel 1798, con la soppressione napoleonica, i beni del convento passano allo Stato. Il convento viene adibito ad uso militare e nel 1799 diventa caserma.

Nel 1815 Francesco IV istituisce l’Educatorio San Paolo, posto “sotto gli auspici della Real Sua Consorte Maria Beatrice di Savoia”. L’anno successivo la chiesa viene riaperta al culto. L’attività dell’Istituto prosegue anche dopo l’Unità d’Italia.

Nel 1871 nasce l’Educatorio Provinciale San Paolo. Nel 1890 la facciata della Chiesa di San Paolo viene demolita e quindi ricostruita in allineamento con gli altri edifici. Durante la Grande Guerra le giovani ospiti dell’Educatorio vengono trasferite a Villa Braida, a Sassuolo, e molti locali dell’Educatorio vengono trasformati in  “Ospedale per i soldati reduci dal fronte”.

Nel 1944 la porzione del comparto prospiciente via Selmi viene distrutta dai bombardamenti e ricostruita nel dopoguerra.

 

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