11/09/2012

URBANISTICA, DAL NUOVO PSC “UN SOSTEGNO ALLO SVILUPPO”

Giacobazzi sta lavorando al documento:“Dal Piano opportunità e regole; l’obiettivo è contribuire a creare ricchezza diffusa”. Attenzione all’ambiente e al welfare

“La città del futuro sarà diversa da quella di oggi, dovendo fare i conti anche con una crisi che determina una continua trasformazione dell’economia, del lavoro, della stessa composizione della società”. Gabriele Giacobazzi, assessore a Programmazione, gestione del territorio e infrastrutture, sta approfondendo in questi giorni i temi che entreranno a far parte della proposta di documento di indirizzi per il Piano strutturale comunale (Psc) la cui discussione in Giunta è iniziata nei giorni scorsi. E tra gli obiettivi che indica c’è quello di creare le condizioni per una ripresa dello sviluppo economico.

“Dobbiamo mettere ancora più impegno per sostenere le attività economiche e contribuire a creare ricchezza diffusa, quella ricchezza la cui redistribuzione è fondamentale per il sostegno al welfare, dai nidi ai servizi per gli anziani” spiega Giacobazzi sottolineando il ruolo che può svolgere il Psc in questa fase: “Immaginiamo una Modena che rimane Modena per dimensioni e relazioni con il resto del territorio provinciale, ma sicuramente una città che cambia e dobbiamo contribuire a renderla migliore puntando su una pianificazione che, con l’obiettivo dello sviluppo, offra un quadro di opportunità e regole per il territorio da cogliere con flessibilità e rapidità”.

E’ questa la chiave di una riflessione “dove non dobbiamo soffermarci solo sul tema della quantità – aggiunge Giacobazzi – ma dobbiamo pensare la città di domani, nello scenario demografico che abbiamo delineato, per favorire la mobilità ciclo-pedonale, un trasporto pubblico che trovi condizioni di efficienza, abitazioni e arredi urbani dove ci sia attenzione alle difficoltà motorie di anziani e disabili, un verde pubblico e condominiale che favorisca la socializzazione, l’adeguamento delle strutture per il welfare: dalle scuole, oggi ben dimensionate, ai nidi, su cui serve una maggiore offerta, fino all’ambito sanitario, sociale e sportivo”.

In coerenza con questi obiettivi ambientali, sociali e di uso del territorio “serve una tipologia di città più compatta – afferma Giacobazzi – nella quale il progressivo incremento della densità insediativa dovrà essere associato a processi di riqualificazione urbanistica e di sostituzione edilizia. Non quindi una città immobile, ma una città che cresce, e soprattutto migliora attraverso la riqualificazione, e dove l’utilizzo di nuovo territorio sia limitato all’edilizia sociale e alle necessità di quei processi di riqualificazione o di espansione produttiva che comunque tendano all’autosufficienza energetica. Oltre naturalmente al miglioramento delle infrastrutture e dei servizi pubblici”.

Per Giacobazzi si tratta di “opportunità importanti per il sistema economico se sapremo favorirle con norme che agevolino e incentivino il recupero e la sostituzione di quelle parti di città costruite con standard edilizi urbanistici ed edilizi non idonei, attraverso processi di riduzione di densità nelle aree a ridosso del centro storico e ricollocazione di volumetrie, con l’utilizzo di meccanismi premiali e con il massimo di semplificazione possibile per incentivare l’iniziativa dei proprietari e degli operatori del settore”.

Azioni sul documento