Sede INAIL

viale Virginia Reiter 34
1938
Ernesto Suardo
Riferimento Mappa: 30

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1. L’edificio da viale Reiter

 

 

L’edificio dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul lavoro, sorge nel 1938 lungo viale Reiter, in un’area della città che vede negli anni trenta affiancare, al già esistente tessuto residenziale di prima espansione novecentesca, una serie di importanti edifici pubblici. Tra questi il liceo scientifico Tassoni e, strettamente legato alle vicende della costruzione di piazza dell’Impero poi Matteotti, la sede di un altro ente previdenziale, l’Inps.
Per l’edificio modenese dell’Infail, l’Istituto incarica l’ingegnere Ernesto Suardo (1890-1961) importante figura del panorama professionale lombardo, che disegna negli stessi anni anche le sedi di Varese, Ravenna, Verona, Mantova e Bergamo. Il blocco edilizio si presenta nettamente suddiviso in due parti, una basamentale al piano terra e una in mattoni faccia a vista comprendente i sovrastanti due livelli. I fronti si caratterizzano per una scansione regolare delle finestre allineate sui tre piani, incorniciate da inserti in pietra bianca che segnano visibilmente nell’impaginato di facciata, in contrasto con le cromie delle superficie di rivestimento, la geometria rettangolare delle aperture.
La compattezza del volume è disarticolata da alcune soluzioni progettuali e funzionali che definiscono le caratteristiche principali dell’edificio. In primo luogo la scelta di posizionare l’ingresso all’angolo sud-occidentale del lotto. Rialzato di alcuni gradini in contatto diretto con la strada, vi si accede attraverso un portico definito da tre pilastri. Questa parte dell’edificio, la cui importanza è ulteriormente segnata dall’apparato decorativo a bassorilievo presente nella parete laterale, si rispecchia all’interno, nel salone con colonne collegato con lo scalone di pubblico accesso, a costituire un continuum spaziale che dalla strada congiunge l’interno, in una sequenza di ambienti di grande qualità spaziale. Al vuoto creato dall’ingresso nella compatta volumetria dell’edificio, fa da contrappunto sulla terrazza, il telaio strutturale lasciato a vista, elemento di derivazione razionalista, correntemente usato anche nell’architettura civile degli edifici pubblici del regime, senza quella tensione all’astrattismo che invece caratterizza le esperienze più significative del periodo. Lo stesso elemento, che partecipa a quell’operazione compositiva di rottura della regolarità di cui si diceva, lo si trova anche sul lato settentrionale dell’edificio con funzione di pensilina di accesso al cortile, al piano terra, mentre al piano primo, si definisce come uno spazio all’aperto ancora a terrazza.

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2. Dettaglio del portico di ingresso

 

 



Fonti archivistiche e bibliografiche
Settore T.Q.U.E., Comune di Modena, scheda S137.
V. Zanella (a cura di), Idee per la città. Ernesto Suardo Ingegnere. Bergamo 1890-1961, Skira, Milano 1997.
G. Bertuzzi, Modena Nuova. L’espansione urbana dalla fine dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento. Lineamenti, Aedes Muratoriana, Modena 1995, pp. 80-83.

Fonti immagini e fotografie
1, 2. Foto: Claudio Fornaciari

 

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