19/08/2013

DISTURBI PSICHICI/2 – UNA STORIA MODENESE DI INCLUSIONE

Valentina ha aperto le porte di casa sua a Sofia aderendo al Progetto Iesa

“Ho incontrato Sofia per la prima volta molti mesi fa. Ancora non ci conoscevamo, ma ricordo che avevo notato quella ragazza magra e pallida con i capelli lisci, sottili e lo sguardo svuotato che usciva dal reparto di psichiatria del Policlinico. Aveva tentato il suicidio, in preda alla disperazione, per il naufragare del suo matrimonio, da cui erano nate due bambine affidate al padre”.

Valentina è un’assistente familiare di origine albanese che offre servizio a persone non autosufficienti. Ha accolto nella sua vita Sofia, una giovane donna con evidente fragilità psicologica, anch’essa albanese. Le ha aperto le porte di casa sua dopo che tra le due è nata una sincera amicizia, aderendo al Progetto di inserimento etero-familiare supportato di adulti con disturbi psichici (Iesa) sviluppato dall’assessorato alle Politiche sociali, sanitarie e abitative del Comune di Modena, dall’Ausl e dall’associazione volontari Rosa Bianca. Durante i ripetuti ricoveri in ospedale di Sofia, Valentina è andata spesso a trovarla e la loro amicizia è cresciuta al punto che ha chiesto di tenerla con sé. Giorno dopo giorno le condizioni di salute di Sofia sono notevolmente migliorate e oggi è di nuovo inserita nella società: autosufficiente per la maggior parte delle cose, svolge un lavoro semplice, vede le sue figlie ogni 15 giorni e con Valentina a volte va a cena fuori, a ballare o in vacanza.

“Da questa esperienza ho capito che le persone con disturbi mentali hanno bisogno di molto amore, comprensione e, soprattutto, di tanto rispetto”, aggiunge Valentina. “Non posso nascondere il mio orgoglio per essere riuscita a dare il mio contributo a una persona in difficoltà, ma per me la ricompensa più grande è la sua speranza di un futuro più felice e sereno”.

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