14/12/2010

IL COMUNE CHIEDERA' UN "FILO DIRETTO" ALLA MASERATI

Lo ha annunciato il sindaco Pighi rispondendo in Consiglio all'interrogazione di Andreana (Pd) sul futuro dell'azienda. Sarà sollecitato anche un tavolo con i sindacati

Il Comune di Modena chiederà all’Associazione industriali di intercedere nei rapporti tra la Maserati e le organizzazioni sindacali e solleciterà un rapporto diretto tra azienda e l’Amministrazione comunale per consentire piani di valorizzazione del territorio. Lo ha annunciato il sindaco di Modena Giorgio Pighi rispondendo ieri in Consiglio comunale all’interrogazione del consigliere del Pd Michele Andreana, poi trasformata in interpellanza, sul futuro della Maserati.
Il consigliere ha chiesto se c’è l’intenzione di sollecitare l’Associazione industriali di Modena “affinché inviti i vertici Fiat ad aprire un tavolo di confronto sul piano industriale con le organizzazioni sindacali”. Ha inoltre sollecitato un contatto diretto con i vertici Fiat “per rivendicare la salvaguardia e il rilancio dello stabilimento di Modena, così come il mantenimento sul nostro territorio di parti rilevanti del ciclo produttivo e progettuale della Maserati”. Andreana ha, infatti, ricordato i dubbi e i timori di lavoratori e organizzazioni sindacali sulle prospettive dello stabilimento cittadino nell’ambito dei nuovi assetti industriali del gruppo, non fugati dalle recenti dichiarazioni dell’amministratore delegato Sergio Marchionne.
“Vogliamo proporre una nostra visione del ruolo della Maserati che, nel rispetto dell’autonomia aziendale, porti a valorizzare il nostro territorio”, ha spiegato il sindaco. “Le ipotesi più pessimistiche di dismissione sono state abbandonate dall’azienda, ma nella complessiva ristrutturazione in atto possono essere diversi i modi di procedere e a questi dobbiamo porre attenzione”. Pighi ha ricordato che i contatti con l’Associazione industriali per tenere sotto controllo la situazione sono sempre attivi e ha espresso condivisione per la richiesta di un dialogo diretto tra Amministrazione e azienda “al fine di permettere il monitoraggio dell’evoluzione di stabilimento e produzione e consentire in ogni occasione di valorizzare le potenzialità del territorio modenese”. In chiusura il sindaco ha annunciato l’intenzione di chiedere al Governo un intervento deciso: “Sono convinto che un ordine del giorno votato all’unanimità sarebbe un segnale importante”, ha concluso.
Ad aprire il dibattito, per il Pd, William Garagnani, che ha sottolineato: “Vediamo messo a rischio un pezzo del patrimonio di Modena. In città cosa rimarrà? Per ora non è previsto nulla di nuovo, ci sono quindi tutti gli elementi per chiedere alla Fiat quale futuro avrà lo stabilimento. Dobbiamo difendere la Maserati – ha aggiunto – e far capire a Marchionne che non è una fabbrichetta”.
Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, ha espresso posizione “controcorrente”. Il consigliere vorrebbe che Modena diventasse “la terra dei motori elettrici, anche per auto di alta gamma. Per fare questo bisogna che chi vuole investire sul nostro territorio capisca che questo è un polo di innovazione in questo senso”, ha detto. “Bisogna concentrarsi sulla ricerca per motori elettrici”.
Anche la consigliera dell’Idv Eugenia Rossi ha chiesto che il sindaco faccia pressione “affinché venga fatta chiarezza sul futuro dell’azienda a Modena, che ha forti ricadute sulla città. Dal punto di vista del lavoro spero venga fatto di tutto per difendere l’occupazione, ma dal punto di vista della produzione non penso ci possa essere un cambiamento repentino delle cose”.
Per Sandro Bellei, Lega nord, Modena “ha sempre fatto troppo poco: ha distrutto l’Autodromo e la prima scuderia Ferrari in via Trento Trieste, e quando anni fa proposi di trasformare la Casa natale di Enzo Ferrari in museo trovai scetticismo e perplessità. Tutto si è mosso quando nei paraggi è nata la sede della Maserati; lo stesso Montezemolo reputava il museo di Modena una forma di concorrenza”.
Secondo Sergio Celloni, Mpa, “si parla spesso di imprenditori di eccellenza, pionieri nel mondo dell’automobile, ma non ci sono mai stati incentivi importanti e alcune situazioni hanno messo fortemente in crisi le imprese”, ha detto. “Non ci si può rendere conto della loro importanza solo quando sono in ginocchio”.
Per il Pdl, anche Michele Barcaiuolo ha sottolineato che “una presa di posizione forte è necessaria. Invito il sindaco a richiedere un incontro con il ministro allo Sviluppo Paolo Romani”, ha aggiunto. “La Maserati è patrimonio di questa città non solo per i posti di lavoro, ma anche per il contributo in tecnologie”. Per il consigliere, inoltre, la tradizione motoristica sportiva “non ha niente a che vedere con le auto elettriche”. Andrea Galli ha aggiunto che “spostare da Modena gli stabilimenti produttivi è un errore molto grave. Il Comune ha messo a disposizione un’area per l’allargamento della realtà produttiva; non so se è nelle intenzioni della dirigenza Fiat allargare lo stabilimento, ma da parte nostra è senz’altro un tentativo da non lasciare intentato”. Per Gian Carlo Pellacani “manca un progetto industriale che riesca a riunire tutti gli aspetti di eccellenza modenesi e a dare nuova identità peculiare al nostro territorio. Se saremo in grado di fare questo, potremo creare una nuova forma di turismo molto più efficace di quella di oggi”.
 

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