13/09/2006

MOSTRE, RAMBALDI SVELA I SEGRETI DI E.T.

A Modena, Carpi e Sassuolo anche mostre e installazioni di Abramovic, Andersen, Della Casa Jodice, Kusama, Paladino, Rondinone e Giacometti
L’innocente pupazzo E.T., tenero extraterrestre del film di Spielberg, e il terrificante meccanismo della bocca di Alien portato sullo schermo da Ridley Scott sono i protagonisti della mostra di modelli e progetti dell’artista ferrarese Carlo Rambaldi, maestro degli effetti speciali e tre volte premio Oscar, allestita al Palazzo ducale di Sassuolo, dove lo stesso Rambaldi racconterà i suoi “alieni” in un incontro in programma venerdì 15 settembre alle 21. Un’occasione per ripercorre le vicende che hanno portato alla nascita di E.T, l’alieno della più celebre favola del cinema moderno, e del mostruoso e spietato Alien, vera e propria macchina per uccidere che si riproduce infettando altri esseri viventi.
Dopo gli esordi come pittore e scultore, l’artista incontra il mondo del cinema alla metà egli anni Cinquanta; lavora in Italia con registi come Ferreri, Fellini, Pasolini, Monicelli e Argento e si trasferisce in seguito negli Stati Uniti, dove lega il suo nome ad alcune delle creature che maggiormente hanno segnato l’immaginario collettivo. Rambaldi vince tre premi Oscar per la realizzazione del gorilla King Kong (1977), di “Alien” (1980) e di “E.T.” (1983), ma partecipa anche a “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Spielberg, “Conan il distruttore” di Fleischer e “Dune” di Lynch.
In omaggio a Rambaldi, saranno proiettati al Palazzo ducale di Sassuolo “E.T. l’extraterrestre” (venerdì 15 settembre alle 22.30), “Alien” e “King Kong” (sabato 16 rispettivamente alle 21 e alle 23.30).
La mostra dedicata a Rambaldi è solo una delle numerose esposizioni proposte dalla sesta edizione del Festival filosofia, tutte aperte gratuitamente dal 15 al 17 settembre.
Come E.T. si aggirano spaesati, forse in cerca di casa, anche gli ibridi zoomorfi dell’artista tedesca Karin Andersen, le cui opere sono in mostra alla PaggeriArte, mentre alla variegata e multietnica umanità di Sassuolo è dedicata una singolare mostra del fotografo e architetto napoletano Francesco Jodice: piazza Piccola ospita fotografie a grandezza 1 a 1 di classi delle scuole elementari, medie e superiori.
Numerose le mostre proposte a Modena. Ai Musei civici si entra nella Stanza della sirena per scoprire il mondo di questa singolare figura del mito, ammirare un raro scheletro ottocentesco di sirena, simile a quelli che venivano esposti nei Musei anatomici e nei circhi per suscitare meraviglia, e un cortometraggio francese del 1904. Sempre al Palazzo dei Musei sono esposte le opere dell’artista modenese Giuliano Della Casa liberamente ispirate a due preziosi trattati di fisiognomica del Cinque e del Seicento conservati alla biblioteca Poletti. I trattati – in particolare il IV Discorso di Gasparo Colombina – saranno raccontati per voce e immagini dall’attore Ivano Marescotti nell’atrio del Palazzo dei Musei sabato 16 settembre alle 21. Sempre nell’atrio del Palazzo dei Musei, in collaborazione con la Fondazione cardinale Giacomo Lercaro di Bologna si può ammirare “La femme qui marche”, opera realizzata dall’artista Alberto Giacometti agli inizi degli anni Trenta.
Galleria civica e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena propongono alla Palazzina dei giardini la prima personale in un museo italiano di Yayoi Kusama, considerata la più importante artista giapponese vivente e, a Palazzo Santa Margherita, la prima rassegna in Italia dell’artista svizzero Ugo Rondinone (che presenta a Modena anche lavori inediti). Nella chiesa di San Paolo, la Provincia propone inoltre la videoinstallazione dell’artista belgradese Marina Abramovic: un omaggio al padre, eroe della resistenza ai nazisti, e una riflessione sul tempo e sull’incontro tra il corpo umano e la natura.
Molto ricche anche le proposte di Carpi. Centinaia di schede di vagabondi e indesiderabili dell’800, ritrovate nell’Archivio storico, sono esposte a Palazzo Pio accanto al lavoro degli illustratori che hanno ridato un volto ai sans papier di altri tempi. Una riflessione sull’utilizzo delle vittime umane con l’intento di suscitare indignazione o con il proposito di giustificare interventi armati e di sostenere azioni umanitarie è invece al centro della mostra “Vittime: istruzioni per l’uso”, aperta al Campo di Fossoli e al Museo al deportato. Una serie di opere grafiche realizzate dall’artista Mimmo Paladino per interpretare la storia del burattino più famoso del mondo sono esposte nella mostra “Pinocchio”, aperta nella Sala ex poste di Palazzo Pio, mentre in piazza Martiri e in piazza Garibaldi, la Mutoid Waste Company propone due imponenti installazioni realizzate con materiali di recupero (le due opere sono accompagnate da un reportage fotografico di Francesco Cocco). La Torre dell’Uccelliera e la biblioteca ragazzi ospitano, infine, la riproduzione a grandezza naturale di alcune pagine del celebre “Libro degli omini” del progettista Andrea Branzi.

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