28/02/2015

SERVIZI DI INTEGRAZIONE / 2 - IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri prima dell’approvazione della delibera sugli indirizzi per la gestione di attività e progetti per l’inclusione di cittadini stranieri

Prima dell’approvazione delle linee di indirizzo per la gestione di attività e progetti rivolti all’integrazione dei cittadini stranieri (a favore Pd, M5s, Sel, CambiaModena, Per me Modena, e contro FI), nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 26 febbraio sono intervenuti alcuni consiglieri.

Andrea Galli di FI si è detto in disaccordo sui numeri: “Le percentuali parlano chiaro: in Italia gli stranieri sono l’8 per cento, a Modena il 15. Vuol dire che si è esagerato con le politiche per l’integrazione, mentre sono i modenesi ad avere necessità di questa attenzione riservata agli stranieri”.

Marco Cugusi di Sel ha ricordato che “si deve fare i conti con condizioni di svantaggio sociale e di microcriminalità che vanno rimossi ed è compito della politica trovare soluzioni. Credo che le politiche per gli stranieri dell’Amministrazione vadano nella giusta direzione e che a lungo andare paghino. Modena fa bene ad essere una città che accoglie e che rimuove le differenze tra cittadini”.

Adriana Querzé di Per me Modena ha evidenziato che “le politiche di integrazione non si valutano in base al numero dei migranti e che la loro concentrazione in un territorio rispetto a un altro è legata alle possibilità di lavoro e non alle politiche di integrazione messe in atto”. La consigliera ha poi illustrato l’emendamento all’ordine del giorno del Pd, evidenziando che “parlare una lingua diversa dall’italiano non ostacola la conoscenza dell’italiano, si tratta di un pregiudizio”.

Per il Pd, anche Tommaso Fasano ha evidenziato che “se a Modena la percentuale di stranieri è più elevata è perché l’economia locale ha richiesto la presenza di quei lavoratori per impiegarli nei vari settori del manifatturiero. Alcune delle cose dette – ha aggiunto – sono pretestuose e ideologiche”. Per Caterina Liotti le politiche di integrazione di Modena “sono state sicuramente attive, ben fatte e necessarie, perché il sistema economico ha richiamato la necessità di manodopera, non solo nel settore manifatturiero ma anche nel sistema di cura. La città – ha precisato – ha accolto coloro che sono arrivati a prestare manodopera in quanto persone e ha accompagnato tale processo con politiche di integrazione”.

Marco Bortolotti del M5s ha espresso l’accordo del gruppo con tutti i documenti in votazione: “La delibera, che definisce le linee per l’affidamento del servizio, è importante perché si tratta di attività che necessitano di competenze specifiche e che difficilmente l’Amministrazione comunale potrebbe sostenere in proprio. Chiediamo all’assessora – ha aggiunto – di creare indicatori di valutazione il più precisi possibile”.

Nella replica, l’assessora a Coesione sociale, Welfare, Integrazione e Cittadinanza Giuliana Urbelli ha evidenziato che “le politiche per l’integrazione sono il fondamento per garantire coesione e convivenza sul territorio. I Comuni – ha proseguito – subiscono il fenomeno migratorio e devono gestirlo al meglio in collaborazione con gli altri enti competenti”. L’assessora ha inoltre precisato che “gli enti locali gestiscono l’immigrazione, ma che di fatto la linea politica sul tema è definita a livello nazionale. Senza le persone straniere che lavorano nelle aziende e che si occupano di cura – ha aggiunto – la nostra società avrebbe faticato; per non parlare dell’apporto contributivo e fiscale che hanno fornito. Viste le cifre – ha concluso – gli stranieri fanno a tutti gli effetti parte della nostra popolazione”.

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