27/08/2012

ESTATE MODENESE, MUSICA IN POMPOSA CON LE “PIVENELSACCO”

Martedì 28 agosto alle 21.30, le nostre cornamuse per la rassegna sulla tradizione

 

Si balla e si canta al suono della tradizione e delle “pive” in piazza Pomposa, martedì 28 agosto alle 21.30, per la rassegna folk curata da Gino Pennìca nell’ambito dell’Estate modenese del Comune di Modena.

Le “pive”, strumenti a fiato al centro della ricerca e delle esibizioni dell’ensemble “Pivenelsacco” protagonista in piazza Pomposa martedì, sono da intendersi come nostrane cornamuse. In Europa si usano ancora, e da secoli, decine e decine di cornamuse tutte diverse tra loro, ma nello stesso tempo simili. Le cornamuse del Nord Italia erano considerate definitivamente estinte, ma ricerche degli anni '60 e '70 hanno riportato alla luce alcuni antichi strumenti integri. Da lì è partita l’attività di studio dei suonatori delle “Pivenelsacco”, che hanno rimesso la “baga” o “sacca” sotto il braccio e, stringendola al petto, hanno ridato fiato alle canne. Con la consapevolezza che, affermano nella loro scheda di presentazione, “la magia del suono prodotto dalla vibrazione di una o più ance, ricavate da una semplice canna, ha da sempre affascinato gli uomini di tutto il mondo”.

Le “Pivenelsacco” sono Manuel Aravecchia (piva, canto), Fabio Bonvicini (piva, organetto, flauto, ocarina, canto), Franco Calanca (piva), Ferdinando Gatti (piva, chitarra, canto), Gino Pennìca (piva, conchiglie,ocarina, canto), Marcello Tioli (piva, canto), Giovanni Tufano (percussioni, campane, chitarra, canto) e Fabio Vetro (piva, flauto, canto).

Oggi con le loro pive suonano gli antichi balli staccati emiliani che, attraverso lente evoluzioni da riti arcaici, spesso propiziatori, sono stati tramandati di generazione in generazione e sono poi lentamente caduti in disuso con l'avvento del cosiddetto “liscio”. Accanto a questo ricco e vivace repertorio che - spiegano i componenti del gruppo - è stato nel passato duramente osteggiato dal potere civile e da quello ecclesiastico, propongono brani del tardo Rinascimento e del Barocco. Composizioni che si possono accostare a quegli antichi balli tradizionali che rifiorirono, accolti nelle corti europee, a partire dal Cinquecento. Brani di compositori di indiscussa fama e pregio quali Arcangelo Corelli, Vincenzo Galilei e François Couperin arrangiati per l'originale suono di sette pive accompagnate nelle loro polifonie da percussioni e da altri strumenti della tradizione popolare.

Quello portato avanti dalle “Pivenelsacco” è un recupero culturale e musicale a tutto tondo, testimoniato, tra gli altri, nel cd “Cento Rami”, pubblicato nel 2011 con Radici Music Records.

Le “Pivenelsacco” concludono le schede di autopresentazione dei loro spettacoli con un “motto” al quale non mancano di tener fede e che è valido anche per martedì in piazza Pomposa: “ Le pive NON rimarranno nel sacco e festa si farà!”.

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