30/10/2008

TORNA IN SANT'AGOSTINO LA PALA DI VINCENZI E MANZINI

Martedì 4 novembre alle 17.30 presentazione del restauro nella chiesa comunale


Dopo un delicato lavoro di restauro, finanziato dall’associazione culturale Il cenacolo nel 60esimo di attività, la “Pala di Sant’Andrea Avellino” (1827) dei pittori modenesi Geminiano Vincenzi e Luigi Manzini torna nella chiesa comunale di sant’Agostino. Sarà accolta il 4 novembre alle 17.30 con una cerimonia pubblica organizzata dal Museo civico d’arte e dal Cenacolo.
Il dipinto, realizzato ad olio su tela (cm 290 x 176), necessitava da tempo di un intervento di carattere conservativo ed estetico poiché risultava arido e opacizzato a causa del pesante strato di polveri grasse e di vecchie vernici ossidate che ne ricoprivano la superficie. L’opera presentava inoltre diverse cadute di colore, fortunatamente di piccole dimensioni, e numerosi fori lungo i bordi, dovuti al non corretto ancoraggio della cornice e a chiodi utilizzati in passato per fissare addobbi ed ex-voto. Il restauro è stato condotto da Gabriella Bertacchini sotto la direzione di Francesca Piccinini e la supervisione della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia.
La devozione per sant’Andrea Avellino ha a Modena radici antiche, connesse all’ordine dei Teatini. Il santo, nato nel 1521 in provincia di Cosenza, dopo l’ordinazione sacerdotale aveva svolto un’instancabile attività di predicazione e apostolato, di ascetismo e carità in vari luoghi d’Italia e il 10 novembre 1608, mentre si accingeva a celebrare la messa a Napoli nella chiesa di San Paolo Maggiore, venne colpito da un attacco di cuore e, secondo l’agiografia delle antiche fonti, morì rasserenato da una visione celeste. Beatificato nel 1624 da papa Urbano VIII e canonizzato nel 1712 da Clemente XI, la devozione nei confronti del santo si protrasse nel tempo anche a Modena e spinse i devoti a commissionare una grande tela al rinomato pittore modenese Geminiano Vincenzi (1770-1831), docente all’Accademia Atestina di Belle Arti, e a Luigi Manzini (1805-1866), modenese, allievo dell’Accademia.
 

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