05/03/2013

ACQUA PUBBLICA, "SOLLECITARE IL RISPETTO DEL REFERENDUM"

Il Consiglio ha approvato due mozioni: a favore Pd, Sel, Modena5stelle-beppegrillo.it, contrari Pdl, Mpa e Udc e astensione di Fratelli d’Italia e Modena futura

Il Consiglio comunale di Modena ha chiesto a sindaco e Giunta di sollecitare il Parlamento a legiferare in materia di gestione del servizio Idrico integrato, nel pieno rispetto dell'esito referendario del giugno 2011.

Nella seduta di lunedì 4 marzo, infatti, l’Aula ha approvato la mozione presentata dalla maggioranza (sostitutiva di una mozione presentata nel maggio 2012 da Sinistra per Modena) con il voto favorevole di Pd, Sel, Modena5stelle-beppegrillo.it, contrario di Pdl, Mpa e Udc e con l’astensione di Fratelli d’Italia e Modena futura. Con la stessa votazione è stata approvata anche una seconda mozione, presentata da Sinistra per Modena, che esprime la piena condivisione da parte del Consiglio degli obiettivi e dei contenuti dell’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) sull'acqua, promossa a livello europeo da Epsu (Sindacato europeo dei servizi pubblici), e impegna l’Amministrazione a informare i cittadini modenesi sui contenuti dell'iniziativa e sulle modalità per aderire e per sostenerla.

La mozione della maggioranza invita a intervenire presso Hera per la tutela dei cittadini che, per ottenere il rispetto dell'esito del referendum del 2011, hanno aderito alla campagna di “obbedienza civile” attraverso l’autoriduzione della bolletta per una quota pari alla “remunerazione del capitale investito” abrogata dall’esito referendario non ancora però reso esecutivo. Il documento impegna quindi l’Amministrazione a verificare l'effettivo accantonamento da parte di Hera, secondo le delibere di Ato, del valore corrispondente alla remunerazione degli investimenti previsti nel Piano economico finanziario del 2012; chiede di “rivolgere un formale invito al presidente del Consiglio dei Ministri, affinché Governo e Parlamento non diano corso all’assoggettamento al patto di stabilità delle aziende speciali e ‘in house’, e pongano in essere un provvedimento volto all’esclusione dal patto di tutti gli investimenti finalizzati alla realizzazione dei servizi essenziali alla comunità e riconducibili alle categorie dei beni comuni e del welfare locale”. L’Amministrazione viene inoltre sollecitata a farsi portavoce in ogni sede istituzionale e in sede Anci affinché venga aperta la discussione sul ruolo della Cassa depositi e prestiti e vengano riscritte le regole del patto di stabilità interno, “tenendo conto della necessità di sganciare dal meccanismo gli investimenti finalizzati a realizzare servizi pubblici essenziali e a garantire il welfare locale, a partire da quelli realizzati con fondi propri e di dare una programmazione, condivisa e partecipativa, almeno triennale del nuovo patto”. Infine il Consiglio ha chiesto a sindaco e Giunta di riferire tempestivamente nella sede più idonea (conferenza dei capigruppo, commissione consiliare competente, Consiglio comunale), sui temi e gli impegni in discussione e sulle possibili azioni successive da intraprendere.

Il capogruppo del Pd Paolo Trande ha sottolineato la necessità di tenere in considerazione l’esito del referendum: “Il processo di privatizzazione si è così interrotto – ha affermato – ma non non è stata eliminata la remunerazione del capitale. Si tratta di un vulnus democratico: bisogna dare risposta ai cittadini; è necessaria una legge nazionale”. Per il consigliere “ci sono le condizioni per fare uno studio su cosa può significare in termini economici la gestione pubblica del servizio idrico integrato e, sulla base dei risultati, nei prossimi anni si può chiedere ai cittadini modenesi se preferiscono una gestione diretta o mista”.

Adolfo Morandi ha motivato la posizione “da sempre sostenuta dal Pdl”: “Andare verso una privatizzazione della gestione del servizio può consentire una libera concorrenza sul mercato e di conseguenza un efficientamento del servizio, il miglior risultato al minor costo possibile. Dire oggi che tutto ciò va negato è assurdo e anche contraddittorio da parte del Pd rispetto alle posizioni prese precedentemente”. Il capogruppo del Pdl ha inoltre sottolineato che “il vero problema di questa situazione è il conflitto d’interesse del Comune, che deve vestire i panni dell’ente pubblico e non dell’azionista della società, cosa che più volte non abbiamo visto fare”.

Federico Ricci di Sel ha puntualizzato che “alcune persone private e pubbliche hanno aderito alla campagna di obbedienza civile e stanno subendo interventi da parte di Hera, quando la loro azione è legata solamente al rispetto dell’esito referendario. Su questo rimane in essere un grosso problema – ha proseguito – il criterio dell’adeguatezza della remunerazione dell’investimento continua ad essere applicato e su ciò è intervenuto recentemente anche il Consiglio di Stato che ha definito ‘illegittima’ l’applicazione poiché in contrasto con gli effetti del referendum. Chiediamo al legislatore di intervenire per far rispettare la volontà referendaria degli italiani – ha aggiunto ancora – la gestione dell’acqua deve essere prima di tutto nell’interesse delle persone e non dei soggetti economici”.

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