04/05/2012

“LA MISURA RESTRITTIVA DI ANDREA E SENAD ERA IMPROPRIA”

Il sindaco Pighi ha risposto all’interrogazione di Morandi del Pdl sulla vicenda dei due fratelli figli di bosniaci trattenuti al Cie di Modena e poi rilasciati

“Non si può rimpatriare una persona che non ha patria. Senza la cittadinanza di un Paese terzo la misura restrittiva di Andrea e Senad al Centro di identificazione ed espulsione era impropria”. Lo ha affermato il sindaco Giorgio Pighi rispondendo giovedì 3 maggio all’interrogazione trasformata in interpellanza del Pdl presentata in Aula dal capogruppo Adolfo Morandi sulla situazione dei fratelli Andrea e Senad trattenuti nelle scorse settimane al Cie di Modena.

Morandi ha chiesto, in particolare, a Pighi di informarsi e relazionare in Consiglio sul tema, verificando se corrispondano a verità le notizie apparse sulla stampa locale relative ai due fratelli, “con una lista di precedenti penali molto lunga”, trattenuti al Cie alla data dell’interrogazione in quanto figli di bosniaci senza più permesso di soggiorno “e quindi da identificare ed espellere dal territorio nazionale”. Ha inoltre domandato al sindaco se “non ritenga inopportuna la campagna lanciata da Sinistra ecologia e libertà, con la protesta davanti alla sede del Giudice di pace per chiedere la liberazione dei due fratelli”.

Il sindaco ha sottolineato che “il dibattito sulla vicenda è stato caotico ed è prevalso soprattutto il gusto della polemica: sono stati vari gli uomini politici che hanno espresso posizioni davvero singolari criticando l’operato del giudice che ha disposto il rilascio dei due fratelli. Chiunque non sia in grado di certificare una propria cittadinanza – ha aggiunto – è considerato apolide e situazioni di questo genere devono essere affrontate con senso di responsabilità dalle autorità per evitare che si moltiplichino”.

Sul tema è intervenuto Stefano Prampolini (Pd) sottolineando che “i nati in Italia, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori e dallo status giuridico, non sono espellibili e non possono essere rinchiusi in un Cie. Nell’ordinamento manca un pezzo rilevante – ha aggiunto – cioè una legge sulla cittadinanza più in sintonia con il Paese reale, perché quella scritta 20 anni fa fotografava un’Italia diversa”.

Per Vittorio Ballestrazzi di Modenacinquestelle.it non c’è solo la prospettiva delineata da Stefano Prampolini: “Bisogna essere elastici, ci sono una serie di possibilità rispetto alla legge attuale e sono numerosi i progetti alternativi presentati in Parlamento. Ad esempio, io condivido l’idea di concedere la cittadinanza a chi nasce in Italia da genitori stranieri alla fine del primo ciclo di studi”.

Secondo Morandi, nel caso specifico, “bisognava forse considerare che i due signori, per primi, si sono dichiarati di cittadinanza bosniaca e non italiana. Queste persone si sono comportate in modi diversi in base alla convenienza del momento e i precedenti non deponevano certo a loro favore. Quindi, una campagna in loro sostegno non era opportuna. Per il momento – ha aggiunto infine – lo ‘ius solis’ non è legge dello Stato e questo va rispettato”.

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