23/10/2014

FONDO FUGHE ACQUA, “STRUMENTO GIUSTO, METODO SBAGLIATO”

L’assessore Guerzoni ha risposto all’interrogazione della consigliera Querzè (Per me Modena) sul Fondo istituito da Hera per rimborsare consumi elevati accidentali

Obiettivo condivisibile, strumento giusto ma metodo “sbagliato”. È in sintesi la posizione che l’assessore all’Ambiente del Comune di Modena Giulio Guerzoni ha espresso rispondendo in Consiglio comunale, nella seduta di oggi, giovedì 23 ottobre, all’interrogazione sull’istituzione del Fondo Fughe Acqua di Per me Modena, illustrata dalla capogruppo Adriana Querzé.

La consigliera ha chiesto in particolare se l’Amministrazione ritiene regolare la decisione di Hera di addebitare a tutti i modenesi l’iscrizione al fondo, che prevede la possibilità di usufruire di un rimborso per consumi elevati e determinati da perdite d’acqua accidentali, prelevando 15 euro in più all’anno dalle bollette di ogni utente, o se al contrario non è una scelta elusiva rispetto al decreto sul Codice del consumo, che vieta di richiedere al consumatore pagamenti di servizi che non abbia regolarmente ordinato. Querzé ha evidenziato un problema di scarsa trasparenza e chiarezza di Hera verso gli utenti e ha chiesto se “è giusto gravare i cittadini di nuova burocrazia per poter disdire un prelievo di denaro che non è stato richiesto?”. Ha inoltre chiesto al Comune di farsi parte attiva per richiedere all'Ente regionale di regolazione Atersir e di comunicare in Consiglio comunale il numero di utenti modenesi che riusciranno a bloccare il prelievo forzato, l’importo complessivo dei prelievi effettuati, il numero e la consistenza economica degli interventi effettuati per abbuonare i costi eccessivi legati a perdite occulte di acqua.

L’assessore ha evidenziato che le fughe idriche anomale a valle del contatore sono di responsabilità di ciascun utente, “ma è evidente – ha detto – che, di fronte a consumi non attesi che generano danni economici a volte ingenti nei confronti dei cittadini, occorre una presa in carico del problema da parte dei gestori e anche degli enti preposti, come Atersir e Comuni, per quelle che sono le loro competenze. Un approccio mutualistico tra cittadini e gestore è da sostenere – ha aggiunto – ma, ed è su questo che si è verificata la criticità più grossa nel caso del Fondo Fughe Acqua, il merito della soluzione individuata deve andare di pari passo con il metodo con cui la soluzione stessa viene proposta ai cittadini”.  Guerzoni ha precisato che “se, da un lato, quello del fondo viene visto come un ‘servizio non richiesto’ che dovrebbe prevedere l’assenso per rilasciare un corrispettivo economico, dall’altro rappresenta un nuovo strumento per la risoluzione di un disservizio pubblico che non comporta utilità economiche per il gestore”.

Di fatto, per una famiglia con due componenti che consuma in un anno 100 metri cubi di acqua a un costo medio di 2 euro a metro cubo (circa 200 euro di spesa annua), ad esempio, una fuga occulta di 2 mila metri cubi comporterebbe una spesa di 4 mila euro, ridotta a 386 con la regolamentazione del Fondo fughe acqua, a fronte di circa 1.980 euro con l’applicazione della regolamentazione ex Ato Modena. “Con il fondo – ha affermato Guerzoni – che prevede il rimborso dei consumi eccedenti l’80 per cento del consumo storico, c’è una maggiore convenienza rispetto alle agevolazioni previste dal regolamento ex Ato Modena, che parlava di applicazione tariffa agevolata per la parte eccedente i consumi medi storici ed esenzione del 65% canone fognatura-depurazione”.

L’assessore ha spiegato che la quota per il fondo ha un addebito bimestrale e “la quantificazione in 15 euro annuali è stata decisa prendendo come base le esperienze di Ravenna e Rimini dove questo strumento esiste già. Le risorse versate hanno destinazione esclusiva e vincolata – ha aggiunto – e vi è un accredito allo stesso fondo degli interessi finanziari sulle giacenze, a differenza delle assicurazioni”. Guerzoni ha ricordato che “l'istituzione del fondo è stata comunicata alle associazioni di categoria, ai clienti, agli stakeholders e ai media, ma evidentemente si doveva fare molto di più: già in primavera, dopo il confronto tra Atersir e Hera, occorreva essere più incisivi nella comunicazione e nel coinvolgimento dei Comuni”.  L’assessore ha infine concluso sottolineando che il fondo è attivo dall’1 luglio ma che la quota di 15 euro sarà addebitata in bolletta da metà ottobre e che gli utenti possono non aderire al fondo con una comunicazione tramite modulo apposito che, se effettuata entro il primo anno (fino all’1 luglio 2015), comporterà la restituzione dell’intera quota versata, e ha dato disponibilità del settore Ambiente del Comune di Modena per fornire informazioni in merito, oltre ai canali del gestore Hera. Dall’1 luglio, data di istituzione del fondo, al 30 settembre, a Hera sono pervenute complessivamente 2.524 richieste di rimborso da tutto il territorio che ha in gestione (307 a Modena), stimate in circa 1500 euro ciascuna sulla base di dati storici, per un fabbisogno totale di oltre 3,5 milioni di euro.

Nella replica, Querzé si è detta d’accordo sull’utilità dello strumento Fondo Fughe Acqua, “ma il metodo non è condivisibile”. La consigliera ha inoltre sottolineato come sia naturale “in una situazione di difficoltà di rapporti e di mancanza di trasparenza da parte di Hera” che “le persone pensino che le quote destinate al fondo, per un totale stimato in 17 milioni di euro, possano andare a costituire un aumento di profitto per Hera. Apprezzo – ha concluso – la disponibilità data a verificare come verranno utilizzate queste risorse”.

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