15/05/2012

OK ALLO STATUTO DI CRESCIAMO, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

I dubbi delle opposizioni sulla legittimità e su una gestione “che crea differenze”. Per il Pd, la fondazione è una scelta valida anche dal punto di vista pedagogico

Il dibattito sullo Statuto della fondazione Cresciamo per la gestione dei servizi scolastici ed educativi comunali, approvato dal Consiglio comunale lunedì 14 maggio (favorevole Pd, contrari Pdl, Idv e Modenacinquestelle.it) è stato aperto da Federico Ricci di Sinistra per Modena. Il consigliere ha ricordato di “non avere condiviso nemmeno le linee di indirizzo della fondazione, non ritenendo che per il futuro possa essere la soluzione di quello che lo stesso assessore ha definito un impazzimento normativo”. Ricci ha aggiunto di non credere che la fondazione favorisca maggiore partecipazione.

Per il Pd, William Garagnani ha affermato che la fondazione “non era l’unica soluzione e nemmeno una pezza, è bensì una strada alta per i nostri bambini”. Il  consigliere ha parlato del valore pedagogico della soluzione “che potrebbe configurarsi come la situazione in cui dalla crisi si passa allo sviluppo. La fondazione può infatti spingersi oltre le strategie pedagogiche elaborate in 40 anni nelle scuole modenesi, poiché pur restando valido il modello, oggi la realtà infantile è diversa”. Garagnani ha infine sottolineato l’aspetto dei “costi zero”, insistendo sulla necessità di collaboratori volontari e aprendo anche alle consulenze onorarie.

Per Michele Barcaiuolo del Pdl, “non è vero che la fondazione non costa nulla e dirlo è fuorviante”. Oltre alle questioni di legittimità, il consigliere ha parlato di una “scelta miope”, poiché la priorità è continuare a garantire un servizio di pari livello a tutti anche nei prossimi anni, quando le disponibilità del Comune probabilmente diminuiranno. Barcaiuolo ha anche citato il caso di Bologna, dove la strada della fondazione era stata considerata ma è stata rivista. Adolfo Morandi ha ribadito come “tutta l’iniziativa sia impostata per raggirare un vincolo che imponeva di limitare le assunzioni, poi superato, quindi si sarebbe dovuto mantenere in gestione al pubblico quanto possibile, esternalizzando il resto, senza creare una sovrastruttura che genererà problemi e ulteriori costi all’Amministrazione”.

Ha parlato di “mancanza di coerenza” Eugenia Rossi dell’Idv, che ha chiesto: “Se il Comune è garante di tutto il sistema educativo, perché intraprendere la strada di un sistema di gestione diretta che crea differenze? E se è vero che i costi non aumenteranno, perché non accogliere il mio emendamento in cui si precisava che tutte le cariche non sono soggette a remunerazione?”. Inoltre, Rossi ha affermato che “vengono meno i fondamenti della democrazia, perché i rappresentanti dei genitori sono nominati dal sindaco, mentre nelle scuole statali vengono eletti” e ha infine citato il giudizio negativo di Cisl e Cgil sull’operazione.

Per Vittorio Ballestrazzi di Modenacinquestelle.it la proposta di delibera del 29 febbraio andava in tutt’altra direzione, verso l’esternalizzazione, ma i genitori si sono mobilitati inducendo l’Amministrazione a compiere una scelta diversa. “E stato un caso di partecipazione totale dei cittadini”, ha detto Ballestrazzi motivando anche il proprio ripensamento. Gli ha risposto il capogruppo del Pd Paolo Trande, che, pur riconoscendo l’importante ruolo giocato dai genitori nello spingere nella direzione della fondazione, ha precisato come nella prima delibera si parlava di un’esternalizzazione ponte da attuare solo se la legge non fosse cambiata, “ma non c’era una scelta politica”.Ballestrazzi ha poi aggiunto di condividere l’emendamento dell’Idv e ha rilevato alcune criticità nello Statuto, a partire dalla nomina dei componenti del Cda da parte del sindaco.

Il sindaco Giorgio Pighi è intervenuto nel dibattito per precisare che gli organismi scolastici delle scuole gestite dalla fondazione restano uguali a quelli di tutte le altre, solo i rappresentanti dei genitori nel Cda della fondazione sono scelti dal sindaco su una rosa di nomi proposta dai Comitati di gestione, perché la fondazione è un soggetto giuridico privato e il Cda deve essere nominato dai soci fondatori. Per quanto riguarda la legge dello Stato che secondo alcuni la fondazione andrebbe ad eludere, Pighi ha spiegato che “la norma impedisce solo di assumere, ma consente di procedere con altre modalità e l’esternalizzazione non è l’unica possibile”.

In conclusione, l’assessore all’Istruzione Adriana Querzè ha ricordato come i sindacati “si sono dichiarati contrari a tutte le proposte: chiusura, esternalizzazione e fondazione”. Ha osservato che, “tutto quanto fatto negli ultimi anni per espandere il servizio è stato realizzato con l’esternalizzazione e il sistema del welfare mix, ma per continuare a essere misto, il sistema deve mantenere una parte importante a gestione diretta ed è quanto hanno chiesto i genitori. Quest’operazione è funzionale a mantenere integra la quota pubblica (34%) e lo strumento della fondazione è già stato utilizzato dal ministero in ambito scolastico”, ha affermato aggiungendo che tra le attività accessorie della fondazione dovrebbe esserci anche quella dell’editoria educativa per sostenere la ricerca pedagogica.

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