Casa Parenti

via Belle Arti 39

1910

Gustavo Zagni

 

Il progetto è presentato dall’architetto Gustavo Zagni nel 1910, nell’ambito dei lavori di rinnovamento edilizio di via Belle Arti iniziati alla fine del XIX secolo.

L’edificio costituisce un ulteriore esempio della lunga produzione in campo architettonico del professor Zagni, docente e membro dell’Accademia Atestina di Belle Arti, senza dubbio uno dei più interessanti e prolifici (novantasei i suoi progetti tra il 1895 e il 1926) esponenti del panorama modenese e non solo dello stile Liberty. Tra le sue opere, solo per citare quelle in città, concentrate nei primi due decenni del ‘900: le case a schiera per l’impresa Giardino in via Emilia Est e Bondigli (1904-1909), la villa Giberti in via Emilia Ovest (1911), il cinema Metropol e Scala (1913-1915) e la villa di famiglia (1914) in viale Regina Margherita, ora Caduti in Guerra. L’intervento di via Belle Arti è realizzato su commissione di Teresa Parenti.

Il riproporsi di elementi ricorrenti del disegno di Zagni in questo edificio, dimostra come l’adesione allo “stile nuovo” trovi facilmente applicazione a temi differenti. Il progetto, infatti, costituisce l’ammodernamento e leggero sopralzo (sufficiente tuttavia ad innalzarlo sopra la quota dell’edificio accanto) dei tre piani di un edificio preesistente posizionato all’interno della cortina continua, che caratterizza l’edificato della via, mentre i precedenti lavori citati sono blocchi isolati a differente destinazione (villa unifamiliare e case a schiera ad ammortamento). Come riportato da Giordano Bertuzzi l’indicazione della Commissione di Ornato di “alleggerire” la decorazione, sottolinea un atteggiamento ricorrente del progettista che indirizza lo studio del decoro verso una generale saturazione del fronte, mediante la sottolineatura delle parti costitutive della facciata composta con l’ausilio di un attento e raffinato disegno di natura accademica. Qui, escrescenze quasi di stampo neo-rococò realizzate in cemento a rilievo, evidenziano i portali di ingresso sul paramento del piano terra trattato a bugnato di intonaco e intorno alle finestre. La tripartizione della facciata è scandita dai marcapiani del piano terra e primo e dal coronamento a conclusione dello sviluppo verticale del fronte accentuato dall’assenza della cornice orizzontale a divisione degli ultimi due livelli. Anche in questo caso, questa volontà di partizione della facciata è marcata dalla saturazione delle fasce intervenendo sulle cornici e nella gola del sottogronda con elementi floreali abbinati a motivi lineari. Il balcone centrale, trova nel disegno quasi Jugendstil del parapetto, una coerenza con il restante apparato decorativo.

 

Disegno del fronte (Archivio Storico Comune di Modena - Foto P. Pugnaghi)

 

Scheda a cura di Matteo Sintini

 

Fonti archivistiche e bibliografiche

 

Archivio Storico Comune di Modena, Fondo Ornato Particolare 1910/239

G. Bertuzzi, Trasformazioni edilizie ed urbanistiche a Modena tra ‘800 e ‘900, p. 205, Modena, AEDES Muratoriana 1992.
V. Bulgarelli e C. Mazzeri a cura di, Città e architetture. Il Novecento a Modena. Modena, Franco Cosimo Panini Editore 2012.
Liberty in Emilia, Modena, Poligrafo Artioli spa 1988.
Alberto Barbieri, A regola d’arte, Modena Edizioni Mucchi, Modena 2008.
Alberto Barbieri, Arte e artisti a Modena, Modena, Mucchi Editore 1977.
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