13/03/2001

QUANDO A MODENA I MULINI ANDAVANO AD ACQUA

Giovedì 15 e venerdì 16 marzo Comune e Anpa organizzano alla Camera di commercio un convegno sulle città tra storia e ambiente dal Medioevo all'Ottocento
"Aveva undici ruote che muovevano sei macine da grano, tre frantoi, un torchio da olio, tre brillatoi da riso e uno da farro. Era il più grande dei quatto mulini che fino ai primi del Novecento funzionavano a Modena non lontano dalla darsena del Naviglio, dietro il Palazzo ducale, e che si andavano ad aggiungere a quelli edificati secoli prima a sud della città per la molitura dei cereali e la filatura della seta. Era dal Medioevo che l'acqua dei canali faceva muovere le ruote dei mulini, alimentava le fosse a ridosso delle mura, depurava il sistema fognario e garantiva l'andirivieni di natanti lungo il Naviglio. Ma nei primi decenni del secolo scorso la città aveva bisogno di un nuovo sistema fognario, di un acquedotto e di energia elettrica per l'illuminazione, per i tram e per le industrie. Fu così che l'azienda municipalizzata, che prese a funzionare nel 1911, rinunciò a realizzare una progettata centrale idroelettrica lungo il Secchia e optò per un impianto di grandi motori diesel. Dopo molti secoli, l'acqua motrice cessò così di essere la fonte principale di energia. Il passaggio dai mulini ad acqua ai motori elettrici sarà illustrato da Marco Cattini, docente di Storia economica alla Bocconi di Milano, nell'ambito del convegno "Le città sostenibili: storia, natura, ambiente", in programma il 15 e il 16 marzo dalle 9.30 alle 19 nella Sala Leonelli della Camera di Commercio per iniziativa del Comune di Modena e dell'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente. E' il primo risultato dell'accordo firmato tra i due enti per fornire ad amministratori pubblici, operatori e cittadini un forum telematico per lo scambio di esperienze, ricerche storiche finalizzate alla conoscenza di specifici temi (per esempio aria, acqua, rifiuti, suolo), carte tematiche e mappe storiche, quaderni di documentazione. Per due giorni, storici, urbanisti, architetti, esperti di tematiche ambientali, amministratori pubblici formuleranno ipotesi di lavoro per progetti di ricerca e informazione. Si parlerà di rifiuti e inquinamento, ma anche di suoli pubblici e di rete viaria, di parchi, giardini e acque urbane, di aree dismesse e di piani regolatori. Un'occasione per riflettere sui problemi di natura ambientale - che non riguardano solo le città di oggi, ma hanno ampiamente interessato l'intero processo di sviluppo urbano - e sugli interventi e gli strumenti per realizzare pianificazioni urbanistiche "sostenibili" e progettare il futuro delle città. In particolare, Enrico Guidoni, ordinario di Storia dell'urbanistica alla Sapienza di Roma, illustrerà i primi risultati di uno studio sull'inquinamento dal Medioevo al Settecento e Carlo Olmo, ordinario di Storia dell'architettura al Politecnico di Torino, esaminerà il tema delle aree industriali, chiamando al confronto il geografo Giuseppe De Matteis, l'urbanista Bernardo Secchi e il sociologo Arnaldo Bagnasco. Nel pomeriggio della seconda giornata di studi l'urbanista Federico Oliva coordinerà un confronto su esempi concreti di pianificazione sostenibile prendendo in esame le città di Modena, Roma e Reggio Emilia. Per informazioni sul convegno si può telefonare al numero 059-206894. "

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