Villa Manzini

via F. Prampolini 34

1920

Emilio Giorgi


2020  Progetto di restauro

Claudio De Gennaro

La villa terminata nel 1922, insiste su un lotto situato nella prima area di espansione a est del centro storico, formatasi a seguito dell’abbattimento delle mura e della successiva lottizzazione determinata dai piani di fine Ottocento. Le ampie aree acquistate del Comune e suddivise in lotti continui, favoriscono la realizzazione di edifici al centro di aree verdi a giardino per lo più uni o bifamiliari, così come di edifici a blocco ad appartamenti con la finalità di creare un impianto urbano ed evitare l’effetto suburbano a case isolate.

La villa oggi dopo il restauro (Foto C. De Gennaro)

Progettata dall’ingegnere Emilio Giorgi la villa è situata in località Sant’Agnese alle spalle dell’edificio scolastico prospettante viale Trento e Trieste, in un lotto di forma trapezoidale all’incrocio tra le vie F. Prampolini, una delle direttrici dell’espansione parallela ai viali N. Fabrizi- V. Reiter (via L. Ricci) e Trento e Trieste - C. Menotti e via V. Contri che ne definisce il confine nord. A sud invece, il tracciato curvilineo della ferrovia provinciale della linea Modena-Sassuolo, delimita il margine meridionale che definisce la forma dell’isolato a trapezio. Nella planimetria allegata alla richiesta di abitabilità alla Commissione d’Ornato, in questa parte si vede concentrarsi la sistemazione verde disegnata, come in voga all’epoca, a siepi e vialetti interni. Circa il centro la villa si presenta come un blocco compatto, che trova variazioni nei portici d’ingresso sul lato est verso via F. Prampolini, nella terrazza del piano primo sul lato sud (affacciata sul giardino) e nella torretta dello spigolo nord est, che completa il movimento volumetrico ascendente a scalare. Come altre realizzazioni del progettista, l’uso del linguaggio eclettico si presta alla caratterizzazione di una residenza alto borghese che si ritrova in tutta la zona da viale L. A. Muratori a viale G. Moreali.

Primo Progetto non realizzato (ASCMO)                             Stato di fatto prima del restauro (Foto C. De Gennaro)

Edificata su due piani rialzati, i livelli sono nettamente distinti dal trattamento materico: a intonaco bugnato al piano primo e mattoni faccia a vista di rivestimento al piano superiore, elemento che si ritrova anche nella torretta con funzione di belvedere. Su questa, le aperture sono sostenute da due semplici colonnine che sostengono un architrave cementizio.

Disegno dei prospetti (Archivio Storico Comune di Modena - Foto P. Pugnaghi)

Il lavoro di ricerca sul linguaggio eclettico ben è documentato nelle diverse versioni pensate per il prospetto ovest, dove compaiono soluzioni che indagano l’utilizzo su tutte le finestre centrali e laterali superiori del motivo dominante della cornice ogivale di sapore gotico o la proposizione al centro del prospetto di una finestra tripartita analoga a quella della torretta sormontata da una cornice a volute di sapore più liberty.

Ancora, una interessante versione del fronte nord, il prospetto principale di ingresso, interessa la torretta che viene chiusa da vetri superiormente ed è sottolineata nella sua sporgenza da due paraste laterali impostate sulla quota del piano sottostante. Più elaborato appare anche l’apparato decorativo, in particolare quello del cornicione sommitale.

           

Lo scalone restaurato                                              La sala dopo il restauro (Foto C. De Gennaro)

L’edificio è stato recentemente oggetto di un complesso lavoro di restauro, curato dall’architetto Claudio De Gennaro, che ha ripristinato le finestrature del progetto originale, restaurato lo scalone principale, intervenendo sugli interni. In particolare è stato recuperato il sottotetto ora destinato a zona notte, con nuova soluzione per l’accesso al piano. Sono state pulite e conservate le superfici in cartongesso dell’epoca, ricche di motivi decorativi.


Scheda a cura di Matteo Sintini con il contributo dell'architetto Claudio De Gennaro.


Fonti archivistiche e bibliografiche

Archivio Storico Comune di Modena, Fondo Ornato Particolare 1920/168


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