30/01/2014

ALLUVIONE / 5 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Le otto interrogazioni sono state l’occasione per aprire un confronto sull’accaduto

Le otto interrogazioni sull’alluvione derivante dalla rottura dell’argine del fiume Secchia sono state l’occasione, nella seduta del Consiglio comunale di Modena di oggi, giovedì 30 gennaio, per aprire un confronto sull’accaduto.

Ad aprire il dibattito, durato quasi quattro ore, è stato Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia che si è detto “molto deluso soprattutto per l’atteggiamento supino tenuto dall’assessore Arletti. Non si vogliono accendere i riflettori su chi ha responsabilità, mentre gli amministratori dovrebbero alzare la voce e battere i pugni. Andiamo a difendere insieme il nostro territorio”, ha aggiunto. Per Fi-Pdl, anche Sandro Bellei si è detto “poco soddisfatto” per aver “sentito difendere tutto e tutti tranne le nutrie e le loro tane. Oggi mi aspettavo una accusa più pesante e determinata verso chi ha colpe, come ad esempio Aipo o le istituzioni che non si sono fatte sentire nel modo opportuno con chi doveva fare i controlli”. Secondo Olga Vecchi “manca la prevenzione, l’attenzione al problema e la voglia di investire costantemente nella sicurezza idraulica. Il Secchia era già nella zona di rischio delle mappe europee, perché la Regione ha finto di non saperne nulla? Nutrie e volpi, pur presenti, vengono usate come scusa per l’incuria di chi avrebbe dovuto fare qualcosa”. Il capogruppo Adolfo Morandi si è detto “insoddisfatto” per “le cifre minime ed esigue stanziate” e “per le modalità di intervento del presidente della Regione Errani”, e ha espresso perplessità sul lavoro “della Commissione che deve accertare le cause: credo ci siano tecnici in grado di dire in tempi rapidi cosa è successo e cosa fare subito con urgenza per prevenire”. Sergio Celloni del Movimento per cambiare insieme per Modena ha dichiarato di non essere “dalla parte della politica, che fa lo scarica barile sulle responsabilità. Vedo mancare il buon senso nelle cose e non c’è la buona gestione del pubblico nell’interesse del cittadino che farebbe evitare cose di questo tipo”. Anche Sandra Poppi di Modenasaluteambiente.it si è detta “insoddisfatta” della risposta: “Ho assistito a una minimizzazione del problema che invece ha avuto un impatto devastante su tanti cittadini. È necessario trovare con urgenza cause e responsabilità, capire cosa non ha funzionato e agire sulla sospensione delle tasse, che non può essere di soli sei mesi”. Secondo Luigia Santoro del Nuovo centro destra “il disastro poteva essere evitato, perché c’erano studi effettuati da Tetrapak e un esposto presentato da una famiglia. Non si può mettere a rischio la vita delle persone dicendo che ci sono pochi soldi; quando si verifica il danno le risorse consumate sono superiori a quelle necessarie a fare prevenzione”. Per il Pd, Giulia Morini si è detta in difficoltà a intervenire: “Dai cittadini intorno a me ho sentito tanta rabbia per l’accaduto. È da molto tempo che si parla della necessità di pulire di più il letto del fiume e che ci fosse un problema era chiaro all’Aipo. Chiedo un Consiglio straordinario sul tema del dissesto del nostro territorio”. Elisa Sala ha sottolineato che “non ci si può improvvisare come volontari nel monitoraggio dell’argine di un fiume, ma bisogna essere addestrati perché si tratta di una attività tecnicamente complessa che comporta una grandissima responsabilità. È necessario fare prevenzione – ha aggiunto – rendendo i cittadini consapevoli dei rischi con cui convivono”. Stefano Goldoni ha portato la testimonianza di amici e parenti che vivono a Bastiglia: “È un paese distrutto ma non rassegnato – ha detto – i cittadini sono arrabbiati ma si sono dati da fare per rimettersi subito in piedi. Dovranno essere garantiti risarcimenti congrui e il Governo deve varare in breve tempo lo stato di calamità per queste aree e sospendere gli adempimenti fiscali”. Rossella Maienza ha chiesto che vengano accertate le responsabilità: “C’è sicuramente stata una sottovalutazione del problema e un’adeguata opera di prevenzione da parte degli addetti ai lavori avrebbe potuto evitare queste conseguenze”. La consigliera ha infine ringraziato coloro che hanno lavorato per risolvere la situazione di emergenza. Per William Garagnani “dentro all’enorme carrozzone dell’Aipo ci sono 360 persone assunte male, perché stanno dietro a una scrivania invece che sull’argine. Cosa costa questo ente non in grado di dare risposte? Un Comune come il nostro deve fare una battaglia anche con Roma per difendere quelle che sono esigenze primarie”. Per Maurizio Dori “servono rassicurazioni da parte dell’Amministrazione, ad esempio sulla proroga delle scadenze delle pratiche edilizie, e da parte dello Stato che deve fare un intervento serio e dimostrare che è a fianco dei propri cittadini, che vanno rimessi al centro della discussione di politiche nazionali, regionali e locali i cittadini”. Secondo Giuliana Urbelli “il dissesto del territorio è frutto di responsabilità troppo frammentate e per questo imprendibili. Lo Stato ormai ci regala solo le briciole, salvo lodarci perché siamo laboriosi e sappiamo risolvere le situazioni – ha aggiunto – mi spiace che Comuni e Regione debbano supplicare Roma di prorogare le scadenze fiscali e di avere rimborsi”. Il capogruppo Paolo Trande ha espresso solidarietà alle persone colpite e si è detto in attesa “di vedere come si concludono le indagini giudiziarie perché le responsabilità vanno accertate fino in fondo. Chi ha sbagliato, se ha sbagliato, è giusto che paghi e se si dovessero prefigurare responsabilità chiare il Comune dovrà mettersi al fianco dei cittadini con tutti i  mezzi disponibili”. Ingrid Caporioni di Sel ha sottolineato come “questa terra, ancora una volta, abbia dato esempio di grandissima solidarietà tra le persone. Auspichiamo che la nuova Giunta – ha detto ancora – condivida con noi la necessità di investire di più su riqualificazione, manutenzione idraulica, ecologica ed edilizia del territorio”

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