"Del mondo a lui contemporaneo, Alessandro Tassoni percepì e accolse le contraddizioni, ergendosi a giudice dei suoi tempi col metro di quegli ideali di nobiltà, di eroismo, di ardimentosa e vitalistica grandezza cui dichiarava di aspirare. Ma lo spazio dell’ammirazione in Tassoni è incomparabilmente più ristretto di quello del biasimo e del ridimensionamento ridicolizzante dell’idolo da abbattere".
Nella memoria collettiva il suo nome resta indissolubilmente legato a un poema, La secchia rapita. Il poema ebbe una straordinaria fortuna anche europea gia nel ’600 e dette vita, secondo gli auspici del suo autore, a un nuovo genere che egli stesso battezzò eroicomico.
L'originale della Secchia Rapita scritto di mia mano, a capriccio mio, era già stato destinato alla Libraria Vaticana; ma havendomi il Sig. Caldano Cancelliero delle Signorie Vostre Illustrissime e qualche altro ancora significato che forse elle havrebbono sentito gusto di haverlo in cotesto loro Archivio, l'ho trattenuto e consegnato al medesimo Caldano che lo presenti loro in mio nome.
Con queste testuali parole il 10 marzo 1625 Alessandro Tassoni accompagnava il dono del manoscritto autografo, originale della Secchia Rapita, alla città di Modena con la raccomandazione per i 'Conservatori della Pubblica felicità', amministratori della Città, che fosse conservato nel loro archivio.