12/12/2014

EDUCAZIONE ALL’ABITARE, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Le linee di indirizzo approvate con voto favorevole di Pd, Sel, FI; CambiaModena

La delibera con le linee di indirizzo per affidare i servizi orientati all’educazione all’abitare e alla mediazione condominiale e di vicinato, presentata in Consiglio comunale dall’assessora comunale a Welfare, Sanità e Coesione sociale Giuliana Urbelli nella seduta di giovedì 11 dicembre, è stata approvata con il voto favorevole di Pd, Sel, FI e CambiaModena. Contrario il M5s. Astenuti Per me Modena e Ncd. Le linee di indirizzo si riferiscono in particolare all’Agenzia casa e alla gestione della rete di appartamenti destinati all’abitazione temporanea di famiglie in difficoltà.

Aprendo il dibattito per il Pd, Giulia Morini ha ripercorso le soluzioni adottate nel tempo a Modena “per rispondere in modo creativo al bisogno dell’abitare specifico del nostro territorio: un modello consolidato che si è dimostrato efficace ed efficiente e che è stato imitato per il suo tasso di innovazione. Modena ha dato risposte dignitose mentre lo Stato ha abdicato molto tempo fa al suo ruolo lasciando sole le amministrazioni comunali”. Per Paolo Trande le politiche abitative “sono state uno strumento formidabile di sviluppo per la nostra terra. Sono circa 16mila le famiglie modenesi che ne hanno goduto nel tempo. Il Comune ha individuato e realizzato gli strumenti necessari e la delibera di oggi va nella stessa direzione”. Secondo Fabio Poggi “quella di oggi è una delibera che propone un metodo: se le politiche abitative hanno successo, molto si deve proprio al metodo con cui sono state attuate e dal quale dipende l’efficacia della risposta abitativa. Sapere che dietro l’accordo immobiliare c’è un’amministrazione che non si muove secondo le logiche del profitto ma che fa politica abitativa accompagnando i nuclei familiari che entrano, rispettando e garantendo i proprietari e anche il condominio, fa la differenza”. Chiara Susanna Pacchioni ha sottolineato “che i cento appartamenti di proprietà comunale per gestire le emergenze aiutano a impedire che anche a Modena si arrivi alle occupazioni” e ha auspicato la “diffusione delle informazioni sull’Agenzia casa, ma l’incremento costante delle case disponibili segnala la fiducia dei cittadini nell’amministrazione”.

Adolfo Morandi, Fi, ha sostenuto che “è vero che le politiche abitative hanno avuto successo, c’è stato un incremento di alloggi significativo ma comunque non ancora sufficiente a rispondere alle richieste dei cittadini. Se pensiamo a che a Modena ci sono circa cinquemila abitazioni sfitte, è evidente che si potrebbe gestire un numero di alloggi nettamente superiore. Il progetto Agenzia casa non è sufficientemente pubblicizzato, soprattutto nei confronti dei proprietari che devono rendersi disponibili”.

Per il M5s Mario Bussetti si è detto “d’accordo sulle finalità del servizio e sull’importanza del ruolo di mediazione svolto dall’Agenzia casa” senza però condividere “la gestione esternalizzata di una funzione così importante, attività che ha un costo non banale e che può essere riportata all’interno delle competenze degli uffici comunali, con un risparmio che permetterebbe di reinvestire i soldi”. E Marco Bortolotti ha aggiunto che “a volte esternalizzare serve per testare qualcosa. Crediamo ci sia necessità di lavorare moltissimo sulle valutazioni: è da qui che possiamo cambiare le condizioni e riportare i servizi all’interno del Comune per abbattere i costi”.

Marco Cugusi (Sel), ha ribadito che lo Stato “ha abbandonato il problema casa, anche modificando in modo negativo la legge sull’equo canore” affermando poi che “il piano educativo non si deve limitare solo alla parte fisica dell’abitazione ma deve includere anche la relazione, facendo attenzione a non creare ghetti esplosivi”.

Adriana Querzè di Per me Modena ha ritenuto condivisibili i contenuti delle linee di indirizzo, rilevando però che “l’importo dell’appalto per le politiche dell’abitare è la metà di quello per la coesione sociale: valutiamo – ha detto la consigliera – se l’allocazione delle risorse è convincente perché io sono convinta che quante più persone hanno soluzioni abitative degne, tanto più conflitti sociali dovrebbero calare”.

Nella replica, l’assessora Urbelli ha concordato “sull’assenza dello Stato sul fronte degli interventi per la casa e per l’emergenza abitativa che oggi è una realtà che tocca tante persone”, ricordando poi che “l’appalto per la gestione amministrativa dell’Agenzia casa riguarda solo una piccola parte dei fondi che il Comune destina alla gestione delle politiche per l’abitare”.

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