Villaggio Artigiano

via Emilio Po, via Leopoldo Nobili, via Scacciera
1949
Mario Pucci, Vinicio Vecchi
Riferimento Mappa: 42

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1. Il volume destinato a ingresso e a palestra della scuola d’infanzia indipendente dall’edificio della scuola elementare

 

Il villaggio artigiano Modena Ovest, primo in Italia, nasce a partire dal 1949 per volontà del sindaco Alfeo Corassori e dell’Assessore ai Lavori Pubblici Mario Pucci. Nel quadro economico e sociale della città nell’immediato dopoguerra, la creazione di un quartiere destinato all’artigianato e alla piccola impresa rappresenta una risposta della politica e dell’architettura alle necessità di fornire occupazione e abitazioni agli operai rimasti disoccupati, proponendo al tempo stesso un modello di sviluppo urbano ed economico originale ripetuto a Modena nel villaggio di Modena Est e in quello dei Torrazzi, completato nel 1972.
L’area individuata per tale operazione è un terreno posto a ovest della città accanto al tracciato della linea ferroviaria Milano-Bologna, lottizzato in settantaquattro particelle vendute a prezzo di costo a privati che intendono impiantare attività artigianali e che provvedono con proprie risorse all’edificazione dei fabbricati. A carico del Comune restano le opere di urbanizzazione primaria e i servizi del quartiere, mentre le grandi aziende sono escluse dalla possibilità di acquistare i lotti, per precisa volontà dell’Amministrazione, che non intende favorire aziende monopolistiche, come avvenuto in altri luoghi. Sulle aree vengono edificati fabbricati tipologicamente omogenei, al massimo di due piani, destinati a piccoli capannoni e residenze. Si sperimentano anche inedite soluzioni tipologiche, in cui le due funzioni sono accoppiate in un unico blocco volumetrico, alcune delle quali realizzate dall’architetto Vinicio Vecchi (si cita soltanto l’edificio dell’impresa Caprari). Diversa è la struttura urbana della parte nord del villaggio occupata dai servizi di cui si è detto e da sei edifici costruiti dall’INA, con un tipo di blocco in linea dalla pianta spezzata, secondo un modello presente anche nei quartieri Sacca e Sant’Agnese. Residenza e attività produttiva si mescolano in un ambiente organico, misurato e omogeneo, dotato di servizi e attrezzature per gli abitanti, autonomo e autosufficiente, dalla forte identità, trasmessa dai luoghi della produzione così come dai servizi, come la chiesa (oggi demolita) o la scuola (oggetto in anni recenti di un intervento di ampliamento e ristrutturazione), parte integrante di un modello di sviluppo economico e sociale che mette l’istruzione al centro del proprio programma, al pari del lavoro.

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2. Vista da via Scacciera delle residenze INA

 

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3. Progetto di V. Vecchi per un fabbricato a uso laboratorio artigiano e abitazione civile, per “Vecchi Varis e figlio”

 

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4. L’edificio della scuola elementare “Emilio Po”

 

 

Fonti archivistiche e bibliografiche
G. Muzzioli, Modena, Laterza, Roma-Bari 1993, p. 340.
BPMO, G. Giusti, E. Lili Goles, Densità sostenibile. Progetto di riqualificazione del Villaggio Artigiano di Modena Ovest, tesi di dottorato, Università degli Studi di Parma, Facoltà di Architettura, a. a. 2007-2008, relatore Francesco Gastaldi, correlatore Andrea Costa.
W. Guerrieri, Il Villaggio. Una ricerca fotografica sul villaggio di Modena ovest, Linea di confine editore, Reggio Emilia 2009.
L. Fontana, Scuola d’infanzia comunale Villaggio Artigiano. Un salone “circo-lare” al centro del quartiere, Edizioni Artestampa, Modena 2009.
L. Montedoro (a cura di), La città razionalista. Modelli e frammenti. Urbanistica e architettura a Modena, 1931-1965, RFM Edizioni, Modena 2004, pp. 58-59.

Fonti immagini e fotografie
1,2,4. Foto: Claudio Fornaciari
3. Prospetti: BPMO, Archivio Vinicio Vecchi, Stabilimenti industriali. Riproduzione fotografic del disegno: Rolando Paolo Guerzoni

 

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