ZUCCHERIFICIO MIRANDOLA

via M. Merighi 3, Mirandola

1936

Mario Guerzoni

1986 (recupero)

Politecnica

Lo zuccherificio di Mirandola fu costruito nel 1936 per volontà della famiglia dell’armatore genovese Erasmo Piaggio, che era a capo della ‘Società Italiana Industria Zucchero Indigeno’, i cui azionisti di maggioranza erano Erasmo e suo figlio Carlo. L’intento era quello di dare vita a un impianto di distillazione dell’alcool, produzione assai richiesta, poiché, dopo l’embargo applicato all’Italia dalla Società delle Nazioni, vi era la necessità di ricavare fonti di energia alternative al petrolio. La fabbrica nacque, quindi, come distilleria e solo nel Dopoguerra si trasformò in zuccherificio. Dagli anni Cinquanta sino alla metà degli anni Sessanta, lo stabilimento conobbe un periodo di forte espansione, grazie alle innovazioni tecnologiche che portarono a un progressivo aumento della sua produzione.

Vista del fronte sud dopo la riparazione dei danni del terremoto del 2012. (Foto V. Bulgarelli)

Per cinquant’anni lo zuccherificio ha accompagnato la vita dei mirandolesi dando lavoro, magari soltanto per una campagna saccarifera, a centinaia di persone, operai stabili e occasionali. La crisi arrivò negli anni Settanta in seguito a vari mutamenti societari e nel 1986 si giunse alla chiusura dello zuccherificio nonostante le forti proteste dei dipendenti, che furono trasferiti presso altri impianti. Situato nella pianura padana in un’area a prevalente carattere rurale, il complesso si impone per l’articolazione dei volumi uniformata dal ricorso a un linguaggio semplificato e definito da ampie finestre. Le pareti sono animate da semplici ma efficaci elementi: il lieve risalto di paraste, architravi e cornici, le ampie finestre e le fasce marcapiano mentre dall’interno è visibile la copertura a falde inclinate con capriate metalliche (fonte IBC).

Il complesso in piena attività in un’immagine degli anni Cinquanta. (Archivio AIMAG)

Il complesso produttivo nel 1999 è stato oggetto di un concorso di progettazione che prevedeva la realizzazione della nuova sede dell’AIMAG, azienda pubblica di servizi energetici e ambientali vinto da Guido Canali. L’intervento di recupero è stato completato nel 2010 su un nuovo progetto elaborato da Politecnica, che riprende in parte quello di Canali e dispone all’interno della grande scatola muraria spazi a tutta altezza intervallati a volumi formalmente indipendenti dalla struttura preesistente. Parzialmente danneggiato dagli eventi sismici del maggio 2012, l’edificio è stato completamente risistemato.


Fonti archivistiche e bibliografiche

Archivio AIMAG.
IBC, Catalogo del patrimonio culturale. Archeologia industriale, Modena.
F. Bianchi (a cura di), La distilleria zuccherificio di Mirandola (1936-1986), Mirandola, Gruppo studi Bassa modenese 2008.
C. Boschini, Mirandola, la storia dello zuccherificio che non c’è più, “L’Informazione”, 3 giugno 2008, p. 35.
IBC Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, L.R. 19/98. La riqualificazione delle aree urbane in Emilia-Romagna, Bologna, Editrice Compositori 2011.
E. Pieri, Progetto di recupero dello Zuccherificio di Mirandola, in “Costruire in Laterizio”, n. 87, 2002, pp. 18-23.

 

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