17/05/2012

PATTO MODENA SICURA \ 4 - IL PREFETTO IN CONSIGLIO

Basile: “Calano i reati ma crescono quelli predatori che fanno aumentare il senso di insicurezza dei cittadini”. I capigruppo al Comitato per l’ordine del 23 maggio

La seduta consiliare dedicata al Patto per Modena sicura, che si è svolta nel pomeriggio di giovedì 17 maggio, è stata aperta dalla presidente Caterina Liotti che ha sottolineato: “Questo confronto - previsto dal Patto stesso – è significativo per il riconoscimento del ruolo del Consiglio comunale in rappresentanza dei cittadini e delle cittadine, soprattutto di coloro che risultano più esposti come vittime di crimini reali e potenziali. Dobbiamo fare tutti uno sforzo per pensare la sicurezza della città in relazione ai diversi soggetti che la abitano, perché è soprattutto se misureremo la qualità delle risposte sui più deboli che Modena sarà più sicura per tutti”.

Infine, la presidente ha ricordato che il lavoro dei capigruppo consiliari continuerà nella riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocata per mercoledì 23 maggio.

Dopo la relazione del sindaco Giorgio Pighi, il prefetto di Modena Benedetto Basile è intervenuto sullo stato di sicurezza della città e l’attività delle forze di polizia. Il prefetto ha evidenziato come “a Modena il tema della sicurezza sia particolarmente sentito, più che in altre città e regioni dove le criticità sono tuttavia più gravi”, ma al tempo stesso che “il problema deve essere affrontato con un’azione sinergica di enti locali e statali, poiché la sicurezza non può essere demandata alle sole forze di polizia. Il concetto di sicurezza urbana – ha continuato - va oltre la lotta alla criminalità, perché riguarda la vivibilità dei luoghi e tutte quelle situazioni di degrado che contribuiscono a far crescere il senso di insicurezza dei cittadini”. Basile ha definito il Patto per Modena sicura “profondamente innovativo perché costituisce un approccio realizzato per la prima volta” e ha ricordato che appena una settimana fa è stato varato in Prefettura un nuovo piano coordinato di controllo del territorio che intende essere “un deciso passo in avanti nel coordinamento delle forze di polizia nel contesto della sicurezza urbana” soprattutto in direzione dell’attività investigativa.

Se invece si guarda ai dati, per il prefetto si scopre che nel primo quadrimestre del 2012 i reati sono calati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, “anche se aumentano in modo preoccupante alcune tipologie di reati predatori che contribuiscono ad aumentare il senso di insicurezza dei cittadini”. Infatti, se il numero complessivo dei furti è in diminuzione del 5,75%, è invece aumentato del 62% quello dei furti in abitazione, alcuni dei quali compiuti con particolare efferatezza, e del 33% quello degli scippi. Crescono anche i furti di generi alimentari o di altra merce di scarso valore ai danni della grande distribuzione.

Sul fronte dell’azione delle forze dell’ordine, nel 2011 sono stati 575 gli arresti effettuati, in 416 casi si trattava di stranieri; 3.258 i denunciati a piede libero di cui 2.199 stranieri. Tra le cause dell’aumento della microcriminalità, il prefetto ha annoverato l’aumento della presenza di immigrati irregolari, soprattutto provenienti dal nord Africa, dediti ad attività connesse a spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione e ricettazione. A fronte di questa situazione “è stata fatta una mappatura delle zone più a rischio di Modena – ha affermato Basile - dove è aumentata l’attività di prevenzione e controllo: soprattutto nella zona della Pomposa, oltre che di via Attiraglio, di piazzale Molza e della Bruciata” e in alcuni casi le forze di polizia hanno effettuato operazioni specifiche con numerosi arresti.

Per quanto riguarda il contrasto all’immigrazione clandestina, Basile ha rimarcato “l’importante ruolo del Cie nel consentire l’identificazione degli stranieri e quindi l’effettiva espulsione”. Nel 2010 furono 327 i clandestini identificati ed espulsi, saliti a 464 nel 2011, anche se sono diminuiti i provvedimenti di espulsione (da 610 nel 2010 a 363 nel 2011) che da soli, come ha evidenziato il prefetto, non garantiscono il concreto allontanamento degli irregolari dal Paese.

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