30/01/2014

ALLUVIONE / 4 – “UN DOVERE LA RICERCA DELLA VERITÀ”

L’assessore Arletti ha ripercorso in Consiglio la dinamica dell’accaduto. Sono intervenuti 257 volontari della Protezione civile comunale per un totale di 121 turni

"La ricerca della verità sulle cause del disastro è un dovere e un impegno di tutti e così è stato interpretato da tutte le istituzioni. La tesi più corretta sembra quella che prende in considerazione una serie di concause: dalle arginature non più del tutto adeguate alle caratteristiche delle piene al ripetersi di fenomeni di piena ravvicinati che favoriscono l’imbibizione dei terreni, dall’indebolimento dei manufatti causato dalla fauna selvatica a una manutenzione scarsa degli alvei del fiume e delle arginature”.

Lo ha affermato l’assessore all’Ambiente e Protezione civile Simona Arletti nella seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 30 gennaio, rispondendo a otto interrogazioni sull’alluvione dovuta alla rottura dell’argine del fiume Secchia presentate da diversi consiglieri.

L’assessore ha ripercorso nel dettaglio la dinamica dell’evento, sottolineando come dopo il primo allarme che segnalava la rottura all’altezza del centro abitato di San Matteo sulla statale del Canaletto, giunto alle 7.08 di domenica 19 gennaio con una telefonata della centrale operativa dei Carabinieri alla Polizia municipale, siano iniziate le azioni di intervento da parte di Polizia municipale, Protezione civile, Vigili del fuoco, ufficio Opere idrauliche del settore Ambiente del Comune e Aipo, l’Agenzia Interregionale del Fiume Po.

“La situazione è parsa immediatamente molto complessa – ha spiegato Arletti – la frattura dell’argine si è estesa rapidamente indirizzata verso Bastiglia. Dopo avere invaso il centro del Comune di Bastiglia e saturato l’alveo del Naviglio, l’acqua ha ripreso la via di Modena portando all’allagamento della frazione di S. Clemente. In via precauzionale, oltre a definire la chiusura delle scuole, i residenti della frazione di Albareto sono stati invitati a lasciare le proprie abitazioni o a trovare rifugio ai piani alti. Nella giornata di lunedì 20 – ha continuato – l’acqua ha allagato Bomporto e, a Modena, ha raggiunto diversi insediamenti rurali lambendo anche l’abitato di La Rocca. Nella notte ha superato il campo sportivo di Albareto e si è trovata a ridosso delle prime abitazioni, poi il flusso ha rallentato fino a fermarsi del tutto. A causa dell’alluvione si è contato anche un disperso – ha aggiunto Arletti – voglio ricordare Oberdan Salvioli con dolore e vicinanza alla sua famiglia”.

L’assessore ha spiegato ancora che da subito, presso il Comando della Polizia municipale si è istituito il Coc (Centro operativo comunale) che ha disposto, in collaborazione con il Centro Unitario Provinciale di Marzaglia, l’allestimento presso la polisportiva di Modena Est, un centro di accoglienza per le famiglie sfollate. Presso la sede della Protezione civile di Marzaglia, inoltre, si è costituito il Comitato di Coordinamento degli interventi e, fin dal primo momento, l’alluvione è stata seguita dal Presidente della Regione Vasco Errani. Le azioni sono state coordinate e contemporanee: da una parte il lavoro di ripristino dell’argine, dall’altra la gestione degli allarmi ai Comuni interessati dalla piena e alla popolazione a seconda delle evoluzioni dei fenomeni, quindi i soccorsi e l’assistenza. La falla dell’argine è stata chiusa alle 6 del martedì mattina e Aipo ha proseguito con i lavori di impermeabilizzazione fino a domenica 26 gennaio. La Protezioni civile comunale, che ha compiti di assistenza alla popolazione in casi di emergenza o pericolo pur senza ruoli gestionali né programmatori diretti, ha visto 257 volontari, suddivisi in squadre, per un totale di 121 turni, operare incessantemente per allertare, assistere e per ridurre il disagio dei cittadini e delle imprese colpiti, liberandoli dal fango. Utilizzando i sei automezzi con i carrelli in dotazione sono stati percorsi oltre 5.000 km mentre le ore di lavoro delle idrovore e dei generatori connessi sono state circa 700. Su richiesta della Protezione civile, come in queste ore sta succedendo, il gruppo comunale dà inoltre disponibilità a collaborare con Aipo e con la Provincia alla sorveglianza degli argini.

Arletti ha infine spiegato che il tratto di argine dove si è aperta la falla era stato sottoposto a verifiche post sisma da Aipo e a un intervento di manutenzione terminato lo scorso dicembre 2013. “A fronte del cedimento avvenuto ora – ha aggiunto – Aipo dovrà fare una verifica più ampia sulla futura tenuta degli argini e sulla piena efficienza delle opere idrauliche”. Concludendo, l’assessore ha evidenziato che “a fronte dei cambiamenti climatici epocali che stiamo vivendo, il nostro sistema idrogeologico deve essere enormemente consolidato, molto più di quanto fatto finora e che anche il sistema di governance forse non è più all'altezza dei tempi. Aipo – ha proseguito – è un servizio tecnico sovraregionale a cui sono stati affidati compiti di vigilanza, progettazione e manutenzione del Po e dei suoi affluenti, attività che alla luce dei tagli di risorse a disposizione e del forte aumento degli eventi meteorici, non è in grado di effettuare con la necessaria tempestività. È quindi giusto avviare una riflessione sul lavoro svolto in questi anni dall’Agenzia”.

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