04/11/2013

EX AMCM, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Prima dell’approvazione del progetto di recupero sono intervenuti diversi consiglieri

Un dibattito di circa due ore ha preceduto l’approvazione della delibera di adozione del nuovo Piano di recupero dell’area ex Amcm in variante al Poc (a favore il Pd, contro Pdl, Fratelli d’Italia, Modena futura, Sel, Udc, Modenasaluteambiente.it ed Etica e legalità), avvenuta in Consiglio comunale a Modena giovedì 31 ottobre.

Secondo Eugenia Rossi di Etica e Legalità “bisogna tutelare l’area e serve un piano più rispettoso dell’estetica e dell’interesse pubblico, mentre quello presentato è una fotocopia peggiorativa di quello precedente. E’ un piano fallimentare – ha aggiunto – con una storia ricca di inciampi politici e amministrativi tra cui la demolizione della rimessa dei tram, edificio di raro pregio architettonico”. Per il Pdl, Sandro Bellei ha parlato di “scarsa fantasia” del nuovo progetto di recupero: “Non si capisce come si riproponga una torre di almeno 40 metri”, ha proseguito. “Si agisce in aperto dissenso con un Tribunale amministrativo e non si ha nemmeno il buon senso di aspettare l’elezione della prossima Amministrazione, che potrebbe essere di colore diverso”. Per il capogruppo Adolfo Morandi “l’assessore sta cercando di ridare credibilità all’Amministrazione facendo vedere ai cittadini che si mette mano a questa situazione. Il nuovo progetto è la riproposizione del precedente con qualche modifica sulla base delle indicazioni della Sovrintendenza e la realizzazione risponderà più a criteri di profittabilità delle imprese che all’interesse dei cittadini”. Andrea Leoni ha sottolineato che “in tutti questi anni a Modena ha sempre governato la sinistra, che non ha avuto la capacità di intervenire sull’area dell’ex Amcm. Sul tema – ha aggiunto – oggi come in passato il Pd è solo senza l’appoggio degli altri partiti di maggioranza, ciò dimostra che anche all’interno del centrosinistra non c’è piena convinzione”. Per Sergio Celloni del Movimento per cambiare insieme per Modena “se questa Amministrazione e le precedenti non avessero fatto nulla sarebbe stato meglio. Il Comune stordisce i cittadini con una serie progetti che poi non realizza e che rimangono nei cassetti degli amministratori. All’ex Amcm si è demolito senza poi realizzare nulla, facendo uno scempio di Modena”. Secondo Michele Barcaiolo di Fratelli d’Italia “Modena ha tra le sue peculiarità storiche il fatto di realizzare con continuità scempi urbanistici. È evidente – ha detto – come scelte sbagliate o figlie di speculazioni del momento hanno portato all’impoverimento e all’imbarbarimento della città, senza riconoscere la sua storia e calpestando l’identità di alcune zone”. Sandra Poppi di Modenasaluteambiente.it ha definito “urgente e doveroso il recupero dell’area” e riconosciuto nel nuovo progetto “elementi di novità. Nonostante ciò – ha proseguito – mi rimangono diverse perplessità sugli edifici previsti, oltre che sulla demolizione impropria già avvenuta di alcuni e sul fatto che nessuno al momento possa garantire la fattibilità del progetto”. Gian Carlo Pellacani, capogruppo dell’Udc, ha espresso delusione: “Ci voleva molto più coraggio, ci aspettavamo qualcosa di più creativo”, ha affermato. “L’area andava valorizzata dal punto di vista culturale, architettonico e urbanistico, e non doveva essere destinata alla speculazione urbanistica. Il pericolo è che gli interventi sociali non trovino realizzazione”. Secondo Nicola Rossi di Modena futura “il nuovo progetto è di basso livello, non dà nessun segno di novità e nessun senso di futuro alla città. L’Amministrazione invece che adibire quest’area strategica a iniziative culturalmente rilevanti preferisce costruirci case, esercizi commerciali e un piccolo centro di vicinato. Non c’è nessun vero segno di discontinuità rispetto al passato”.

Ingrid Caporioni di Sel ha parlato della valorizzazione urbanistica di Modena come di un “obiettivo mancato di una città che negli ultimi anni si è riconosciuta solo nella costruzione di parcheggi e di superfici per la grande distribuzione. Occorre cambiare passo – ha continuato – per progettare una città in cui solidarietà e ambiente siano il motore dello sviluppo; bisogna osare di più”. Per il Pd, Rossella Maienza ha sottolineato l’“importanza del progetto per un’area lasciata in un degrado imbarazzante non più tollerabile. Passiamo dalle parole ai fatti – ha commentato – si è perso già troppo tempo. La delibera arriva al momento giusto ed è ora di posare la prima pietra di un progetto già pensato anni fa che oggi torna in Aula rivisitato: è un giorno importante per Modena”. Maurizio Dori ha evidenziato l’ingente impegno economico che le imprese interessate dovranno sostenere: “Dobbiamo consentire a chi deve investire di fare anche i propri interessi, altrimenti nessuno potrà attuare le richieste dell’Amministrazione”, ha affermato. “Fino a quando non renderemo appetibile l’intervento la zona rimarrà in situazione di degrado”. Il capogruppo Paolo Trande ha ricordato che “il nuovo piano contiene indicazioni di massima. Se durante il percorso sarà individuato un altro equilibrio non ci saranno impedimenti a modificare quanto previsto. Siamo tutti d’accordo sulla necessità di recupero dell’area – ha aggiunto – ma per realizzare un intervento ci vuole un progetto economicamente sostenibile”.

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