29/01/2015

SANT’AGOSTINO, RESTAURO FRUTTO DI ACCORDI MINISTERIALI

L’assessora Vandelli ha risposto a un interrogazione di Bortolotti (M5s). “Progetto sviluppato con la Soprintendenza recependo i decreti di vincolo sovraordinati al Piano”

“Il progetto di restauro del complesso Sant’Agostino è stato sviluppato con la Soprintendenza ed è frutto di accordi ministeriali. Recepisce i Decreti di vincolo che sono sovraordinati al Psc; la norma sulle prescrizioni speciali di Psc, Poc e Rue trova infatti applicazione solo dove non c’è un Decreto di vincolo”.

Lo ha detto l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli nella seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 29 gennaio, rispondendo all’interrogazione del M5s illustrata dal capogruppo Marco Bortolotti sulla variazione al Piano strutturale comunale relativa alle aree soggette a particolare prescrizione per il Centro storico nei confronti del complesso Sant’Agostino.

Il consigliere ha evidenziato che le varianti intervenute in passato hanno riguardato Poc e Rue e che “nessun provvedimento di variante è mai stato avviato sul Psc”. Ha quindi chiesto “con quali passaggi e atti amministrativi e tecnici il complesso Sant’Agostino sia stato incluso fra le aree soggette a particolari prescrizioni individuate dal Psc”. L’interrogazione faceva riferimento, in particolare, alla presenza sulla cartografia del Psc del complesso Sant’Agostino tra le aree “soggette a particolari prescrizioni”, per le quali è possibile la deroga alla legge regionale 20/2000 che disciplina le trasformazioni attuabili nei centri storici, vietando in particolare l’aumento delle volumetrie preesistenti e l’edificazione delle aree di pertinenza dei complessi insediativi storici.

Vandelli ha parlato di “semplificazione” nell’interrogazione, “non generosa rispetto alla complessità del tema”. Il documento, ad esempio, “non intreccia dal punto di vista temporale e funzionale, i diversi procedimenti di variante con una serie di azioni”. Di fatto, ha proseguito, “la variante al Poc deliberata ha recepito le decisioni della Soprintendenza e l’intero complesso del Sant’Agostino è assoggettato a restauro su autorizzazione della stessa, che lo ha accompagnato anche con uno studio di fattibilità che determina le modalità di intervento – ha precisato – superando ogni altra definizione e prescrizione circa le modalità di intervento previste dallo strumento urbanistico. A non essere tenute in considerazione, inoltre, secondo l’assessore, anche “le intese e gli accordi di programma sottoscritti tra Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Comune e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che hanno definito i contenuti progettuali e procedimentali”.

L’assessora ha spiegato che per l’inserimento del complesso Sant’Agostino tra le aree soggette a particolari prescrizioni non è stata ritenuta necessaria una variante al Psc, ma si è proceduto attraverso una modifica al Poc deliberata dal Consiglio comunale, che ha recepito i vincoli. La legge regionale 20/2000 precisa che gli interventi puntuali per la valorizzazione del tessuto storico, la disciplina di dettaglio è demandata al Poc, che “coordinando e specificando le previsioni del Psc disciplina gli interventi diretti al miglioramento della vivibilità e qualità ambientale del centro storico, alla sua riqualificazione e allo sviluppo delle attività economiche e sociali, alla tutela e valorizzazione del tessuto storico e al riuso del patrimonio edilizio”. La legge precisa inoltre che le indicazioni del Psc relative alla localizzazione delle nuove previsioni insediative, agli indici di edificabilità, alle modalità di intervento, agli usi e parametri urbanistici ed edilizi “costituiscono riferimenti di massima circa l’assetto insediativo e infrastrutturale del territorio comunale, la cui puntuale definizione e specificazione è operata dal Piano operativo comunale, senza che ciò comporti modificazione del Psc”.

Nella replica, il consigliere Bortolotti ha evidenziato che “alcune affermazioni non mi chiariscono la situazione: cosa vuol dire che gli uffici hanno ritenuto? È così che si deve fare o hanno pensato loro che fosse così?”, ha chiesto. “La dialettica su questi temi dovrebbe essere molto più chiara, mentre la sua risposta non è stata trasparente”.

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