22/11/2012

MUSEI CIVICI, 175 MODENESI PARTECIPANO A UN'OPERA D'ARTE

Sabato 24 novembre saranno collocate le forme di filo realizzate da Claudia Losi con gli oggetti donati dai modenesi. In programma un reading-evento con dodici studenti

Quindici forme di filo nero, 175 oggetti donati da altrettanti cittadini, un reading che coinvolgerà dodici studenti di due scuole modenesi: sono alcuni degli elementi principali di “Altro da cose”, l'opera che l'artista Claudia Losi ha realizzato con la partecipazione dei modenesi e che sabato 24 novembre alle 17.30 troverà la sua collocazione definitiva nelle sale dei Musei civici di Modena, in largo Porta Sant'Agostino. L'appuntamento, dal titolo “Un'opera, tante storie”, vedrà la partecipazione dell'artista, dell'assessore alla Cultura del Comune di Modena Roberto Alperoli e del direttore scientifico del Festival filosofia Michelina Borsari. L'opera è stata infatti realizzata raccogliendo oggetti donati dai modenesi, in una performance dal vivo che si è svolta nei tre giorni dell'ultimo Festival filosofia “sulle cose”. Sabato sarà presentato il catalogo che contiene, oltre alle storie degli oggetti e ai nomi delle 175 persone che li hanno donati, un testo introduttivo del filosofo Remo Bodei. Dodici allievi del Liceo Muratori e dell'Istituto Deledda, che hanno collaborato alla raccolta degli oggetti e assistito l'artista nella realizzazione, daranno vita al reading evento “Storie di cose”. Si conclude così, con la definitiva “musealizzazione”, l'operazione collettiva voluta dai Musei modenesi, che ha fatto leva sul coinvolgimento del pubblico nella creazione dell’opera d’arte. Il catalogo raccoglie le storie e le immagini delle “cose” affidate alle cure dell’artista e da questa inglobate, appunto, all’interno di 15 forme di filo nero. Come ricorda Remo Bodei nell’introduzione al catalogo, tutti gli oggetti inseriti nell’opera racchiudono in sè “due storie, non sempre coincidenti, quella personale di chi li ha portati al museo e quella delle cose stesse nella loro origine”.Alla base dell'iniziativa si colloca la riflessione su come ciascuno di noi adotti degli oggetti e lentamente li trasfiguri in cose che evocano il ricordo di esperienze vissute, di persone care o di eventi che lo hanno toccato. Sono spesso cose modeste, come la maggior parte di quelle raccolte in occasione dell'evento: frammenti di intonaco caduti durante il recente terremoto che ha colpito l'Emilia o bottiglie che hanno sorprendentemente resistito alle scosse, fischietti di quando si era ferrovieri, fazzoletti da collo di viaggiatori, origami giapponesi, pistole ad acqua dell’adolescenza, ferri da stiro della nonna, falci appartenute ai padri. Una varietà di reperti che hanno due storie, non sempre coincidenti, quella originaria delle cose stesse e quella personale di chi li ha portati al museo.

In quest'occasione particolare, il pubblico che ha risposto all'invito consegnando una cosa ha scelto di essere parte attiva e dinamica del processo artistico ed è diventato co-autore dell'opera. Per questo motivo le sfere sono state donate dall'artista alla comunità modenese e saranno esposte in permanenza, al termine della mostra, presso la sala di accoglienza dei Musei civici. Il catalogo, curato da Cristina Stefani, si configura come un'ulteriore opera collettiva ospitando al suo interno tutte le storie e le fotografie delle cose e l'elenco dei donatori che hanno reso possibile l'iniziativa nella sua complessa articolazione. Remo Bodei, nel testo per il catalogo della mostra, accanto al contributo dell'antropologo Matteo Meschiari, scrive: “Claudia Losi ha documentato i reperti ed è stata artisticamente originale con l’intuizione di inserirli in sfere avvolte in filo nero sino al punto da farli scomparire dalla vista. La sua idea è che questi “bozzoli” possano rappresentare una sorta di grembo materno che potrà rigenerarli trasformati e che in questa chiusura le cose possano mantenere la loro alterità, come nel caso del bambino rispetto alla madre. La procedura da lei inventata rinvia anche ad altri significati impliciti, in quanto simboleggia l’opera infaticabile dell’oblio che, con il suo filo nero, ricopre i ricordi e sigilla gli affetti.”

Nell'occasione verrà distribuito gratuitamente il catalogo a coloro che hanno contribuito alla creazione dell'opera collettiva. A tutti i partecipanti sarà offerto un aperitivo.

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