15/03/2012

VOCI, CARTE, ROVI E NOTTURNI NELLA MOSTRA DI VITTORIO CORSINI

Sarà aperta dal 17 marzo al 10 giugno alla Palazzina dei Giardini in corso Canalgrande

Installazioni, sculture e una serie di monocromi per una mostra interamente dedicata al paesaggio, inteso come elemento fluido nel quale si svolge la vita quotidiana, si stabiliscono rapporti, si susseguono trasformazioni.

E’ ciò che offrirà la personale dell’artista Vittorio Corsini "Tra voci, carte, rovi e notturni" che inaugurerà sabato 17 marzo alle 18 alla Galleria civica di Modena, nello spazio della Palazzina dei Giardini.

L’esposizione, promossa e organizzata in collaborazione con la Fondazione cassa di risparmio di Modena e a cura di Marco Pierini, è un progetto speciale pensato e realizzato appositamente per l'edificio del Vigarani e presenta soltanto opere nuove (ad eccezione di una datata 1990, mai esposta prima) tutte incentrate sulle tematiche del territorio. La mostra, ad ingresso libero, si potrà visitare fino al 10 giugno e sarà aperta dal mercoledì al venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30. Il sabato, la domenica e i festivi con orario continuato dalle 10.30 alle 19.30 (lunedì e martedì chiuso).

L’obiettivo è puntato sulle dinamiche che interessano la vita negli spazi domestici e negli spazi pubblici e sulle relazioni che si instaurano fra gli individui attraverso tecniche e linguaggi diversi e l'impiego di materiali eterogenei – vetro, metallo, carta, inchiostro, segatura, neon –  per mezzo dei quali l'artista tesse un racconto a trama larga, alla scoperta di quello che la rappresentazione cartografica del paesaggio, da sola, non può raccontare.

La voce registrata di Paolo Nori che legge “Il Lampione”,  una storia appositamente concepita, costituisce l'ambiente per “Paesaggio” un'opera su carta che si estende per gran parte della superficie muraria di una delle ali della palazzina. Vi è disegnato, al tratto, un paesaggio delle colline modenesi entro il quale la presenza umana è indicata dai nomi e dai soprannomi degli abitanti.

Il territorio torna in “Geografia”, restituito questa volta sotto forma di curve di livello disegnate con la segatura bianca e nera sul pavimento a formare una sorta di tappeto che si altera a ogni transito, pur rimanendo sempre riconoscibile.

Sul segno che "scrive" il paesaggio insiste “Geografia 2”, la piccola scultura di una montagna percorsa e marcata da rivoli di inchiostro nero.

Se "Risaia" (1990), l'opera in metallo e vetro installata sotto la cupola della palazzina, si confronta ancora con un'idea storica della natura, "Eros 10.5" ed "Eros 10.7" ne offrono una lettura aggiornata in cui Eros si manifesta nel rifrangersi colorato di un'esclamazione affidata alla scrittura di luce dei neon inseriti all'interno di un rigoglioso cespuglio in acciaio e di un analogo canneto metallico.

L'ultima sala ospita alcuni monocromi nei quali ogni segno che rimanda al paesaggio è azzerato e la luce che si staglia alla loro destra suggerisce la dimensione di un notturno profondo.

Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, è bilingue e contiene un testo del curatore, Marco Pierini, un racconto inedito di Paolo Nori e un saggio di Franco Farinelli, docente di Geografia all'Università di Bologna.

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