In occasione del concerto del primo luglio 2017, Modena Park, con cui Vasco festeggia i suoi primi quarant’anni di carriera, ho raccolto sette testi di cinque scrittori che raccontano Vasco e il suo mito.
Per “leggere bene”. Si tratta di testi scritti con estrema cura, obiettivo programmatico del dondolo che è puntigliosamente attento allo stile.
Per farsi qualche domanda. Come mai in Italia per essere una rock star bisogna nascere tra Zocca e Correggio e comunque non essere nati oltre le province di Modena e Reggio Emilia?
Cosa significa essere un rocker? Forse sbriciolare tra le mani la sottile linea che divide la vita dall’arte. Con autenticità, Vasco l’ha sempre rotta. La sua biografia è il miglior romanzo sul rock che da queste parti ci sia capitato di leggere.
Ecco, questi sette testi di cinque eccellenti autori compongono qualche capitolo di quel romanzo identitario che abbiamo vissuto con Vasco. Non siamo altro che l’esito delle storie che ci accade di vivere.
Di Pier Vittorio Tondelli, il grande scrittore di Correggio morto nel 1991, ho scelto un testo del 1988 uscito sull’ “Espresso” del 2 luglio 1989 e raccolto nel magnifico volume Un weekend postmoderno. Cronache degli anni Ottanta, Bompiani, 1990.
Di Marco Santagata, illustre italianista, filologo e romanziere di Zocca, la splendida Laudatio pronunciata l’11 maggio 2005 allo Iulm di Milano in occasione del conferimento della laurea a Vasco Rossi. C’ero quel giorno e sentii la voce di Vasco pronunciare: “Una laurea a me, non me l’aspettavo veh!” con la stessa forza mitopoietica dell’incipit di una delle sue canzoni.
Di Edmondo Berselli, il grande Eddy, di Campogalliano, giornalista, intellettuale acutissimo e scrittore elegante, due articoli scritti per “Espresso” e “Repubblica” del 2007 e 2008.
Di Leonardo Colombati, scrittore romano di gran talento e massimo esperto mondiale della vita e dell’opera di Bruce Springsteen, Vasco Rossi, un testo molto bello scritto nel 2011 per La canzone italiana. Storie e testi a cura di Leonardo Colombati, Mondadori 2011. È un librone di
quasi tremila pagine, è la Bibbia della canzone italiana.
Dello scrittore di Formigine Roberto Barbolini un bel pezzo scritto nel 2005 per “Panorama” e l’unico racconto della raccolta, un racconto vampiresco del 2001, dove Vasco incontra il Conte Dracula davanti al cinema Astra.
Il disegno di copertina, inedito, è di Wainer Vaccari, bravissimo artista, di Modena.
Beppe Cottafavi
Copertina di Wainer Vaccari
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