05/02/2013

CONTROLLI INTERNI / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Pd: Regolamento strategico per garantire qualità con risorse calanti. Ma le opposizioni lamentano il rischio di formalismo e la necessità di più controlli sulle partecipate

“Il Regolamento è uno strumento con grande valore politico e strategico perché individua compiutamente i responsabili dei procedimenti e quindi dei risultati attesi”. Ha detto il consigliere del Pd Giancarlo Campioli aprendo il dibattito che ha preceduto l’approvazione da parte del Consiglio comunale del Regolamento dei controlli interni e dell’integrazione del Regolamento di contabilità illustrati dal vicesindaco Giuseppe Boschini lunedì 4 febbraio (favorevolI Pd, Pdl, Modena futura, Sinistra per Modena; astenuti Fratelli d’Italia, Modena5stelle-beppegrillo.it ed Etica e legalità).

Campioli ha insistito su tre aspetti individuati nel documento: “il controllo di qualità, inteso come verifica dell’efficacia dell’azione, il controllo di gestione, ossia l’efficientamento e il controllo strategico, cioè la pianificazione dei controlli di qualità. Sul primo aspetto i riferimenti sono la Carta dei servizi e la customer satisfaction, la qualità percepita dall’utenza”, ha precisato insistendo sull’importanza di “accessibilità e disponibilità delle informazioni, tempestività, trasparenza, costi e tempi dell’erogazione ed efficacia, oltre che di dotarsi di strumenti per misurare il rapporto tra obiettivi e azioni, oltre che tra risorse e risultati, perché questo è l’elemento a cui come Amministrazione dobbiamo tendere: fare bene e farlo con sempre meno risorse. È quindi fondamentale fare piani a medio e lungo periodo, controllarne gli avanzamenti e intervenire rapidamente con fattori correttivi”.

Per William Garagnani “la delibera recepisce il lungo iter della legge” e parlando di “una costruzione barocca del sistema italiano sul regolamento dei controlli” ha additato “la strada della semplificazione per evitare sempre nuovi controlli. L’organismo che lo attua – ha detto - dovrebbe avere la responsabilità dell’atto dal cui esito dovrebbe derivare o meno l’incentivo. Inoltre, Garagnani ha introdotto il tema delle fondazioni (“a chi risponde chi vi è impegnato?”) e delle multi utility (“di cui nulla si può sapere perché sono quotate in borsa”) e ha precisato: “Produciamo precarietà per risparmiare sui bilanci, ma abbiamo multiutility con dirigenti che percepiscono stipendi altissimi e non possiamo intervenire. È qui che si dovrebbero esercitare i controlli; la delibera è fatta molto bene ma i veri problemi rimangono aperti”.

Per il Pdl, Adolfo Morandi ha insistito sul fatto che “il problema sostanziale è in che modo si svilupperanno le sei tipologie di controlli interni indicati dalla legge. Questo Comune – ha osservato - ha già un regolamento contabile e dei meccanismi di controllo, per cui non siamo all’anno zero. La legge ha il pregio di individuare alcuni controlli non che ancora non sono previsti. Il rischio è di rendere ancora più burocratico e pesante il sistema dei controlli, tanto che le nuove norme arrivino a produrre un topolino, mentre il senso della legge è mettere in atto controlli che diano la possibilità di verificare rapidamente la correttezza dell’attuazione delle scelte strategiche per permettere al Consiglio di fare valutazioni ed eventualmente di mettere in campo i correttivi”. Il capogruppo ha quindi annunciato voto favorevole alle delibere aggiungendo: “Verificheremo affinché tutto ciò non si risolva in un formalismo, in un insieme di regole che non produce reali controlli”.

Per Eugenia Rossi di Etica e Legalità “trattandosi di una direttiva nazionale, non ci sono molte possibilità di decidere”, ma il rischio è produrre complicazioni senza ridurre, né razionalizzare spese e carico lavorativo, o anzi aumentandoli. La consigliera ha innanzitutto ribadito la necessità di una “normativa anticorruzione, come anticipato dall’assessore al Bilancio”. Ha definito un limite “il carattere obbligatorio ma non vincolante dei pareri” e ha evidenziato come “il regolamento non risolva il nodo delle partecipazioni che va esteso anche a consorzi e aziende di servizi alle persone. Il regolamento quindi – ha concluso - non mette mano ai veri problemi: non possiamo controllare Hera, né le fondazioni. Il problema è un sistema che non distingue tra pubblico e privato, né tra partiti e amministrazioni”.

In sede di dichiarazioni di voto, Sandra Poppi di Modena5stelle-beppegrillo.it ha espresso le proprie perplessità: “Non so se il regolamento semplificherà i controlli interni o renderà più trasparenti i procedimenti, ma ho dubbi che questi controlli rispondano ai criteri di semplificazione e trasparenza. Inoltre – ha proseguito - essi non sono applicabili alle partecipate e alle loro derivate, tantomeno alle fondazioni, quindi ribadisco la necessità di individuare una struttura interna che controlli le partecipate, come detto in Commissione anche dall’assessore Boschini”.

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