Oriele è operaia alla Regia Manifattura Tabacchi di Modena, dove si entra solo col certificato di miseria e la raccomandazione di un qualche notabile della città.
Ha studiato fino alla terza elementare e campa tutti in famiglia: la madre vedova e i fratelli. Dopo dieci ore di lavoro ad arrotolare sigari, col tabacco fermentato sulla pancia, lavora in campagna e governa le bestie.
Teresa, la Bruna, Argìa, Elide, Angiolina e le altre, come lei sottoposte a una dura disciplina di fabbrica, condividono fatiche e umiliazioni, ironia e buonumore, e infine il coraggio della rivolta.
Il solo che abbia a cuore le sorti delle sigaraie è il dottor Rolando Silvestri, di famiglia borghese, animato dalla fede nel progresso della scienza e della società.
Le visita gratis nell’ambulatorio ricavato da un piccolo teatro dismesso e compie ricerche sui topi per dimostrare il legame tra i vapori tossici della fabbrica e il tasso altissimo di aborti. Per dare voce ai corpi inascoltati delle donne, e ai loro figli indeboliti dal latte insalubre del seno materno, si troverà solo contro tutti.
Due storie che corrono parallele e si incrociano in un’unica vicenda di riscatto umano e sociale. Sullo sfondo il ventennio fascista con la sua politica maschia e la retorica della (madre) patria.
Copertina di Andrea Capucci
Visual identity e art direction: Giorgio de Mitri, Patty Di Gioia e Alessio Cancellieri per Sartoria Comunicazione