12/09/2012

FIGURINA/ 2 - "COSE DA NIENTE" TRA MAGIOSTRINE E CALCAGNINI

Inaugura venerdì 14 settembre alle 17.30 in corso Canalgrande la mostra "Cose da niente: Il fascino discreto degli oggetti", realizzata in occasione del Festival filosofia

Oggetti un tempo di uso comune, ormai caduti in disuso, in alcuni casi rari, come la "magiostrina", il "calcagnino" o lo "strandkorb": sono i protagonisti della nuova mostra del Museo della figurina, “Cose da niente: Il fascino discreto degli oggetti”. L'esposizione, che inaugura venerdì 14 settembre alle 17.30 in corso Canalgrande 103, in occasione del Festival Filosofia, è un viaggio nel passato con circa 200 illustrazioni d'epoca, tra coni da zucchero, macinini, tabacco da fiuto, vasi da notte, cuccumelle e sali d'ammonio. Accanto alla mostra ci saranno un catalogo con testi e racconti inediti che rievoca un giornale di fine Ottocento, un'installazione di Clementina Mingozzi e il laboratorio di Elena Bergonzini per creare il proprio “spunk” sulle tracce di Pippi Calzelunghe (www.museodellafigurina.it).

Alcune figurine più di altre sono in grado di catapultare lo spettatore in epoche passate, dando conto della quotidianità degli interni domestici, dei negozi, dei caffè, della vita all'aria aperta nelle vie cittadine e nei parchi. Ambienti popolati di cose cambiate nel corso degli anni, diventate obsolete, fuori moda, inusuali, tanto da non essere, in alcuni casi, nemmeno più riconoscibili.
Questi alcuni degli oggetti speciali che si potranno trovare raffigurati nelle figurine d'epoca selezionate per la mostra: i "calcagnini", una sorta di piccoli trampoli, creati per poter camminare per strada senza sporcarsi di fango, la "lorgnette", nome francese per gli occhiali sorretti da una stanghetta laterale, la "magiostrina", come in dialetto milanese si chiamava la paglietta da indossare nei mesi primaverili per proteggersi dal sole. Non mancheranno lo "strandkorb", poltrona da spiaggia di fabbricazione tedesca, per respirare l'aria di mare senza ustionarsi al sole, e il "peep show": quest'ultimo, diffuso tra il XVIII e il XIX secolo, permetteva di vedere attraverso un foro delle immagini grazie a lastre di vetro retroilluminate da una candela. Pare che il termine derivi da Peeping Tom, un giovane divenuto cieco ammirando attraverso un foro Lady Godiva che cavalcava nuda. Per questo è diventato sinonimo di rappresentazioni erotiche o pornografiche.
La mostra "Cose da niente. Il fascino discreto degli oggetti" è realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, in occasione del Festival Filosofia dedicato alle cose. Attraverso immagini e parole, racconta la storia di oggetti ormai superati, ma che hanno avuto grande peso nella vita delle persone: il cono dello zucchero - caratterizzato da una tinta diventata, per antonomasia, 'carta da zucchero' -, il macinino e la cuccumella, il vaso da notte, il tabacco da fiuto, i sali d'ammonio e il biberon 'assassino'. Cose quasi 'da niente' al pari delle figurine, ma che hanno la capacità di evocare emozioni e atmosfere e sono ormai degne di far parte di collezioni pubbliche e private.
La mostra, prodotta dal Museo della figurina in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, è aperta con ingresso gratuito in corso Canalgrande 103, dal 14 settembre al 24 febbraio. È curata da Thelma Gramolelli con la collaborazione di Paola Basile e Maria Giovanna Battistini ed è aperta da mercoledì a venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15-18; sabato, domenica e festivi dalle10.30 alle19. In occasione del Festival Filosofia gli orari saranno venerdì 14 dalle 9 all'1, sabato 15 dalle 9 alle 2, domenica 16 dalle 9 alle 24 (informazioni: Museo della figurina, tel. 059 2033090, www.museodellafigurina.it)

 

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