16/03/2001

IL CONSIGLIO CONTRO LA VIOLENZA NEGLI STADI

Approvato a larga maggioranza un Ordine del Giorno dei DS.
" La violenza negli stadi, così come ogni altro tipo di violenza, non può essere tollerata. Lo ha ribadito in modo forte e deciso il Consiglio comunale di Modena che a larga maggioranza ha approvato ieri, giovedì 15 marzo, un Ordine del Giorno del gruppo dei DS con il quale si "stigmatizza e condanna con risoluta fermezza qualunque episodio teso a turbare il regolare svolgimento delle manifestazioni sportive". A favore del documento, sottoscritto dai consiglieri Giorgio Montecchi, Giorgio Pighi e Massimo Mezzetti, hanno votato tutti i gruppi di maggioranza e Rifondazione comunista con l'astensione dei gruppi del Polo e di Modena a Colori. Anche in vista della prossima gara tra il Modena e il Como in programma il 26 marzo prossimo - ha detto Gino Montecchi illustrando in aula il testo dell'Ordine del giorno - è importante ribadire la necessità di costruire dentro e fuori dagli stadi le migliori condizioni perché un evento sportivo non abbia a trasformarsi in pagine di cronaca nera. Riconoscendo poi gli sforzi fino ad oggi compiuti dalle forze dell'ordine, il documento dei Ds ritiene infine che "le autorità e le istituzioni competenti competenti debbano intensificare tutte le misure e le azioni possibili di prevenzione e di contenimento atte a garantire icolumità e serenità a quanti partecipano a un qualunque evento sportivo, di calcio o non". Chi va allo stadio, ha detto Antonio Maienza (Udeur) intervenendo nel dibattito, ha diritto alla sicurezza della propria incolumità. Ogni violenza, di qualunque tipo essa sia, va condannata. Con la prevenzione devono di pari passo però essere attivati interventi precisi idonei a garantire sicurezza nello stadio come fuori. Lo sport è affascinante, il calcio è spettacolo. Quest'anno a noi tifosi del Modena poi è capitata una magia che non possiamo accettare venga rovinata da episodi di violenza. Pur condividendo lo spirito dell'Ordine del Giorno, Francesco Signorile (Fi) ha rimproverato al gruppo Ds la mancanza di proposte concrete, se non un generico appello alle Istituzioni competenti affinchè si impegnino maggiormente sul piano dell'ordine pubblico. Io credo - ha detto - che uno dei modi migliori per prevenire la violenza negli stadi sia anche quello di garantire al pubblico impianti funzionali e sicuri. Una ragione in più per ribadire la necessità di uno stadio migliore, posto fuori dal centro della città e facilmente raggiungibile. Per Antonio Marino (DS) lo sport è occasione di aggregazione, divertimento, crescita collettiva. Occorre evitare che la violenza si impadronisca degli stadi innanzitutto rifuggendo da letture che vorrebbero la violenza specchio diffuso della società, dunque, come tale da affrontare senza specificità dettate dagli eventi sportivi. Occorre costruire risposte articolate, di prevenzione e di sicurezza. Forte in questo senso deve essere l'impegno della società come delle forze dell'Ordine ma anche delle società sportive. Non può essere accettabile che società come il Verona finiscano sotto il peso del ricatto di gruppi violenti e razzisti tanto da rinunciare all'ingaggio di un giocatore di colore. E' un ordine del giorno opportuno e condivisibile, ha detto l'assessore allo sport, Raffaele Candini. Non si può assistere senza reagire al crescere della violenza negli stadi. Forte deve essere l'impegno per promuovere ovunque la prevenzione affinchè gli impianti sportivi siano prima di tutto luoghi di sport e serenità. Per questo, assieme alle azioni già attivate per mettere in sicurezza il nostro stadio, abbiamo promosso occasioni di incontro con i giovani per promuovere una cultura sportiva capace di vivere l'evento con passione ma anche con grande rispetto dell'avversario. Particolarmente significativa in questo senso la recente iniziativa con i giovani delle scuole modenesi che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del calciatore Bortolotti. Per Achille Caropreso (Fi) l'Ordine del giorno è decisamente "troppo timido", leggero e vago. Si limita a parlare di un generico contenimento dei fenomeni senza affrontare il tema della repressione della violenza. Anche di recente, in Tv, abbiamo assistito a veri e propri atti di resa dello Stato che non possono essere accettati. Pur non riconoscendo la necessità di fronte a fatti di violenza precisi di azioni specificatamente repressive, Giorgio Pighi (Ds).si è soffermato in particolare sulle necessarie azioni di prevenzione che vuol dire, a suo parere, rimuovere ogni causa capace di alimentare culture violenti, esplosioni di disagi che non si ricollegano obbligatoriamente agli ordinari fenomeni di disadattamento e devianza. Si alla prevenzione - ha detto Gianpaolo Verna (An) - ma non si può riempire lo stadio di psicologi. Non credo che la prevenzione al disagio vada condotta allo stadio ma piuttosto nelle scuole e nel mondo del lavoro. Più in generale, poi, è un OdG all'acqua di rosa, ci voleva ben più coraggio da parte dei propositori. Gente che frequenta gli stadi per compiere atti di violenza - ha esordito Giorgio Barbolini, capogruppo di Fi - è gente effettivamente malata, che ha bisogno di una seria azione di prevenzione ma non per questo si deve rinunciare a garantire anche con la repressione sicurezza e tranquillità a quanti vanno allo stadio per assistere ad uno spettacolo, ad un evento ricco di emozioni. E non credo che tutto questo significhi chiedere linee di intervento forcaiole o altre letture del genere. Nell'Ordine del Giorno - ha sottolineato Marta Andreoli di Rifondazione comunista - mancano le società sportive e chi organizza le tifoserie. Non credo si possa pensare di contrastare la violenza negli stadi senza analizzare il ruolo recitato da questi soggetti nell'evento sportivo, scegliendo invece la strada della repressione come unica possibile soluzione. "

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