26/11/2012

SCUOLA, DAL PROSSIMO ANNO TRE ISTITUTI COMPRENSIVI

Ok del Consiglio alla modifica della riorganizzazione verticale. Pd favorevole; astenuti Spm, Pdl e Udc; contrari Modena futura e Modena5stelle-beppegrillo.it

 

Sono tre gli Istituti comprensivi che prenderanno il via il prossimo anno scolastico a Modena: il primo unirà le scuole medie Cavour e le elementari Giovanni XXIII, il secondo le medie Calvino e le primarie Galilei e infine nel terzo confluiranno le medie Carducci, le primarie Rodari e le medie Sola di San Damaso. Il Consiglio comunale di Modena, nella seduta di lunedì 26 novembre, ha approvato la delibera, emendata dai consiglieri Gian Carlo Pellacani del Pdl e Luigi Alberto Pini del Pd, che modifica la riorganizzazione della rete delle istituzioni scolastiche in Istituti comprensivi approvata lo scorso anno dall’Aula.

Ha votato a favore il Pd; contrari Modena Futura e Modena5stelle-beppegrillo.it, mentre si sono astenuti Pdl, Sinistra per Modena e Udc. L’emendamento, passato con i voti favorevoli anche di Pdl e Udc, evidenzia che “il Comune riconosce la particolare efficacia del modello verticale degli istituti comprensivi in relazione all’integrazione delle diverse competenze professionali e della continuità didattica ed educativa al fine di ottenere un percorso scolastico unitario e organico”.

A richiedere la riorganizzazione delle dirigenze scolastiche, funzionale a un risparmio economico, era stata una legge nazionale del 2011 che stabiliva anche penali economiche e perdita dell’autonomia per le scuole che non si fossero adeguate alle disposizioni. Nel giugno di quest’anno, però, una sentenza della Corte costituzionale ha accolto i ricorsi presentati da diverse Regioni, tra cui l’Emilia-Romagna, in ragione del fatto che la riorganizzazione scolastica rientra tra i compiti della Regione e non dello Stato. Lo ha spiegato l’assessore all’Istruzione Adriana Querzè che ha anche chiarito come l’Emilia-Romagna abbia nel frattempo chiesto di avviare la riorganizzazione verticale, pur essendo decaduto l’obbligo di partire in modo generalizzato con gli istituti comprensivi. Da qui la decisione dell’Amministrazione modenese “di procedere gradualmente e senza forzature”.

L’assessore ha quindi aggiunto che “se con la manovra della scorso anno, si sarebbe passati da 13 a 11 presidenze, con quella attuale ne rimarrebbero 12, numero ottimale per la città che ha circa 12 mila alunni tra scuole d’infanzia, elementari e medie”. Resta la nota dolente legata appunto alle materne: “Solo il 18 per cento dei bimbi frequentano le 11 scuole d’infanzia statali, che sono però le uniche a poter rientrare negli Istituti comprensivi; il restante 82 per cento frequenta scuole comunali, convenzionate e convenzionate Fism. Da qui la sollecitazione dell’Anci affinché il Miur si impegni in un progetto di rilancio delle scuole d’infanzia statali. Altre osservazioni riguardano la conformazione della rete scolastica modenese che rende complessa la riorganizzazione in Istituti comprensivi: le scuole primarie a Modena sono 27 e con dimensioni diverse, vanno da un minimo di 94 alunni a un massimo di 490, di contro le medie sono solo dieci ma variano da due a nove corsi. “Rischierebbe quindi di venire a mancare, come evidenziato nel piano della programmazione dell’offerta territoriale approvato lo scorso anno, la corrispondenza tra numero di classi in uscita alle primarie e in entrata alle secondarie di primo grado. Ecco perché tra gli obiettivi della Programmazione che entrerà in vigore nei prossimi anni c’è innanzitutto “l’orientamento del sistema scolastico verso gli Istituti comprensivi in una logica di continuità effettiva, evitando un’aggregazione di scuole generalizzata che comporterebbe rischi sul piano organizzativo e didattico”.

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