05/07/2013

LICEALI E ARCHEOLOGI TROVANO REPERTI DI 3700 ANNI FA

Modena, punte di frecce e resti di fauna emersi dagli scavi di Baggiovara confermano la presenza di cacciatori e forniscono nuovi dati sulle origini delle Terramare

Punte di frecce e resti di fauna, che confermano l'esistenza di un villaggio dell'età del Bronzo i cui abitanti erano particolarmente dediti alla caccia. É quanto emerge dagli scavi archeologici realizzati nelle ultime tre settimane alla Terramara di Baggiovara, nei pressi dell'ospedale Sant'Agostino Estense in via Giardini. La scoperta l'hanno fatta archeologi ed esperti modenesi affiancati nel lavoro da 16 studenti di scuola superiore che partecipano al progetto "Scavo scuola".

I ritrovamenti assumono particolare significato perché si riferiscono al momento più antico dell'occupazione del territorio da parte delle comunità terramaricole (circa 3.700 anni fa, tra il XVII e il XVI secolo a C.) e aggiungono quindi nuovi dati sulla nascita delle terramare che rappresentano uno dei più importanti fenomeni dell'età del Bronzo italiana ed europea. A presentare i primi risultati sul luogo dello scavo, nella mattina di venerdì 5 luglio, sono stati il responsabile scientifico Andrea Cardarelli, docente all'Università La Sapienza di Roma, e la direttrice del Museo civico archeologico di Modena Ilaria Pulini, assieme agli assessori del Comune di Modena Roberto Alperoli (Cultura) e Adriana Querzè (Istruzione).
Il deposito archeologico, di circa 50 centimetri, era stato indagato nel 2011, sempre con l'aiuto degli studenti, per uno spessore di 25 centimetri su tutta la superficie dell'area (95 metri quadrati). Le ricerche in corso, che puntano a terminare lo scavo dei restanti 25 centimetri, stanno portando alla luce una notevole quantità di reperti, soprattutto vasi, resti di fauna e punte di frecce, che confermano la vocazione venatoria di una delle aree del villaggio.
La direzione degli scavi è affidata ad Andrea Cardarelli, coadiuvato dagli archeologi del Museo, del Cnr (Isma) e da esperti di archeobotanica e archeozoologia dell'Univeristà di Modena e Reggio Emilia e dell'Università del Salento. Gli studenti partecipanti al progetto "Scavo scuola" sono stati selezionati fra 132 candidati del terzo e quarto anno delle scuole superiori modenesi. L'attività, che per i ragazzi è un percorso di "lavoro estivo guidato", con un assegno di studio di 220 euro, viene ripetuta quest'anno dopo la positiva esperienza dell'estate 2011. Gli scavi si sono avvalsi della sponsorizzazione tecnica della cooperativa Cmb, che ha messo a disposizione gratuitamente e installato un container e la recinzione dell'area.
Per gli studenti rappresenta un'esperienza formativa che unisce all'emozione del ritrovamento e della scoperta giorni e ore di paziente lavoro scientifico, con la presenza costante di archeologi che li accompagnano attraverso le diverse fasi dello scavo. A ciascuno dei 16 candidati prescelti è stato assegnato un turno di due settimane, con un impegno di otto ore giornaliere, per un totale di dieci giornate di scavo. La proposta, curata dal Museo civico archeologico etnologico con la collaborazione dell'assessorato all'Istruzione del Comune di Modena, si inserisce in un panorama variegato di opportunità educative che vanno dai laboratori didattici all’archeologia sperimentale, in particolare al Parco archeologico e Museo all'aperto della Terramara di Montale.
Questi i 16 studenti che hanno preso parte allo scavo: Serghej Cavallini, Silvester Del Vacchio (liceo Scientifico Tecnologico Corni), Rosaluna Capucci, Francesca Frisinelli, Riccardo Poloni (liceo Classico Muratori), Elisabetta Alletto,Vittoria Lucrezia Braglia (liceo classico San Carlo), Gabriele Berselli, Anna Khrystyna Zarichanska (liceo socio psico pedagogico Sigonio), Giovanni Mori, Alessia Palermo, Martina Schiuma (liceo Scientifico Tassoni), Isabella Bergamini, Gabriele Melegari (Istituto d'Arte Venturi), Lucrezia Dongiovanni, Lucia Gualdi (liceo scientifico Wiligelmo).

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