10/10/2013

PALAZZINE VIA NONANTOLANA, GIA’ DELIBERATA LA DEMOLIZIONE

L’assessore Maletti ha risposto in Aula alle interrogazioni di Poppi (Msa) e Bellei (Pdl)

“Già dallo scorso 23 luglio la Giunta ha previsto e accantonato le somme necessarie alla demolizione delle due palazzine disabitate di via Nonantolana. Le pratiche edilizie sono in corso da parte del settore Lavori pubblici e, non appena verranno completate, si procederà all’intervento. Stessa sorte è prevista per la terza, una volta completato lo sgombero dei quattro proprietari ancora residenti”.

Lo ha affermato l’assessore alle Politiche sociali, sanitarie e abitative del Comune di Modena Francesca Maletti, riprendendo quanto già annunciato dall’Amministrazione nei giorni scorsi, durante la seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 10 ottobre, rispondendo alle interrogazioni di Sandra Poppi (Modenasaluteambiente.it) e Sandro Bellei (Pdl) sulla situazione delle palazzine di via Nonantolana 221/255.

Poppi ha portato la propria testimonianza: “Passando in bicicletta ho osservato lo stato di degrado delle palazzine e della zona, un’area aperta, senza recinzioni, e malfrequentata”, ha affermato domandando inoltre se, dopo i vari episodi di terremoto, la staticità delle palazzine è stata controllata, se e con quali tempi Acer intende ristrutturarle e riutilizzarle come alloggi sociali, e cosa è stato fatto per mettere in sicurezza la zona, le persone e gli aspetti igienico-sanitari dei fabbricati. Anche il consigliere Bellei ha chiesto “se e quando le palazzine sono state controllate da un tecnico competente e messe in condizione di essere staticamente sicure, se è stato fatto qualcosa per rimediare al degrado cui sono soggette, quando è previsto un intervento per riutilizzarle al fine dell’edilizia sociale e se, piuttosto, non è più economico abbatterle e ricostruirle”.

Maletti ha ricordato che già dal 2008 è stato definito un programma di risanamento e riqualificazione della zona, che prevede la demolizione delle tre palazzine e la realizzazione con il ricavato della vendita dell’area di edifici di nuova costruzione in posizioni diversificate nella città, in modo da evitare grosse concentrazioni di Edilizia residenziale pubblica. Con questo intento, già nel 2009 le famiglie che risiedevano negli appartamenti di proprietà comunale sono state spostate in altri alloggi Erp, mentre con gli 11 proprietari è stata avviata una trattativa. “Solo con quattro famiglie non si è ancora trovato un accordo nonostante le diverse proposte economiche o di permuta effettuate dall’Amministrazione – ha spiegato Maletti – in quanto la richiesta che fanno è molto diversa dal valore degli immobili stimato dai tecnici comunali. In alcuni casi inoltre i proprietari hanno acceso mutui per l’acquisto dell’appartamento e oggi si trovano in difficoltà a rinegoziarli o girarli su altri immobili. Da alcuni mesi – ha aggiunto – è l’avvocatura civica che sta portando avanti un confronto serrato per trovare una soluzione”.

L’assessore ha poi spiegato che nell’area, nel corso degli anni, sono stati realizzati interventi di vigilanza e sicurezza (due ispezioni a notte dal 2009 a oggi per una spesa complessiva di oltre 24 mila euro), e di pulizia e manutenzione del verde (44 interventi completi dal febbraio 2012 con cadenza periodica o al bisogno per una spesa pari a oltre 15 mila euro). Nel 2010 sono inoltre stati murati o chiusi con rete elettrosaldata tutti gli accessi agli alloggi vuoti, è stata posta una recinzione sul retro dei fabbricati confinante con lo strabello comunale di accesso al parco pubblico, e sono state recintate le aree cortilive degli edifici disabitati. “Inizialmente si era deciso di demolire le tre palazzine allo stesso momento per evitare diseconomie e non creare disagio alle famiglie tuttora presenti”, ha spiegato Maletti. “Ma la scorsa primavera, valutata la situazione di stallo delle trattative con almeno due delle famiglie, si è avviato l’iter per la demolizione dei primi due immobili”.

L’assessore ha infine confermato che i tecnici Acer hanno effettuato le verifiche post terremoto necessarie senza riscontrare situazioni di pericolo, fatta eccezione per la lavanderia comune posta nell’area cortiliva che è stata chiusa.

Nella replica, entrambi i consiglieri si sono dichiarati non del tutto soddisfatti dalla risposta dell’assessore, che hanno definito “burocratico-amministrativa”. Per la consigliera Poppi “dal 2008 a ora si poteva fare qualcosa di più. Mi rallegro per il provvedimento di demolizione di due delle tre palazzine – ha proseguito – ma non mi rassicura che per la terza ci siano ancora trattative in corso: le chiedo di sveltire le pratiche o di intervenire con provvedimenti. Ho constatato personalmente che nell’area cortiliva chiunque può accedere, la sorveglianza è insufficiente e sulla manutenzione del verde ho grossi dubbi”. Anche il consigliere Bellei ha sollecitato un “rapido intervento: non possiamo aspettare altri 5 anni e nemmeno altri 5 mesi – ha detto – perché il ritrovamento di una persona deceduta per overdose e l’episodio di un bambino che si è ferito con una siringa sono dimostrazione di una situazione estremamente grave. Bisogna risolverla al più presto”.

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