27/11/2012

IL CENTRO DOCUMENTAZIONE DONNA RIAPRIRÀ A INIZIO 2013

L’assessore Alperoli ha risposto all’interrogazione della consigliera Elisa Sala del Pd

Temporaneamente chiuso a causa dei danni causati dalle scosse sismiche a maggio, la sede di via Canaletto del Centro Documentazione Donna sarà di nuovo in funzione entro i primi mesi del prossimo anno. Lo ha annunciato l’assessore alla Cultura Roberto Alperoli rispondendo a un’interrogazione presentata dalla consigliera Elisa Sala del Pd, firmata anche dalla collega Claudia Codeluppi e da Federico Ricci di Sinistra per Modena.

L’istanza faceva riferimento ad articoli giornalistici “che denunciano il serio rischio di chiusura dell'Istituto culturale Centro Documentazione Donna a causa di una progressiva e massiccia riduzione delle risorse provenienti da convenzioni con gli enti locali e da progetti finanziati da fondi europei, nazionali o regionali” e chiedeva di conoscere la posizione dell’Amministrazione comunale, anche nell’ambito delle riflessioni che si stanno compiendo sulla riorganizzazione della cultura a Modena.

L’assessore Alperoli ha sottolineato “la necessità per tutti gli istituti culturali, non solo per il Centro documentazione donna, di mettersi in rete per percorrere tutte le strade possibili di finanziamento, pubbliche e private”. E se è vero che altri enti non hanno rinnovato la convenzione, non così per il Comune di Modena, la cui convenzione con il Centro scadrà il prossimo anno; anche se dal 2006 l’Amministrazione comunale ha diminuito i contributi economici al Centro del 10 per cento, assestandosi oggi a 25 mila 300 euro. L’assessore ha definito la riduzione “in linea con quella subita da tutti gli istituti culturali del Comune, oltre che dalle iniziative, anche importanti come il Festival filosofia”. E ha precisato: “Non vedo per il Centro documentazione donna rischi immediati di chiusura, bensì una situazione di grave difficoltà condivisa da tutte le realtà culturali del Paese. Infatti, non c’è stata una drastica riduzione dei contributi comunali, ma una difficoltà diffusa a cui occorre sopperire lavorando sempre più assieme agli altri istituti della città”.

Critica nei confronti della gestione del Cdd la consigliera Olga Vecchi del Pdl che ha definito scandalosi gli attuali costi del Centro e ha definito il futuro trasferimento a Villa Ombrosa “un esempio di come l’Amministrazione comunale cerca il consenso, in questo caso strumentalizzando le donne. Già tanto sarebbe – ha aggiunto - se il Centro restasse nella sede attuale come le altre associazioni affini destinate a Villa Ombrosa, per la cui ristrutturazione mancano ancora oggi un milione e 700 mila euro. Esistono altre priorità, legate alle famiglie e ai giovani senza lavoro, oltre le quali non si può andare”, ha concluso.

Replicando all’assessore, Elisa Sala ha sottolineato “come l’assessore abbia inserito la risposta in un quadro generale di scarse risorse, che non mette in discussione il valore storico e culturale delle ricerche condotte dal Centro Documentazione Donna, né la sua apertura a rendere fruibile a tutti il materiale disponibile”. Inoltre, la consigliera si è detta d’accordo sull’importanza di mettere in rete tutti i soggetti culturali interessati per condividere risorse o spazi e si è associata alle preoccupazioni dell’assessore per il futuro”.

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