21/03/2012

IL PIANO CASA E’ UNA PRIORITÁ PER MAGGIORANZA E UDC

L’opposizione afferma di non essere stata coinvolta. Dibattito in Consiglio comunale

Lungo e articolato il dibattito che lunedì 19 marzo ha preceduto l’approvazione del Programma per l’edilizia sociale in Consiglio comunale. Per il Pd, Michele Andreana ha affermato che “la delibera dà il via libera a una serie di importanti interventi sulle aree F, il cui recupero rappresenta uno strumento fondamentale  senza il quale non si può realizzare il piano casa. Per Giulia Morini inizia “l’iter per il nuovo Psc, il Piano comunale strutturale” e “non è sufficiente far fronte all’emergenza abitativa, ma occorre farsi carico della qualità della vita degli abitanti”, così come “un piano per l’edilizia sociale non può sottovalutare il bene comune, di cui fa parte il territorio”. Stefano Prampolini ha ribadito il valore dello strumento Peep, “l’unica possibilità per acquistare o avere in locazione a prezzi contenuti” e ha parlato di “trasparenza” e “duplice controllo” nell’assegnazione degli alloggi, ma si è detto favorevole a cambiare il regolamento d’accesso. Maurizio Dori, dopo aver evidenziato “il coinvolgimento di associazioni sindacali e organizzazioni nell’elaborazione del piano”, si è soffermato “sull’importanza del social housing, sulla necessità di rafforzare l’Agenzia casa e di introdurre nuove modalità, come l’autocostruzione”. Per Franca Gorrieri “la delibera, che ha messo al centro il problema dell’affitto e social housing, creerà sinergia tra diversi assessorati”. Inoltre, “occorrono tecnologie in grado di abbattere i costi di costruzione senza però andare a scapito del risparmio energetico”. Stefano Rimini, in qualità di presidente della Commissione servizi, ha detto di condividere nello spirito e nel merito la delibera e “gli elementi alla base del prossimo Psc, per esempio risparmio del territorio, recupero dell’esistente e green economy. E ha concluso: “C’è ancora spazio per discutere, le Commissioni sono a disposizione per coinvolgere tutte le forze politiche”. Salvatore Cotrino si è soffermato sugli emendamenti, che egli stesso ha firmato, finalizzati “a dare concretezza alla delibera”. E ha precisato che, con la riconversione delle aree F da attrezzature generali a residenziali, traendone più di 350 alloggi, il Comune abbatte i costi della rendita fondiaria e distribuisce il risparmio sui chi compra o affitta, da qui l’importanza “di raggiungere il migliore accordo possibile con i privati proprietari delle aree e di controllare i regolamenti di accesso all’acquisto e all’affitto”. Per il capogruppo del Pd Paolo Trande la delibera cerca di superare “la contrapposizione tra chi pensa che costruire sia un attentato all’ambiente e chi vorrebbe edificare ovunque, cercando un punto di equilibrio ispirato ai modelli del nord Europa con una nuova attenzione all’affitto”.

Fortemente critico il Pdl. Per Michele Barcaiuolo “la delibera non è frutto di confronto politico e gli emendamenti tentano di risolvere problematiche rimaste irrisolte, innanzitutto per quanto riguarda Peep e aree F, che hanno creato contrasti anche nella maggioranza”. Sandro Bellei ha affermato che “sotto un manto demagogico si vuole far passare un provvedimento che coprirà la città con l’ennesima colata di cemento”. E si è detto d’accordo con la richiesta, avanzata da Celloni, di un tavolo “che dica la verità su quanto Modena ha bisogno in termini di edilizia”. Il capogruppo Adolfo Morandi ha sottolineato le criticità legate alle aree F “considerate l’unico strumento per affrontare l’esigenza abitativa, mentre dovrebbero essere conservate” e ha denunciato “il rischio di creare distorsioni sul mercato immobiliare”.

Eugenia Rossi dell’Idv ha detto di condividere alcune considerazioni su piano casa e social housing, non le premesse al documento, che dimostrano l’assenza “di un lavoro condiviso con le parti politiche, né nelle Commissioni. La legge regionale – ha ribadito - prevede un confronto aperto con i cittadini e la partecipazione deve esser fatta prima”. Per Vittorio Ballestrazzi di Modenacinquestelle.it la delibera “ha un vulnus di fondo: parla di costruire su terreno non edificato, mentre la crisi sarebbe l’occasione per rivedere quanto fatto fino ad ora e recuperare le aree dimesse” individuando le risorse necessarie attraverso la partecipazione dei cittadini con i Buoni ordinari comunali, oltre che della Regione e delle Fondazioni. Per Lega moderna, il capogruppo Nicola Rossi ha motivato la propria sfiducia nella delibera biasimando “quanto fatto fino ad oggi dall’Amministrazione in materia di politica abitativa”. Ha ricordato “le critiche interne alla maggioranza” e ha definito il Peep uno “strumento superato che ha spesso portato disequilibri nel mercato immobiliare”. Sergio Celloni di Mpa ha detto che è “fondamentale la riqualificazione dei contenitori dimessi e un’urbanistica più attenta al territorio, poiché per creare sviluppo non sono sufficienti le case”. Anche per Stefano Barberini di Lega nord l’opposizione non è stata coinvolta. “Forse – ha detto - avremmo potuto trovare un accordo, invece, per l’ennesima volta si svolge il teatrino della politica che vede la maggioranza decidere e l’opposizione votare contro”. Invece per Davide Torrini dell’Udc “c’era bisogno da tempo di questa delibera e sulla vicenda arriviamo lunghi per il tempo perso all’inseguimento degli alleati. Chiedo – ha aggiunto - che non si perda un altro anno e si vada celermente verso l’obiettivo per dare case ai cittadini che ne hanno bisogno e respiro all’edilizia”.

In conclusione, il sindaco Giorgio Pighi ha sottolineato il valore “dell’ampia convergenza raggiunta dalla maggioranza, oltre che dell’apertura di una parte politica che ha proposto emendamenti condivisibili, su un tema tanto importante come la casa e lo sviluppo della città”. E ha aggiunto: “Le città devono tutelare ambiente e welfare, hanno case in proprietà e in affitto, edifici da recuperare e nuovi comparti. Il difficile è trovare il punto di equilibrio e di questo chi governa si deve far carico”.

Azioni sul documento