Condominio Rossi

Viale N. Fabrizi 29

1962

Vinicio Vecchi

 

Progettato da Vinicio Vecchi nel 1962 il condominio è realizzato per l’ingegnere Giovanni Rossi, in due lotti d’angolo tra viale Nicola Fabrizi e via Luigi Tabboni occupati in precedenza da un’edificazione di piccole costruzioni, tipica della prima espansione novecentesca di questa parte della città. Il piano Regolatore del 1959 prevede la sostituzione di questo tessuto edilizio, ancora ora in parte esistente, con blocchi ad appartamenti di maggiore densità edilizia, caratterizzati da un elevato e “moderno” standard abitativo vicino al centro storico e con “vista parco” rivolti ad una classe abbiente, che definisce il carattere intensivo di questa zona di pregio testimoniato dai numerosi interventi lungo tutto il viale, con la prosecuzione in viale Medaglie d’Oro.

La volumetria e la composizione di facciata sono studiati in funzione di queste richieste, a partire dalla realizzazione di una cortina continua allineata al viale, che consente di rivolgere gli spazi soggiorno di tutti gli alloggi al Parco della Rimembranza. Il blocco edilizio presenta una parte principale compatta su strada composta da otto piani fuori terra; quello al piano terra con l’atrio e gli spazi di distribuzione, sormontato da un piano mezzanino già destinato ad appartamenti come i sovrastanti sei coronati da un piano attico, mentre all’interrato si trovano le autorimesse. Sul lato posteriore due piccoli avancorpi quasi simmetrici rompono la linearità del fronte, definendo una rientranza dei fronti laterali, che sul lato nord segna efficacemente l’angolo. Sul lato opposto a sud, un volume più basso di due piani posto in aderenza con un preesistente edificio, ospita locali di servizio e offre la superficie per una terrazza accessibile dal secondo piano.

 

Prospetto su viale Nicola Fabrizi ( Foto V. Bulgarelli)

Come in tutte le realizzazioni di questo “tipo” edilizio, lo spazio di ingresso è particolarmente curato, luogo di prima visibilità degli abitanti e dei visitatori. Il rapporto con la strada e con il parco è mediato da una continuità di superfici vetrate. Al centro la sezione è ribassata e rivestita all’intradosso del solaio da doghe di legno, mentre ai lati l’altezza si raddoppia, ampliando lo spazio in corrispondenza degli accessi ai due corpi scala e ai quattro ascensori. Le pareti interne dell’androne sono in mattoni faccia a vista, in continuità con il paramento esterno, arricchite dai già citati rivestimenti in legno, dai pavimenti in marmo e da pannelli decorativi in bassorilievo di rame, bronzo, ottone.

Disegno dell'atrio ( Archivio Vinicio Vecchi, Biblioteca Civica d’Arte “L. Poletti” - Foto P. Pugnaghi)

Ad ogni piano sono distribuiti dai sistemi di risalita posti ai lati quattro appartamenti di taglio medio-ampio, organizzati disponendo gli spazi di soggiorno e pranzo verso il parco, mentre i locali accessori e le camere dal letto sono al centro e sul retro, comunque dotati di ampie superfici vetrate. Il carattere dell’edificio è definito dal linguaggio derivato dal sistema costruttivo scelto, memore di alcune note esperienze sostanzialmente coeve che Vecchi certamente conosceva, come la Torre Velasca di BBPR a Milano o l’edificio INA a Parma realizzato da Franco Albini. Le relazioni e le analogie con queste maggiori realizzazioni sono da leggersi nel raccordo inclinato del pilastro principale in cemento con i due montanti secondari accoppiati, che proseguono lungo lo sviluppo verticale del fronte e nei pannelli in mattoni faccia a vista, elementi a cui è affidato il compito di conferire maggiore espressività all’edificio. Il primo scandisce la facciata in una rigorosa trama mentre il secondo, unitamente al trattamento a sabbiatura dei mattoni e al mantenimento delle riseghe e degli incastri, attraverso una semplicità costruttiva definisce una sorta di carattere decorativo alla tessitura di facciata.

 

Scheda a cura di Matteo Sintini.

 

Fonti archivistiche e bibliografiche

Archivio Vinicio Vecchi, Biblioteca Civica d’Arte “L. Poletti”
L. Fontana, C. Mazzeri a cura di, Vinicio Vecchi un architetto e la sua città, Comune di Modena, Parma Edicta Edizioni 2008.
V. Bulgarelli e C. Mazzeri a cura di, Città e architetture. Il Novecento a Modena. Modena, Franco Cosimo Panini Editore 2012

 

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